Helen
Mi risvegliai nel mio letto, sotto le coperte. L'ultima cosa che ricordavo era di essermi assopita sulla terrazza, con gli altri che parlottavano con Banner. Chissà perché avevo un brutto presentimento riguardo a questa cosa. Non mi sarei mai dovuta addormentare li ma davvero i miei occhi non riuscivano a rimanere aperti. Consumare tutte quelle energie per aver spazzato via la mandria di navicelle mi aveva stordito non poco e nell'overcraft tra le chiacchiere con Thor, che sembrava essersi riappacificato con me, e l'astio che si sentiva da parte di Natasha per Banner avevo rimandato la mia dormita.
Mi feci una doccia dopo giorni che non sentivo l'acqua e riavere quella sensazione mi levò via un po' di ansie per i giorni successivi e preoccupazioni per ragioni più che chiare.
Le emozioni che avevo messo da parte in tutto quel trambusto mi si appoggiarono nelle spalle come montagne, ma rimasi in piedi. Dovevo farlo. Andare avanti, in qualunque modo fosse finita. Mi asciugai e sistemai i capelli e per qualche ragione mi misi la divisa. Non so perché lo feci, ma per qualche assurdo motivo mi diede sicurezza. Erano le 10 di mattina e sentivo un leggero languorino. Decisi di andare in sala da pranzo per mangiare qualcosa che non fosse una barretta rinsecchita o qualcosa di disgustosamente insapore come avevo consumato nel viaggio. Le mie razioni di schifezze finirono tutte divise in Thor, Banner, Nat e me, ma durarono poco, giusto per coprirci il buco. Non avevo fame persino dalla stanchezza.
I corridoi erano stranamente tutti vuoti. Di solito passavano un sacco di addetti. Evidentemente mi ero alzata troppo tardi per i lavoratori.
Arrivata nella sala da pranzo chiesi a Jarvis del succo di arancia e dei pancake ai frutti di bosco, che divorai in pochissimi secondi, senza fregarmene del pranzo che quasi sicuramente non avrei finito.
"Jarvis, hai delle notizie da parte dei miei genitori?"
"mi spiace signorina Black non ho messaggi da parte loro."
Mi scoraggiai un po' cosi decisi di andare in terrazza a vedere se c'era qualcuno. Non avevo avuto tempo, o temperamento, per parlare con Natasha dopo il nostro bellissimo viaggio, ed ero sicura che volesse sfogarsi con qualcuno, tutti tranne Paul ovviamente. Avevo capito cosa provava il mio migliore amico verso la splendida rossa anche se non avevo mai espresso opinione da quando sapevo la sua vita segreta. Ero più che convita che non fosse permesso tra spie e non volevo fargli passare problemi con il grande capo. Aprii la finestra e volai su in terrazza, atterrando sopra il macchinario che Tony usava per assemblare la sua armatura al suo corpo.
Non c'era anima viva. Decisi allora che se tutti sembravano essere scomparsi come per magia da quella terra, forse era il caso di andare a parlare con l'unica persona che si trovava tra quel velo e l'altro, lo so brutta da dire come cosa, ma era cosi, e se non mi fosse stato a sentire lui, chi lo avrebbe fatto?
Cosi entrai nella sala e presi l'ascensore per scendere al piano in cui era tenuto al sicuro Stark. Dovetti far leggere a Jarvis la mia retina perché mi aprisse le porte. Camminai lentamente fino al vetro che dava sul suo letto. Lo stesso letto dove lo avevo lasciato prima di partire, in balia del suo destino.
Ma lo trovai vuoto. La stanza era vuota. Andai in panico. Come mai non c'era anima viva nel palazzo? Tony dov'era ? lo avevano preso? Possibile che fossero entrati in battaglia senza avvertirmi?
No mi avrebbero chiamato. All'improvviso mi balzò in testa un oscuro presagio. Se fosse morto?
Se fossimo arrivati in ritardo? Se l'energia che gli avevo donato, sottraendola a Wanda e Visione non fosse bastata? Il cuore iniziò a martellarmi come se Thor stesse suonando quel coso cinese con il suo martello dentro il mio cuore. Sorry non so come si chiama.
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IL DONO DI ASGARD
FanfictionUn giorno la vita di Helen verrà completamente stravolta da qualcosa che aveva sentito e visto solamente nei telegiornali. Dovrà far fronte ai suoi nuovi problemi, aiutata, chissà, da un avengers con un cuore d'oro ;) 3# Hulk 17/6/21