CAPITOLO 9

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Prima ancora di aprire gli occhi, percepii il buio, tutt'intorno a me, che mi avvolgeva.

Accesi tutti i miei sensi, pronta a scattare ad un minimo segno di pericolo. Non avevo certo iniziato l'addestramento ma ero sicura che se avessi provato terrore il mio istinto mi avrebbe indirizzato nel proteggermi.

Malgrado sentissi il nulla circondarmi, aprii gli occhi lentamente.

L'ultima cosa che ricordavo era che mi trovavo sulla terrazza della Stark Tower mentre sorseggiavo un bicchiere di vino bianco seduta a sentire la brezza calda che mi scompigliava i capelli e a pensare a quello che avevo appena fatto con Tony. Capivo di aver esagerato stavolta. Ero sempre stata una brava a capire le persone, ed ora quella nuova dote si era presentata a me, all'improvviso. Mi ero lasciata trasportare dalla figaggine nell'aver letto il pensiero di un'altra persona senza dover per forza osservarla.

Sentivo ancora il braccio di Tony sotto la mia mano, come se lo avessi portato con me, ovunque io fossi.

Mi guardai attorno e mi accorsi di aver avuto delle giuste sensazioni.

Il buio sembrava far da padrone in quel posto. Ero seduta a gambe incrociate, come se mi fossi messa a meditare, e come se improvvisamente mi fossi risvegliata. Le gambe non sembravano per niente addormentate cosi mi alzai cercando di acuire gli occhi e vedere qualcosa che mi aiutasse ad uscire di lì. Non avevo paura ma il buio diciamo che non è mai stato un mio amico. Stavo per avere un attacco di panico mescolato con un crollo emotivo quando una luce fioca attirò la mia attenzione.

Mi diressi verso di essa. Capii dopo alcuni minuti che quella in cui mi trovavo non poteva certamente essere una stanza o un ambiente terrestre.

Ad ogni mio passo il pavimento, se potevo chiamarlo cosi, sembrava ritrarsi dai miei passi per formarsi nell'immediato per farmi appoggiare nuovamente il piede e farmi avanzare, pullulando come fa l'acqua quando ci cammini sopra.

La luce intanto si avvicinava lentamente, e i miei occhi, ormai abituati all'oscurità, mi permisero di vedere il mio corpo. Ero completamente nuda ma qualcosa sembrava non essere come doveva.

Non sapevo se la mia pelle fosse cosi per il buio che avvolgeva ogni cosa o se fosse una mia allucinazione, ma, il mio corpo sembrava far parte di quella stessa oscurità, come se l'avessi accolta in me, come se l'avessi inglobata. Se non fosse stato per i miei occhi sarei stata facilmente scambiata per l'uomo nero, o la donna nera. E man mano che avanzavo verso l'unica fonte di luce che c'era li dentro, e camminando a testa bassa, spaesata, riflessa nel bagnato, vedevo che il mio corpo era esattamente come lo avevo visto prima.

Mi fermai proprio davanti a quella luce, che ora fluttuava nell'aria, sferzando tutto il buio, come se lo stesse combattendo avidamente.

Non riuscivo a credere a cosa io fossi diventata e per un attimo pensai che non fosse il caso di tornare indietro, al costo di rimanere segregata in quello strano posto per sempre. Non mi avrebbero accolta molto facilmente nel mondo vedendo cosa stavo diventando, una cosa che persino a me restava ignota. Pensai che non fosse giusto tutto questo. Il cambiare senza nemmeno sapere il perché, senza sapere se per me c'era un ritorno, una redenzione. D'altronde avevo solo sbagliato ad incuriosirmi di un rumore forte in mezzo ad un bosco. Cosa potevo aver sbagliato?

Poi qualcosa catturò la mia attenzione e mi avvicinai più alla luce. Sentivo dei rumori, sembravano dei gabbiani?!

Come se stessi scostando una tenda aprii la luce. Come diavolo feci nemmeno lo so io, ma l'istinto prese un attimo il controllo del mio corpo, facendomi fare tutto quello che sentivo di dover fare. Aperta il bagliore si fece più fioco e potei notare un cielo limpidissimo. Conoscevo quel cielo. Lo stesso che mi aveva accompagnato in tutti quelle giornate all'aperto con i miei amici e la mia famiglia, giornate che sembravano lontane anni luce da me, giornate, che sentivo, non sarebbero più tornate. Piano misi una gamba fuori, portando tutto il mio corpo all'interno di questa bolla luccicante. Come l'attraversai persi i sensi e caddi nel vuoto.

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