capitolo 21

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apro gli occhi confusa. mi trovo nella camera di mia madre ancora vestita con indumenti bagnati a causa della pioggia e con il cuscino umido di lacrime. mi siedo sul letto con la testa che martella. mi alzo in piedi e vado in cucina. quando arrivo poggio i gomiti sul tavolo e massaggio le tempie.

"stai bene tesoro?" chiede mia madre vedendomi in quello stato. ha i capelli legati e il trucco è un po' pasticciato. non ho idea se è a causa di ieri sera.

"no" mormoro. "ho mal di testa" dico. lei mi dice di misurare la febbre. mi siedo sul divano e faccio come detto. quando levo il termometro vedo che ho un po' di febbre, così prendo la pasticca.

"vado a farmi una doccia" dico a mia madre. mi trascino in bagno e una volta dentro levo i vestiti umidi. li metto nella cesta dei vestiti sporchi e continuo a spogliarmi. una volta nuda entro nella doccia e apro l'acqua fredda. le goccie iniziano a scivolarmi lungo il la schiena. dopo aver bagnato il mio corpo cambio la temperatura dell'acqua mettendola bollente. rimango immobile sotto il getto per molto tempo e quando decido di uscire dalla doccia non mi sono nemmeno insaponata a dovere. metto un asciugamano attorno al corpo e ai capelli. poi mi vesto mettendo una tuta larga, una una T-shirt e lascio i capelli bagnati. oggi, anche se siamo in piena estate, il tempo sembra non essere d'accordo con la stagione, infatti non è molto caldo.

scendo al piano di sotto.

vado da mia madre che sta preparando il pranzo.

"ehm...come va? per ieri intendo" dico.

"come deve andare? dopo la discussione di ieri è andato via e non si è fatto più sentire" dice.

"quindi avete chiuso?" chiedo dopo aver esitato.

"non ne ho idea" dice lei.

"mi dispiace davvero, i-io non ci credo..." dico. lei posa il mestolo e si gira verso di me per abbracciarmi. mi sento stupida a piangere per una cosa che dovrebbe far star male la persona che mi sta consolando. stacco l'abbraccio.

"mi fa ancora male la testa, non credo che mangerò" dico e vado di sopra. mi allungo sul letto e chiudo gli occhi. dopo un po' entra mia madre con un vassoietto in mano.

"ti ho portato la minestra, la metto qui" dice e la poggia sul comodino.

"in caso avessi fame..." aggiunge e poi va via. dopo qualche minuto mi viene un po' fame quindi mi metto con la schiena poggiata allo schienale del letto e metto il vassoietto sulle mie gambe.

inizio a mangiare a poco a poco la minestra. mi viene da piangere al solo pensiero di mia madre e mio padre che non si vedono più. non è affatto una bella cosa perchè quando ero più piccola molti bambini con i genitori separati avevano bisogno di parlare con la psicologa per stare meglio. io no, non ho bisogno di quelle irritabili donne ben vestite che ti interrogano sulla tua vita. se deve succedere lo risolverò da sola perchè sono abbastanza forte da guarire da quel dolore che mi verrà procurato soprattutto i primi periodi.

finisco la minestra e poi mi addormento con la testa piena di pensieri.

quando mi sveglio sono quasi le tre del pomeriggio.

ancora continuo a pensare a tutto l'accaduto. invidio a morte quelle scene dei libri o dei film in cui i protagonisti camminano in mezzo alla natura non pensando a niente. è impossibile! come si fa a non avere la mente invasa da qualche pensiero stupido oppure no? rimango ancora nel mio letto e sto per riaddormentarmi, quando bussano alla porta.

"avanti" dico mugolando. non so nemmeno se la persona al di fuori della mia camera ha capito che ho dato il permesso di entrare. lo capisco quando la porta viene aperta. sono di spalle quindi non capisco chi sta entrando.

"Ehi" sento dire. mi giro e salto giu dal letto felice di avere le mie migliori amiche qui. le abbraccio una ad una.

"ciao, da quanto tempo!" dico sorridendo.

"si infatti" dice Eli.

"sedetevi" dico e loro si siedono una sulla poltrona, una sul letto e una sulla sedia.

"abbiamo saputo che non stai tanto bene" dice Eli.

"si, ho la febbre" dico.

"da quando? non ti vediamo da moltissimo!" dice Ally.

"da ieri sera credo" dico. "ho da raccontarvi una cosa!" dico entusiasta.

"dicci" dice Anne.

"l'altro ieri era il mesiversario mio e di Scott" dico. "e ha fatto una cosa dolcissima per me! ha affittato tutto il parco per una giornata intera e siamo stati tutto il tempo insieme. poi la sera abbiamo anche 'dormito' insieme" dico accentuando la parola 'dormito'.

"dormito eh? l'avete fatto?" chiede Anne che non si fa problemi a chiedere queste cose.

"si" dico sorridendo e le ragazze saltano in piedi e iniziano a chiedermi i dettagli. io gli racconto tutto e loro rimangono stupite. quando si fa ora di cena le ragazze vanno via perchè hanno degli impegni e io non gli ho detto niente su i miei genitori. ancora non mi sento pronta a parlarne a qualcuno, perchè il solo pensiero di rivivere tutti i momenti che racconto mi fa star male. visto che è quasi ora di cena scendo di sotto. vedo mia madre che prende il mio telefono che sta squillando e me lo porta.

"tieni, ti stanno chiamando" dice lei. afferro il telefono e rispondo mentre vado al piano di sopra. non ho letto il nome di chi mi ha chiamata.

"pronto?" dico.

"Sarah, sono papà" dice.

"cosa vuoi?" dico fermandomi alla fine delle scale.

"volevo sapere se va tutto bene a te e se tua madre sta meglio" dice.

"secondo te come stiamo?" chiedo e attacco il telefono in preda ad una crisi di rabbia.

poi torno al piano di sotto

"chi era?" chiede mia madre.

non so cosa dirgli ma opto per la verità.

"papà" dico.

"ah...cosa ha detto?" chiede.

"voleva sapere se stiamo bene ma ho attaccato, non ce la facevo a parlargli" dico e lei annuisce.

in quel momento suonano al campanello.

"vado io" dico.

apro la porta e vedo Scott. sorrido e lo abbraccio.

"ciao" sussurra al mio orecchio.

"ciao" dico io.

quando mi stacco lo faccio entrare.

"ciao Scott" dice mia madre

"ciao" saluta lui con un cenno.

"cosa ci fai qui?" dico felice.

"sono passato perchè ho saputo che non stavi bene" dice.

"wow in poco tempo lo sanno tutti" dico. "andiamo di sopra" dico.

saliamo e quando entriamo in camera ci sediamo sul letto.

"stai meglio?" chiede.

"si" dico.

il telefono squilla.

Scott me lo passa dicendo "è tuo padre".

io prendo il telefono attacco e lo butto sul letto dietro di me.

"non rispondi?"

"no preferisco di no"

" come mai?"

" parlerò dopo con lui ora sono qui con te" dico mettendo una scusa.

lui non sembra convinto ma mia madre mi chiama per cena.

"vabbè io tolgo il disturbo" dice lui.

"si ma dammi un bacio prima" dico e vado verso di lui. ci salutiamo e lo accompagno di sotto per farlo andare via. spero di trovar presto il coraggio di parlare con lui e con le mie amiche dei miei genitori.

eccomii! non ho niente da dire ahaaah quindi spero che il capitolo vi sia piaciuto :)

Sara-

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