Capitolo 24

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Pov's Jungkook

"Dove sei stato?"

Un mormorio sperduto in piena notte.

I forti lampi di un violento temporale illuminano di tenebre il cielo privo di astri, squarciando spaventosamente il silenzio che è piombato nell'abitazione in seguito al mio quesito il quale vorrebbe ritrovarsi disperso fra le colline di folti nubi che hanno messo in ridicolo il barlume naturale della Luna, in quanto sembra aver fallito vergognosamente nell'arduo compito di sradicare una risposta dalle labbra lucide di Taehyung ancor prima di prender vita.

La tetra figura del vampiro è immobile davanti all'ingresso di casa, ombreggiata dal viso serio che sembra aver intenzione di decapitare il capo di qualcuno.
La luce è fioca, ovviamente le stelle sono troppo intimorite per spuntar fuori in una nottata tanto aggressiva come questa, eppure non mi viene difficile notare come le goccioline depositate sulla frangia gli marchino il volto con perle luminescenti, andando a creare delle scie irregolari che percorrono l'epidermide. Ancor meno difficile è individuare l'invisibile nota incupita che avvolge l'intera aura del grigio, martoriandola dall'esterno proprio come dei sottili vermicelli che si divertono a bucare la polpa di un frutto già marcio. E io, il seme di questo frutto, me lo ritrovo di fronte.

Fermo.
Completamente impassibile.
Zuppo dalla testa fino ai piedi.
Ma comunque bellissimo.

Accigliato, attendo che la risposta alla domanda fattagli ponga fine al mutismo carico di tensione che aleggia nell'atmosfera, cercando di ignorare l'immensa stanchezza che incombe sul mio povero corpo torturato brutalmente dalla testardaggine la quale, imperterrita, mi ha costretto a stare sveglio con l'intento di aspettarlo sin da quando Jimin mi ha riaccompagnato alla villa per poi andarsene l'istante dopo, obbligato a partecipare ad un'imperdibile cena di famiglia di cui si era completamente dimenticato.

L'intenso bisogno che avvertivo di Taehyung allora non mi ha lasciato tregua neanche per un fottuto istante, turbando ogni mia cellula posseduta poichè non sarei mai potuto andare a dormire con la consapevolezza di avere un abominevole peso sullo stomaco che, indubbiamente, se ne sarebbe andato solo una volta che il vampiro sarebbe ritornato a casa. Ciò, infatti, non faceva altro che aumentare il malore interno provato, facendomi precipitare ancor più a fondo in quella fossa che ho deciso di scavarmi quando ho scelto di svelare il segreto tenuto prigioniero di quella valigia.

"Non dovresti essere a letto?"
Il ragazzo dai capelli tinti evita agilmente l'argomento, forse perchè spera di non dovermi confessare quel che ha fatto per tutto il dannato tempo durante il quale mi ha lasciato marcire su un divano imbevuto di lacrime, povero di qualsiasi fonte di calore e di conforto. Nonostante l'azione enormemente fuoriluogo però, non posso rimproverarlo in quanto so che se ha sentito la necessità di andarsene, è stato perchè sapeva di dover affrontare una questione davvero grande, molto più importante di me.

"E per far cosa? Non sarei riuscito a dormire comunque, lo sai."
I suoi occhi mi scrutano furtivi per pochi secondi prima di decidere di entrare definitivamente in casa, lasciando che la porta si chiuda alle sue spalle con un tonfo degno dei tuoni che vorticano sopra le nostre teste.
"Gradirei comunque che rispondessi alla mia domanda. Credo non ti dispiaccia dato che io ho fatto la stessa cosa con la tua, giusto?"

Il suo sguardo però dice altro.

"Non ti serve sapere dov'ero."
Le mani dell'essere sovrannaturale corrono ad afferrare il materiale rivestente la giacca indossata, evidentemente fradicia a causa dell'incessante pioggia, così da poterla sfilare per liberare gli arti intontiti dal gelo che continua a sfregiare l'ambiente esterno. Lo stesso gesto poi viene attuato con le scarpe, ora abbandonate in un angolo vicino all'attaccapanni sul quale ha appesso l'indumento.

The Feelings I Feel For You... (Vkook) #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora