capitolo 10

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la faccia di Scott è pietrificata. resto immobile. cosa faccio? mi alzo e vado verso di lui.

"Scott..i-io.." dico ma lui va via senza dire niente.

mi giro verso Denny

"perchè?" grido.

"perchè quando baci mio fratello vedo che ci gode e quindi volevo provare anche io" dice sfacciato.

"ah bhe certo tanto tu fai sempre come cazzo ti pare!" grido e corro verso la porta per andare dietro a Scott. lo vedo che corre via. non riesco a tenere il suo passo quindi mi fermo con il fiatone.  non so dove sta andando così metto da parte la fatica e corro da lui. gira a destra e io faccio lo stesso. dove vuole andare? . sta andando verso il mare, anzi verso il piccolo porto della nostra città. lo vedo che cammina sul molo e io esitante salgo su di esso. mentre cammino fisso l'acqua immobile. ricordi annebbiati di mio cugino che muore sotto il pezzo di roccia mi tornano alla mente. cerco di velocizzare il passo per quanto la mia fobia me lo permette. guardo dritto davanti a me e Scott sta levando la maglietta. poi le scarpe e si butta in acqua. inizia a nuotare lontano e veloce. non posso buttarmi, non ce la faccio. ho troppa paura. vedo che va via. le mie mano fanno tutto da sole. infatti sto levando il giacchetto e le scarpe per buttarmi. quando entro in acqua inizio a realizzare quello che ho fatto. inizio ad agitarmi per la troppa paura. vedo Scott che nuota e che si ferma. sono quasi completamente in acqua, che tocca il mio mento.

"Scott, ti prego aiutami" dico in preda al panico. vedo che rimane fermo e poi si volta. cerco di rimanere a galla nonostante la paura. viene verso di me.

"ti prego" dico con un filo di voce quando è abbastanza vicino da sentirmi.

mi prende dai fianchi per tirarmi più su.

"mettimi lì ti prego" dico indicando il molo. fa come ho detto e appena là sopra mi alzo in piedi che sto tremando un po' per la paura, un po' per il freddo.

"non sai nuotare?" mi chiede Scott.

"n-no è un'altra c-cosa" dico. prendo i vestiti e corro via. la paura ha avuto la meglio su di me. una volta scesa dal molo mi volto e vedo Scott che sta nuotando come prima. forse è il suo modo per sfogarsi. peccato che è la mia fobia.

mi siedo su una panchina là vicino e aspetto che torna. deve per forza venire qua, ha lasciato le sue cose.

si fa buio. saranno più o meno le 7. vedo una figura che si muove nell'acqua immobile. poi sale sul molo e prende le sue cose. capisco che è Scott. si alza e rimette maglietta e scarpe. poi cammina, si gira e mi guarda. poi continua a camminare per la sua strada, evitando il fatto che sono rimasta qui ad aspettarlo per due ore e ancora sono bagnata. mi alzo e me ne vado. non so dove vado, ma credo che i miei piedi stanno andando verso casa mia mentre la mia testa sta viaggiando velocemente per cercare delle soluzioni per quello che è successo.

arrivo davanti la porta di casa. squilla il telefono: 

mamma

"pronto?"

"tesoro io e tuo padre rimaniamo a cena da tua nonna, ti veniamo a prendere tra mezz'ora così mangi anche tu con noi. fatti trovare a casa" dice.

"ma, preferisco rimanere a casa-"

"niente ma! tuo padre va via domani e non vedi tua nonna da troppo tempo. tra mezz'ora passa tuo padre a prenderti. a dopo" dice e attacca. perfetto, ho un grande problema e dovrò aspettare domani per risolverlo! entro in casa e corro sotto la doccia. mezz'ora è poco per prepararsi. una volta asciutta mi vesto. metto una gonna e una camicia. non li metto mai ma per una cena di famiglia va bene. metto le vans e sistemo i capelli in una treccia di lato. proprio mentre sto spruzzando il mio profumo, suonano alla porta. vado di sotto, è mio padre.

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