mi sveglio non capendo dove mi trovo. ho il corpo indolenzito e sembra di stare in una culla che ti muove lentamente da una parte all'altra. poi ricordo: sono nella barchetta di ieri sera. mi siedo sul 'letto' e vedo che sono da sola. vicino a me c'è un vassoio pieno di dolci e bevande. sopra c'è un bigliettino:
sono dovuto scappare, mia madre ha bisogno di me. ti ho preparato la colazione. ho portato tutto via, se ho dimenticato qualcosa lascialo nella barchetta, poi passerò io più tardi.
mettici il tempo che vuoi, il parco apre alle 17:30.
ti amo ♡
Scott.
sorrido dopo aver letto il suo messaggio e mi sposto verso il vassoio per mangiare qualcosa. quando le coperte cadono dal mio corpo vedo di essere nuda, tranne per la bellissima collana che ho al collo. decido di vestirmi. poi prendo un cornetto e un succo di frutta e vado verso l'esterno della barchetta. il cielo è cupo e spero che non stia per piovere. mangio in fretta e una volta finito avvicino la barca alla riva del laghetto per scendere. la lego al ponte di legno e dopo aver preso tutto mi faccio un giro nel parco per vedere se Scott ha dimenticato di prendere qualcosa. quando vedo che ha preso tutto esco dal parco per tornare a casa. quando inizio a camminare qualche goccia scende dal cielo e quindi indosso la felpa con il cappuccio per arrivare a casa.
spero che in tutto questo tempo che sono stata assente mio padre abbia detto tutto alla mamma. certo, dovrei preoccuparmi di ciò che sarebbe successo dopo, ma il mio spirito egoista mi fa pensare che preferisco che tutto sia stato detto.
quando alzo gli occhi dai miei piedi vedo di essere quasi arrivata. noto una macchina in più parcheggiata davanti al viale di casa.
"merda"
mio padre è a casa mia.mio padre è a casa mia. ho paura di aprire quella porta. mia madre è sempre stata gelosa di mio padre quindi ora, quando saprà la verità, non so come agirà.
"sei un bastardo! non pensi mai alle conseguenze! immagina quando lo saprà tua figlia!" sento urlare da mia madre.
"oh no"
cammino lentamente verso la porta di casa. sono faccia a faccia con questo pezzo di legno che mi separa da due genitori che si gridano contro.
"certo che penso alle conseguenze!" urla mio padre. apro la porta con un gesto veloce, senza pensarci due volte.
loro si immobilizano e mi guardano sgranando gli occhi. sono uno dietro al divano e una davanti al tavolino tra divano e poltrona. mi guardano senza dire niente. io levo la felpa fradicia e chiudo la porta d'entrata. porto la felpa in bagno e poi torno in salotto. mi siedo sul divano, tra i due.
"ciao figliola" dice mio padre. io alzo la testa verso di lui e poi abbasso lo sguardo sui miei piedi.
"niente vacanza in Francia eh?" chiedo facendo una risatina consapevole.
"lo sapevi?" chiede mia madre senza far trapelare emozioni.
"si" dico e mi alzo. mi volto verso mia madre e dico "non te l'ho detto perchè preferivo fartelo dire da lui. sarebbe stato peggio se te l'avessi detto io"
lei non dice niente così sono io che continuo a parlare "vi ho sentiti gridare da fuori...e ho capito che era arrivato il momento della verità" dico. poi continuo "il giorno più bello e più brutto della mia vita" dico più a me stessa che a loro, facendo un sorriso stupito. dopo di questo salgo in camera e mi chiudo la porta dietro. cado sul letto e scoppio in lacrime, le stesse che mi hanno fatto commuovere ieri sera/notte e che ora sono qui per colpa di un pessimo padre. mi dispiace non essere di sotto ad appoggiare mia madre ma come ci si può mettere contro un padre che fino a una settimana fa era una delle poche persone più importanti della mia vita?! sento ancora grida dal piano di sotto e cerco di soffocare le lacrime premendo il cuscino sulla mia faccia bagnata. cerco di rimanere calma ma mia madre che grida e mio padre che si giustifica invano non sono d'aiuto. perdo la calma e apro la porta della camera. la sbatto e vado al piano di sotto. rimango ferma a metà sulle scale. le emozioni dei miei genitori si addolciscono quando mi vedono in lacrime e vedo che sono mortificati.
"basta, vi prego!" dico. "non posso sopportare di sentire queste urla" dico. poi scendo, prendo la felpa di prima ancora bagnata come il mio viso, ed esco di casa.
cammino tra la pioggia. le lacrime e le goccie d'acqua si mischiano mentre calpesto il suolo con le dr.Martins. non ho idea di dove andare. nessuno sa di questi problemi familiari che si stanno sviluppando ultimamente. decido di rifugiarmi nel nascondiglio nel cespuglio e rimango lì per qualche ora.
non ricordo se mi sono addormentata, ma comunque esco di lì che sono le tre del pomeriggio. torno a casa e per mia fortuna la macchina di mio padre è sparita dal vialetto. entro e mia madre è in camera sua avvolta nel lenzuolo, in lacrime. non so se si accorge di me ma busso alla sua porta semi-aperta.
"vieni" dice lei singhiozzando. entro lentamente in camera sua e mi siedo sul bordo del letto.
"è andato via?" chiedo anche se già so la risposta.
"si" dice sempre singhiozzando.
"mi dispiace" dico.
"non hai nessuna colpa" dice. "io devo scusarmi, non dovevo alzare la voce così tanto e capisco che ti ha dato fastidio"
"non devi scusarti. so che mi ha dato fastidio ma avevi tutto il diritto di alzare la voce con lui" dico. lei mi afferra il braccio e mi tira verso di lei dicendo "vieni qui"
tolgo le scarpe e vado accanto a lei.
la abbraccio mentre lei si sfoga sulla mia spalla. non so mai cosa dire in momenti come questi e spesso (come in questo caso) sono imbarazzata, perciò mi limito a consolarla in silenzio.
vedere tua madre in lacrime a causa di tuo padre non è la cosa migliore del mondo e, visto il mio carattere sensibile, porta anche me a piangere. certo, io penso che piangere è un modo per sfogarsi, ma ora ne farei a meno. rimaniamo così per non so molto tempo, ricordo solo che mi sono addormentata dopo di lei.
eccomii! ho appena finito di scrivere questo capitolo, spero di aver fatto un buon lavoro ;)
ah, date un'occhiata alla mia nuova ff "Zerrie" grazie a chi lo fa :)
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Sara-