Capitolo 15

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Pov's Jungkook

Il mio corpo è diventato più teso del solito, incordato a tal punto da farmi venire spiacevoli crampi che per poco non mi fanno contorcere dal dolore.
I polmoni non riescono ad inalare l'ossigeno necessario, per cui la respirazione si blocca e il setto nasale inizia a bruciare vista la mancanza d'aria, della quale non può più cibarsi come un tempo.
Gli occhi, invece, si sbarrano senza perder tempo mentre la gola viene graffiata da parole che vorrebbero uscire, ma che al contrario vengono trattenute, tirate giù per far sì che tocchino il fondo dello stomaco, laddove dovrebbero restare per non farsi sentire da nessuno.

Tutto questo, dopo aver visto la figura bionda di un Jackson barcollante che si avvicinava alla nostra postazione.
La stessa persona che mi ha tormentato per anni ed anni, trovando miserabilmente divertente urlarmi contro parole offensive le quali, dannate, mi colpivano più dei pugni che incassavo, adesso mi sta guardando con malizia, disprezzo, odio. E Taehyung deve aver notato la mia rigidità immediata, per questo non si fa scrupoli quando mi si piazza subito davanti, in modo tale da farmi nascondere per tenermi al sicuro.

"Jeon..." come da rituale ormai, strizzo gli occhi nel sentir chiamare il mio nome proprio da quella voce gracchiante. "Povero e indifeso Jeon, sei sempre uno sfigato ma vedo che qualcuno ha deciso di interessarsi a un faccia da cazzo come la tua.
Bene, mi sorprendo."
Non solo, ma digrigno anche i denti per sopportare la profonda umiliazione che avverto, indignato perchè ciò sta accadendo esattamente davanti agli occhi del ragazzo che amo. Io però non avrei mai voluto che assistesse a simili momenti, gli stessi in cui divento più docile del solito in quanto si tratta di tipi estremamente violenti, privi di limiti e paure. Forse è per questo che aggrappo le mani alla possente schiena di Taehyung, stringendogli la felpa in due pugni talmente serrati da dar l'impressione che voglia strappargliela all'istante. E forse è per fare in modo che capisca quanto io abbia seriamente bisogno di lui, il motivo per il quale spiaccico il mio corpo contro il suo, mosso dal desiderio di entrargli dentro per cammuffare il povero me spaventato, dato che dopo a quella piccola, semplice, ma dolorosa parola...

...sfigato.

Tutti i ricordi di un'adolescenza infernale mi si sono ripresentati davanti, in uno straziante loop che la mia mente ha deciso di sfogliare in continuazione.

Riesco ancora oggi a sentire il respiro mozzarmisi come quella volta in cui Jackson e la sua banda mi picchiarono nei bagni della scuola, trascinandomi di peso fino a uno dei tanti water presenti per poi afferrarmi con forza i capelli, sollevandomi la testa così da spingerla di colpo all'interno di quella lurida tazza nella quale la gente fa i propri bisogni.
Era una sensazione davvero orribile perchè era l'acqua, colei che sostituiva l'aria di cui le narici avevano necessità. Ed era proprio lei la causa che m'impediva di gridare in cerca d'aiuto, poichè inondava la cavità orale ogni qualvolta tentassi di aprirla. Ed era sempre lei l'artefice che portava le poche forze che avevo, a venir sempre meno. Allora la testa girava, e girava, e girava, perchè quei pezzenti non imitavano le azioni che venivano viste nei film.

No.
Assolutamente.
Non si addicevano alle loro maniere vandaliche, per cui avevano un modo proprio per farlo. E ciò, giustamente, ha sempre spiegato i numerosi collassi che mi devastavano nell'arco di poche ore, ai tempi liceali.

Jackson era spietato.
I suoi amichetti altrettanto.
Questa è la ragione per la quale non immergevano mai la testa contando i secondi, bensì i battiti.
Se la facevano sprofondare una volta, soprattutto nel mio caso, non la rialzavano fin quando uno di loro non controllava le pulsazioni, così da sapere quando rallentavano per bisogno d'ossigeno. Solo allora, dopo interminabili minuti di apnea, la tiravano all'indietro non permettendomi nemmeno di inspirare come si deve perchè l'affogavano nuovamente, fino a quando l'ultima palpitazione indebolita non sarebbe giunta alle loro orecchie. Ed è inutile specificare che abbiano di molto oltrepassato il mio limite, quando si svegliavano con la Luna storta.

The Feelings I Feel For You... (Vkook) #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora