Capitolo 6

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Pov's Taehyung

Il mio corpo si irrigidisce all'istante quando sento quelle parole. Il sangue nelle vene inizia a scorrere con più enfasi facendo ricadere tutta quella furia sul mio cervello, quasi dicendogli di lasciar prendere il sopravvento alla rabbia e di preparasi per andare all'attacco.
Quell'attimo di furore viene, però, cacciato via da una domanda che sorge silenziosa nella mia mente. A piccoli passi si è intrufolata in essa e ha deciso di restarci per un bel po', tormentandomi con quella fastidiosa fiamma di preoccupazione accesasi nel petto.

'Quanto male vogliono ancora fargli?'

È da tanto che ci penso, precisamente da quando ho imparato a conoscerlo standogli vicino.
Rare erano le giornate in cui non si perdeva a fissare il vuoto più assoluto, e a volte restava perfino minuti interi senza batter ciglio, quasi stesse fissando una scena che prendeva vita davanti a lui, rapinando del tutto il suo sguardo.
Sembrava così gracile mentre si trovava nella sua dimensione interna, così abbattuto, privo di uno scopo, spoglio di qualsiasi movimento, povero di emozioni positive.

Io allora rimanevo in silenzio, indeciso sul da farsi.
Non so perchè, ma avevo quella strana impressione che se per caso avessi dovuto toccarlo o scuoterlo per farlo riprendere, lui si sarebbe sgretolato davanti ai miei occhi, anche con un semplice sfioramento dei polpastrelli, esattamente come un piccolo castello di sabbia.
Poi però finiva sempre alla stessa maniera: un flebile lamento usciva dalle sue labbra mentre un'espressione sofferta prendeva forma sul suo viso, allora le mani andavano a cercare vogliose le mie per intrecciarsi, forse perchè aveva bisogno di un'ancora, di qualcuno che lo tenesse stretto a sè per fargli aprire gli occhi e capire che non stava sul serio rivivendo un determinato episodio, non era realtà ciò che vedeva, ma solo un frutto marcio dell'immaginazione.

C'erano, inoltre, anche quei momenti in cui sorrideva, quando a me scappavano frasi senza senso e senza fondo, oppure quando senza farlo a posta, mi ritrovavo protagonista di alcune scene sdolcinate, cosa che non mi dispiaceva poi così tanto.
E lui allora sorrideva.
Sorrideva per davvero.
Un sorriso a dir poco mozzafiato, tanto da avermi fatto incantare più e più volte.

Alla fine è pur sempre vero che non saprò vita, morte e miracoli di lui, ma di una cosa sono più che convinto.

Ha sofferto.
E anche tanto.

Potrei addirittura metterci la mano sul fuoco e lasciarla bruciare per ore, fino a quando non si trasformerà in nient'altro se non in un mucchio di cenere.
Erano più gli episodi tristi durante i quali la sua bocca si animava, sbiascicando timidamente le frasi più profonde, sentite, che io abbia mai udito, piuttosto che i momenti spensierati. E sono convinto del fatto che quelle specifiche espressioni superino di molto gli aforismi elaborati dai più celebri filosofi.
Dev'essere per forza così.
Perchè quelle non erano semplici parole buttate al vento, magari dette con troppa facilità e altrettanto disinteresse.

No. Affatto.

Erano invece qualcosa di più misterioso, qualcosa che conteneva un oceano di pensieri all'interno, talmente abissale da portare Jungkook a parlare sempre con voce tremolante, forse perchè quelle parole avevano un così pesante masso addosso da schiacciare ogni fibra di lui, portandolo allo sfinimento.

"Non ti succederà niente sta notte. Io rimarrò con te, dormirò qui."
Sono più che deciso a non lasciarlo da solo, soprattutto adesso, quando c'è di mezzo la sua vita.
Nonostante il mio dimostrarmi in parte distaccato inizialmente, facendogli anche capire che non mi è mai interessato di nessuno se non di me stesso, provo malinconia per il suo essere, per la situazione in cui si ritrova.
Vederlo così poi, fragile tra le mie braccia, bisognoso di conforto e protezione, mi destabilizza e mi mette in soggezione davanti alla mia persona, quella parte di me alla quale tutto passava per indifferente.

The Feelings I Feel For You... (Vkook) #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora