19.

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"Ecco. Dovremmo aver messo tutto." Annunciò Jimin chiudendo la cerniera della borsa e portando le mani ai fianchi soddisfatto del lavoro compiuto.

"Sembri più gasato di me all'idea di intrufolarci là dentro." Disse Taehyung ridendo.

"Naaah, lo faccio solo perché mi hai costretto."
"Sisi certo." Disse scuotendo la testa per poi tirargli le chiavi della macchina. "Carica tutto, arrivo tra un po'." Si allontanò prima che il maggiore potesse proferir parola.

Taehyung's pov.

"Sto per intrufolarmi a casa sua. Mi sento in un k-drama o una roba del genere."

Mi diressi verso lo specchio esaminandomi attentamente. Jimin si era lasciato trascinare dall'entusiasmo e perciò ora mi ritrovavo con indosso indumenti neri e un capello anch'esso nero per 'camuffarci' come disse Jimin.

Doveva davvero ignorarmi e mentire così tanto quel moccioso?
Per scoprire la verità mi sono ridotto a questo stato. Però sono sicuro che quella Rina sa qualcosa della questione se non tutto.
Lo sguardo dell'altra volta,non era di certo uno sguardo diretto a un normale sconosciuto. Sembrava conoscermi bene.

Sospirai scacciando quei pensieri dalla mente in modo che fosse lucida almeno per quella missione.

Uscì di casa chiudendola a chiave alle mie spalle e sedendomi nel sedile di fronte,vicino a Jimin che era alla guida. 
"Tutto pronto? Dobbiamo ripassare per caso le tappe?" Chiesi osservando il palmo della mia mano dove avevo sistematicamente annotato il tutto a penna. Un genio,personalmente. Chi si dimentica qualcosa ora?

"Lasciamo la macchina un isolato lontano e hackeriamo i sistemi di sorveglianza e sicurezza eccetto quello di Rina. Una volta entrati dovremmo essere sempre accompagnati da una pezzuola o qualcosa del genere,in modo tale da rimuovere qualsiasi traccia o impronta lasciata lungo il nostro tragitto.  L'ideale sarebbe non toccare nulla. Potrebbe risultare inutile dato che comunque Rina sarà a nostra conoscenza ma meglio non avere tracce tangibili di tutto ciò." Iniziò a spiegare lungo il tragitto fino alla casa di Jungkook.

"Devo preoccuparmi di tutta sta organizzazione? Sembriamo dei veri truffatori." Risi guardandolo scassinare il lucchetto del cancello per poi entrare nella casa.

"Come fai a ridere in una situazione del genere?!" Mi chiese preoccupato, infatti tutta l'adrenalina fino a poco prima posseduta sembrò essersi dissolta nel nulla. "Devi sbrigarti a parlare con quella Rina così potremmo andarcene finalmente da qui."

"Okay okay." Dissi rimuovendo frettolosamente le tracce dalla maniglia della porta della camera di Jungkook portando l'indice alle labbra facendogli segno di star in silenzio.

"Signorino Jung-" si interruppe Rina inarcando un sopracciglio. "Che ci fa lei qua?"

"Solo domande. Promette che risponderà sinceramente?" Chiesi sostenendo il suo sguardo e sentendo la mia pelle arricciarsi. Odiavo queste creature. Odiavo la loro arroganza. Come credevano di sapere tutto. Lo sguardo altezzoso.

"Lei è matto? Non solo entra qui ma vuole dare pure ordini?" mi guardò assottigliando lo sguardo e inclinando la testa.

Visto? L'avevo detto io che erano arroganti.

"Se è il caso,si." Dissi mantenendo lo sguardo fisso.

"Immagino che il suo amico abbia mandato a monte tutti i sistemi di sicurezza perciò ogni mio tentativo di connessione sarà inutile,vero?" Disse cercando una conferma alla tesi a cui era già risalita.

"Esattamente." Dissi incrociando le braccia.

"Non ho scelta. Mi dica pure allora." Si sforzò di dire riservandogli uno sguardo sprezzante.

C'era un vantaggio in queste creazioni però.
Se le si ponevano le domande giuste,non potevano mentire per niente.

"Lei mi conosce vero?"
"Si."
"Come esattamente?"

Notai subito come quella creatura sussultò. L'intento era farlo risultare umano ma nonostante tutti gli update rimaneva comunque un qualcosa di nettamente alieno.

"L'ho vista nei ricordi del signorino Jungkook."
Disse rassegnata.

"Quali ricordi? Perché li ha visti? E soprattutto quando?!" Chiesi subito.
Una domanda dopo l'altra. Bramavo la verità. Volevo sapere cosa si celasse dietro ad un simile comportamento. Non sapevo perché mi interessasse così tanto Jungkook ma ormai ero consapevole del fatto che avesse catturato la mia completa attenzione.

Rina sembrò bloccarsi per un momento. Come se stesse combattendo il desiderio di rimaner in silenzio.
"I ricordi della festa. Li ho visti perché li ho dovuti cancellare la sera stessa sotto richiesta del signorino." 

Caddi sul letto non appena compresi a fondo quelle parole. Stringi le lenzuola in dei pugni serrati.
L'unica domanda che mi tartassò ma che non sembrò proprio aver voglia di trapelare dalla mie labbra fu : perché?

Ora tutti i pezzi del puzzle si incastravano perfettamente.
Ecco perché continuava a sostenere di non aver dato nessun bacio.
Perché semplicemente non se lo ricordava..
Gli avevo chiesto spiegazioni su un qualcosa che per lui non era mai accaduto. Qualcosa che per lui sembrava una semplice scusa utilizzata da me per avvicinarmi, come tutti i suoi amanti.

Perché li ha voluti cancellare? Cos'è che l'ha spinto a tanto?
Poteva semplicemente mentire e invece ha deciso di eliminare una parte di sè. Perché, cavolo, un ricordo fa parte di te. Determina la tua persona.

Poi un'idea mi balenò in testa. Beh,certo. La sua figura. Più importante di qualsiasi cosa. Pure della sua identità.

Provai in quel momento una confusione terribile. Un flusso di sentimenti contraddittori mi invase violentemente.

Provavo sia disprezzo per il suo continuo nascondersi sia tenerezza per il suo stato. Per la sua paura. Per la sua incertezza.

Avrei voluto tanto aiutarlo ad accettarsi. A mostrargli che non era stato un errore.
Ad abbracciarlo,stringerlo fra le mie braccia forte forte finché l'altro non si sarebbe lamentato.
Ad asciugargli le lacrime che righerebbero il suo viso se ne fosse stato il caso rendendomi ridicolo ai suoi occhi purché nel suo volto potesse farsi strada quel tenero sorriso in grado di far tremare il mio cuore.
A proteggerlo affinché non si accorgesse mai delle ombre alle sue spalle,delle notti buie e inquietantemente silenziose.

Ma penso che nonostante tutto,alla fine sarei finito sicuramente col comportarmi da egoista tenendolo solo per me. Come il sole si tien per sè la luna. Come la pioggia si tien per sè l'arcobaleno. Come il fuoco con l'acqua.

La convivenza non è ammissibile.
Ma l'assenza di uno comporta l'estinzione dell'altro.

Ma forse non era il momento giusto.

O forse io non ero la persona giusta.

ᴹ ᵉ ᵐ ᵒ ʳ ᵢ ᵉ ⓢ » vkook.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora