Tony
Il momento di tensione di poco fa sembrava essersi dissolto, almeno per il momento.
La sera era calata da un bel pezzo, e ora tutti erano seduti davanti al fuoco. Thor cercando di resistere alle costolette che vedeva scricchiolare dal calore sulla griglia, Vedova parlando animatamente con quella che si scoprì essere Cecilia, di origini italiane, di come fosse splendida l'uniforme di Nat, il capitano parlando con Ray Tarzan animatamente dello spazio e degli alieni. Rich e Nic facevano coppietta e io me ne stavo per le mie. Seppurcomunque restasse quel velo di speranza malinconica che si era formata sembravache la squadra si stesse adattando con quel gruppetto di campeggiatori. Non riuscivoa capire il perché. Se prima Cap non intendeva dire la verità ora stavainstaurando un rapporto nullo ma che si sarebbe comunque infranto nel caso mifossi sbagliato. Lo vedevo come un tentativo patetico di celare un dispiacereche il nostro "leader" non intendeva ammettere fino alla fine del percorso.
Avevo dato quella falsa speranza, se fosse andata male avrei combinato davvero un bel casino. Avrei distrutto più di quello che cercavo di riparare. Stavo riflettendo sulla natura di quel buco, ma non ne venivo a capo. Se non era Loki ad aver causato quell'anomalia aliena, chi era stato? A cosa serviva?
"Stark!" mi ripresi dai miei pensieri, mi succedeva spesso di cadere in trance quando pensavo, ultimamente, ma non molte persone sembravano essersene accorte. Meglio cosi.
"si?"
"Noi andiamo a letto"
"va bene Capitan Ghiacciolo, d'altronde un uomo della sua età deve andare a dormire ad una certa ora"
"e di me che dici eh, Tony?" Clint fece il finto offeso.
"Devi riposare la vista." Mi mandò a quel paese con la mano ridendo e si voltò verso le tende.
Prima di sederci attorno al fuoco, Natasha e Clint avevano portato l'overcraft nella pianura che si stagliava a pochi metri da noi, e io e Steve avevamo piantato le tende. Thor ci aveva offerto il suo aiuto ma Mjöllnir non ci sembrava molto adatta per battere i picchetti, soprattutto se rischiavamo di beccarci un fulmine in testa. Mi divertii un po' a vedere il Capitano "affaticarsi", prima di confessarli che io potevo benissimo sollevare le tende con un bottone solo.
Tanto non avrei sicuramente nemmeno visto il tessuto del mio alloggio. Da tempo dormivo li dove mi sbronzavo. Che quasi sempre era il divano sull'attico della torre Avengers.
A poco a poco, tutti si avviarono verso il mondo dei sogni, e rimasi da solo, con Nat, e questo significava che avremmo parlato, anche se non volevo.
"che ti è preso oggi?"
"sai benissimo che mi è preso" dissi prendendo una fiaschetta dall'interno della mia giacca nera.
"si, purtroppo si, lo so." Con un gesto quasi automatico le passai il mio amico ambrato.
"ma se non vuoi accrescere il tuo senso di colpa, non far del male a chi non lo merita. Te l'ho detto un milione di volte."
Non sapevo se intendesse la vicenda con i civili o l'aver anche solo menzionato Banner.
"Sai che anche se ti dirò che non lo farò più, poi lo rifarò."
"si, so anche questo. Ora vai a letto" disse alzandosi sbadigliando e riconsegnandomi la fiaschetta.
Aspettai che fosse un po' distante per rispondere "ok mamma" mi alzai e mi diressi verso il mio alloggio. Mi sarei addormentato bevendo come sempre, ma almeno sarei stato al sicuro da quelle zanzare che non mi avevano dato pace da quando ero uscito dall'armatura.
STAI LEGGENDO
IL DONO DI ASGARD
FanfictionUn giorno la vita di Helen verrà completamente stravolta da qualcosa che aveva sentito e visto solamente nei telegiornali. Dovrà far fronte ai suoi nuovi problemi, aiutata, chissà, da un avengers con un cuore d'oro ;) 3# Hulk 17/6/21