CAPITOLO 15

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Tony

Concordammo di partire per il giorno seguente, dando il tempo a tutti di prepararsi e preparare il proprio equipaggiamento. Chiamammo al rapporto anche Wanda e Visione. Non sapevamo quanti nemici ci stessero aspettando. In caso di numero spropositato sarebbero entrati in azione anche loro. Strange si offrì di aiutarci, ma declinammo, dicendo che il suo santuario e il suo assistente Wong ora erano soli, e con l'HYDRA ancora operativa era meglio tener d'occhio tutti i palazzi più critici del paese, compresa la Stark tower e la base Avengers. Venne proclamato lo stato di massima allerta.

Passai la notte a pensare sistemando la mia armatura. Se Helen fosse stata troppo concentrata a lottare per il nemico, avremmo dovuto lottare con tutte le nostre forze. Non perché volessimo farle male o perché non ce ne importasse nulla, ma perché i suoi poteri erano incomparabili con quelli di ognuno di noi. Visione poteva tenerle testa insieme a Thor ma gli era stato impartito ad entrambi il compito di proteggere la squadra. Strange, prima di andarsene, aveva espresso un suo aiuto. Helen poteva cadere da quello stato di trance solo con l'intromissione mentale di qualcun altro o con una forte botta in testa. Il nostro, il mio compito, era quello di farla svenire per poi lasciare campo libero a Wanda. A Clint erano state date frecce con dello stordente potentissimo.

Sapevamo che stavamo andando in contro ad una trappola, e tutti si stavano preparando al peggio, anche se avevo come l'impressione che quello fosse nulla in confronto a quello che doveva succedere più avanti, con o senza di noi, sarebbe successo qualcosa.

Alle prime luci dell'alba ci trovammo tutti nell'overcraft, in divisa, silenziosi come ladri. Lasciai guidare Clint e Natasha per sedermi nelle retrovie, con la mia armatura già appiccicata al mio corpo.

Tutti sapevano cosa fare, ma Steve ripeté comunque i propri ruoli ad ognuno di noi, abitudine che gli era rimasta dalla sua indole di soldato.

Avevo preimpostato le coordinate della radura per facilitare la navigazione, prese dall'ultimo viaggio che avevamo effettuato qualche giorno prima.

Dovevamo solo aspettare quelle poche ore che ci separavano dal nostro obbiettivo.

Passarono lente finché arrivammo ai primi alberi in lontananza, poi il mio cuore iniziò a martellare velocemente e il viaggio passò come se i secondi fossero collegati ai battiti. Atterrammo nello stesso posto in cui ci eravamo poggiati la prima volta in cui arrivammo, come a sottolineare che il passato torna sempre. L'erba era cresciuta di qualche centimetro e li dove c'erano gli steli e gli alberi piegati dal vento causato da Helen, ora era tornato un prato rigoglioso ma un po' ingiallito, bruciato dal sole che picchiava continuo da qualche tempo. Jarvis non rivelò nessuna forma di vita presente nella radura, per ora.

Avevamo tempo di impuntare una strategia più o meno vantaggiosa per noi.

Clint si mise sopra un albero, ben nascosto dai rami alti, aiutato da una spinta del capitano per arrivare proprio in cima. Da li poteva benissimo vedere se qualcuno arrivava, e nel momento della danza, avrebbe agito indisturbato, magari già scoccando qualche dardo verso Helen e Paul. Se tutto fosse andato secondo i piani, saremmo tornati a casa da li a poco. Wanda e Visione avevano inoltre il compito di scansionare il territorio, impedendo ai poteri psichici di Helen di individuare Hawkeye. Se fosse stata colta di sorpresa la sua capacità di ripudiare qualunque proiettile sarebbe stata scarsa.

Passavano le ore, e più passavano, più credemmo che fosse stato tutto un tentativo di farci allontanare dalla Stark tower, cosi inviammo Wanda e Visione verso quest'ultima, chiamando il resto della seconda squadra Avengers per venire a riprenderli.

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