Pov's Jungkook
Mi sveglio di soprassalto e respiro.
Respiro male.
Terribilmente male.Perchè il corpo sobbalza.
La pelle si inumida.
E gli occhi si spalancano.Classici sintomi che si riscontrano in seguito ad un incubo, un orrendo incubo a dire il vero.
Forse però avrebbero avuto la decenza di risultare meno tormentosi, questi sintomi, se solo non mi fossi trovato a 8126 km lontano da casa, rinchiuso in un castello dall'aspetto macabro che pare nutrirsi delle mie paure più profonde. E, forse, avrebbero addirittura avuto la decenza di non farmi prendere dal panico così facilmente dato che, all'orrore del brutto sogno, si aggiunge anche quello scaturito dal fatto che mi trovo steso sul pavimento di un corridoio buio, un corridoio esattamente uguale a tutti gli altri che costituiscono questo posto. Ma se ricordo bene mi sono addormentato nel letto della camera che ci aveva assegnato Hope, non di certo in una sezione sperduta della sua abitazione.
Evito di biasimarmi, quindi, se un'improvvisa vampata di terrore mi scuote prepotentemente lo stomaco, obbligandolo a stringersi talmente forte attorno ai miei organi da farmi salire un senso di nausea impressionante, talmente atroce da farmi uscire un verso di lamentela soffocato.
Dunque respiro.
Continuo a respirare.
Ma respiro male.
Molto male.
Pertanto non biasimo nemmeno le lacrime che in men di un secondo mi hanno riempito le cavità oculari, trasformando tutto quello che ho intorno in uno sfondo nero dal carattere sfocato poco rassicurante, in quanto privo di qualsiasi tipo di forma che mi dia qualche indizio, anche solo un misero indizio, riguardo al luogo in cui mi trovo al momento.
Non ho la benchè minima idea di come io sia riuscito ad arrivare qui mentre ero accolto dalle profondità del sonno, ma adesso è l'ultima cosa di cui mi preoccupo dato che l'idea di essermi perso nel maledetto labirinto che è questo castello mi sta fottutamente opprimendo. Di conseguenza tremori assurdi stanno, pian piano, avendo la meglio sui miei arti portandoli a vibrare in maniera più che evidente, data la tremenda paura che pare scorrermi nelle vene al posto del sangue. Invece potenti singhiozzi non perdono tempo a fare la loro uscita di scena dalla mia cavità orale, costringendola a battere le file dentali tra di loro pur di impedire a quei suoni di cantare liberamente, eppure giurerei che lo stiano facendo solo perchè lo sgomento è troppo forte, troppo amplificato per poter essere trattenuto dentro.
Ed è vero dunque che il mio corpo sia attraversato da convulsioni, tuttavia risulta essere irrimediabilmente paralizzato sul pavimento di questa viuzza interna, la quale difficilmente credo sia una di quelle accostate alle vie che, invece, portano alla stanza che occupa Taehyung in questo preciso istante.
L'ultima infondo al corridoio.
Sì.
'Ma quale fra tutti quelli che abbiamo percorso?'
Per altro non posso fare a meno di concentrarmi sul respiro.
Perchè sì, respiro ancora.
Continuo a farlo fino a quando non trovo il coraggio di guardarmi con esitazione attorno, scrutando come le pareti appaiano molto più rovinate e decadenti rispetto alle altre viste in precedenza. Perciò serve a poco dire che tale visione mi provochi irrefrenabili brividi che smuovono la mia colonna vertebrale, la quale credo sia tutt'ora impuntata a non farmi alzare, a lasciarmi marcire nell'oscurità che mi avvolge come una gelida coperta, ben diversa da quella che mi ricopriva quando Taehyung si era infilato sotto il piumone, accostandosi al mio fianco per stringermi a sè proprio come aveva promesso.
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The Feelings I Feel For You... (Vkook) #Wattys2019
Fiksi PenggemarDue ragazzi. Kim Taehyung e Jeon Jungkook. Uno tosto, imperturbabile e stronzo. L'altro docile, insicuro e bisognoso di protezione. Sarebbe usuale dire che normalmente non ci si affeziona facilmente alle persone, perchè è necessario conoscersi a fon...