Capitolo 2

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Pov's Jungkook

Domenica.
Il giorno in cui posso dedicarmi a me stesso, a fare quel che voglio, quel che mi piace.

Ieri notte sono riuscito a dormire solamente per una buona mezz'ora, poi mi sono annoiato talmente tanto da pensare che il tempo abbia smesso di scorrere, così ho preso il portatile e ho messo un film carino da vedere.

Il suono del campanello mi desta dallo stato di dormiveglia in cui ero caduto, facendomi sbadigliare e scendere con mala voglia le scale, per poi arrivare davanti alla porta d'ingresso ed aprirla con una certa fretta per non far aspettare ulteriormente la persona al di fuori.

A pochi metri di distanza mi ritrovo un Jimin sorridente, che però perde subito quell'espressione vivace nel momento in cui le sue pupille cadono sul mio corpo.
Mi dispiace solo che siano state così sfortunate da dover guardare tutti gli ematomi che mi hanno procurato ieri quelle bestie. Si vedono a vista d'occhio, e non mi sono nemmeno preoccupato di coprirli perchè non mi aspettavo di ricevere visite.

Abbasso lo sguardo sentendomi tremendamente nudo, spoglio di ogni paura e insicurezza che mi attanaglia l'animo, e solo dopo svariato tempo sussurro un lieve "non dire niente...per favore."

Non serve che aggiunga altro perchè Jimin si lancia di scatto contro di me, soffocandomi in un abbraccio rassicurante.

È sempre stato così.
Non c'è bisogno di aprir bocca per spiccicare qualche parola, perchè lui è quel tipo di persona altamente empatica che capisce tutto al volo, con un solo sguardo, con un solo gesto. E non posso che essergli riconoscente per tutte le volte in cui mi ha letto dentro, senza la necessità di ascoltare qualche mia spiegazione, risparmiandomi così l'umiliazione di dover raccontare le brutte esperienze vissute.

Mi aggrappo a lui, al senso di protezione che mi trasmette, e sprofondo tra le braccia del mio migliore amico.
"È stato quel bastardo di Jackson vero?" Mormora con tono afflitto.
"Lui e gli altri cagnolini che stanno dietro a quell'ammasso d'immondizia...sono stati loro?"
Io non rispondo, mi limito ad annuire solamente strofinando la guancia sulla sua spalla.
"Figli di puttana." Continua Jimin, rendendo ben visibile dal suo tono di voce, il disprezzo che prova per quei tipi.

Si stacca leggermente da me per potermi guardare in viso e accarezzarmi la guancia con una delle sue manine paffute, poi mi regala un piccolo sorriso cercando di rassicurarmi, ma sa meglio di me che difficilmente il mio umore ritornerà raggiante e solare come un tempo.

Già.

Proprio come un tempo.

"Tutto questo finirà Kookie, te lo prometto. Riceveranno quel che si meritano prima o poi, il loro branco di coglioni non riuscirà a farla franca sempre."

Gli sono grato per i tentavi che fa con l'intento di tirarmi su il morale, anche se le sue parole non mi convincono del tutto.
In fondo non ci troviamo in uno di quei celebri film dove il bene ha sempre la meglio sul male, dove il principe salva la principessa, dove la strega cattiva viene arsa viva in un forno, dove il ragazzo disperso ritrova la strada di casa.
No, affatto.
Perchè è della realtà che stiamo parlando, e qui, se non si ha un carattere forte e deciso, non si sopravvive, semplicemente perchè il mondo è troppo crudele, e la vita troppo piena di burrasche ed ostacoli.

"Grazie Hyung." Sussuro abbracciandolo nuovamente, facendogli uno dei miei rari sorrisi da coniglietto, quelli che lui adora tanto.

Non voglio farlo preoccupare.

"Ok, oggi non starai a deprimerti in casa, sta sera si esce!" Esclama euforico, e c'era da aspettarsela questa sua reazione. Ogni volta che accade qualche spiacevole evento, ricorre alle feste per farmi svagare, dicendo che sono 'pillole rivitalizzanti' per il mio stato depressivo. Sono sicuro che anche se mi dovessi spezzare una gamba, lui mi porterebbe sulla sedia rotelle al party più in voga di Seoul.

The Feelings I Feel For You... (Vkook) #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora