Capitolo 6

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Sono in mensa con le mie amiche e continuo a pensare a che cosa farò oggi. Non posso credere di essermi davvero iscritta. Non vedo l'ora.
"Claire, ci seii?" dice Emma risvegliandomi dai pensieri.
"Si, scusa è che sono stanca, non ho dormito niente" rispondo.
In fondo è vero questa settimana è iniziata malissimo, e tutte quelle cose mi hanno dato alla testa.
"A me non sembra per la stanchezza" continua Emma sempre più curiosa di sapere cosa mi stesse trattenendo.
Fortunatamente arriva Cameron che mi salva.  "Ehi ragazze".
Lo adoro.
"Di cosa state parlando di così interessante?" dice Cameron, avvicinandosi ad Emma, e lasciandole un bacio sulle labbra.
Sono troppo carini insieme a volte li invidio.
"Ah niente di che anche perché adesso la campanella sta suonando" dico io cercando di non approfondire sull'argomento a cui stava per arrivare Emma, l'avrei uccisa.
"Bene, allora noi due andiamo" dicono in coro Cameron e la mia amica.

Intanto io e Lauren finiamo un attimo il nostro frullato alla fragola e ci alziamo.
Subito vedo arrivare Dylan che mi sta venendo incontro.
"Ehi" dice salutando me e la mia amica.
"Ciao Dylan" rispondo sorridendo.
Ad un certo punto, mi accorgo che Lauren mi ha già lasciata da sola con lui. Finirà per morire anche lei se continua a fare così.
"Oggi hai qualcosa da fare?" mi domanda.
"Beh in realtà dovrei andare da una parte, e poi sono in punizione per 2 mesi" dico cercando di fargli capire la situazione.
"Ah ok, allora ci vediamo in giro, e scusa per il disturbo" dice un po' freddo. Credo che non se lo aspettasse. Però dai, ci conosciamo da tre giorni, come pretende di uscire con me.
"Mi dispiace molto, però abbiamo molti altri giorni per trovarci non trovi?" dico, sperando cambiasse d'umore.
"Si giusto, hai ragione" dice sorridendo.
"Ok, allora ci vediamo in giro" lo saluto iniziando a camminare fuori dalla mensa, ormai quasi del tutto vuota.
"Ci vediamo".

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Finalmente posso andarmene da tutti, e stare un po' in silenzio.
Ovviamente non avendo la bici per andare a box, devo usare le mie gambe e quindi camminare, ma non è un problema per quello, tanto è vicino.

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Sono davanti alla palestra, ed entro. C'è un uomo che suppongo sia quello che ho chiamato per l'appuntamento.
"Scusa te sei Marcus?" dico io un po' timidamente.
"Si, te chi sei?" risponde confuso.
"Io sono Claire, quella che ha chiamato ieri per un appuntamento".
Intanto vedo il ragazzo che mi squadra da capo a piedi come per dire che non sono adatta a questo sport.
Oddio mio, anche lui ci si deve mettere? Ma ce la fate?
"Ok, seguimi" dice lui.
"Allora, quello è lo spogliatoio per cambiarsi, quando l'hai fatto, basta che aspetti un attimo, e arriverà il tuo allenatore" mi spiega.
"Ma, non devo lavorare con te?" chiedo.
"No, oggi sono impegnato, ma quando arriverà il mio allievo migliore cambierai d'umore" dice accennando un sorriso.
"Ok, grazie".

Mi vado a cambiare e quando esco aspetto dove mi ha detto Marcus.
È da 8 minuti che sono qui, e non c'è traccia di nessuno, forse sono stata troppo veloce. Siccome non ho voglia di aspettare, mi metto i guantoni da box, e salgo sul ring, e inizio a dare pugni e calci al sacco, prima piano e poi sempre più forte.
È una sensazione strana, mi sento più libera. Adoro troppo, e non so come ma non riesco più a fermarmi, dà così tanta adrenalina, mi sento più forte, più guerriera.
Non sono più debole, è come una corazza, e nessuno può distruggerla, neanche le onde più alte del mare, siamo una cosa sola.
Continuo a dare pugni infiniti non mi fermo, è tutto così veloce e bello.
Purtroppo però qualcuno inizia ad applaudire, e mi accorgo di avere gli occhi chiusi, così li apro e vedo Dylan davanti a me che sorride con malizia. 

"Che ci fai qui?" dico con una faccia
da dura.
"Sono il tuo nuovo allenatore" dice lasciandomi spiazzata.
"Non pensavo fossi così tanto brava,... quindi era questo quello che dovevi fare di così importante" continua.
"Beh... si" dico cercando di dire meno parole possibili.
Non volevo continuasse ancora a parlare, oltretutto con me.
"Comunque non devi metterci troppa forza, sai? Rischierai di farti male, per esempio spaccarti una mano, e io non voglio portarti all'ospedale" dice lui divertito ma sempre un po' serio.
"Si forse hai ragione, ma è un po' difficile" dico con una faccia non molto convinta.
"Beh, sono qui per aiutarti, giusto?" dice Dylan.
"Ma non ti disturbo?" dico cercando di fargli capire che non voglio.
Purtroppo però lui non vuole mollare e ignora la mia domanda salendo sopra il ring.
"Ok, allora iniziamo con qualcosa di semplice, pugno, calcio, pugno, calcio e così via... ma ricorda non usare troppa forza" finisce di spiegarmi.
"Ok capo".

Inizio come mi aveva detto lui, però un momento dopo i miei pugni si fanno più forti, mi sento di nuovo una guerriera, ed è bellissimo.
Lo so che non dovrei farlo, ma non riesco a fermarmi.
"Claire controllati, vai più piano" mi raccomanda un po' preoccupato e continuando a guardarmi con quegli occhi verde smeraldo.
Non lo so il perché ma non lo ascolto e continuo, continuo senza fermarmi, fino a quando non sento buttarmi per terra. Dylan mi sta tenendo stretta, ed è solo adesso che mi riprendo.
"Ma che cazzo stai facendo?" dico io un po' confusa.
"Claire, lo so che è difficile, ma non riuscivi più a controllarti e sono dovuto passare alle maniere cattive per fermarti" dice cercando di capire il perché questo mio comportamento.
"Scusa" mi alzo. "Non volevo; ti ho fatto male per caso?" continuo a scusarmi per questa mia aggressività.
"No, non mi hai fatto niente, però credo che tu debba avere delle lezioni più profonde su questo.
Potresti ammazzare qualcuno, ok beh non dico ammazzare, ma potresti fargli male, capisci?" dice ancora preoccupato.
"Va bene, però, ecco...non so cosa mia sia preso".
"Tranquilla, adesso però, credo che per oggi basti ok?".
"Ok".

Mi vado a cambiare e vedo Dylan che mi aspetta appoggiato ad un muro.
"Eccomi".  Forse un po' sono riuscita a riprendermi. Ho fatto proprio un casino.
"Vieni ti accompagno a casa" dice mettendo un braccio attorno alla mia spalla, come per tenermi stretta a lui.
È strano da dire ma mi sento protetta.

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Durante il tragitto non abbiamo proferito parola. Nessuno aveva da dire niente. Arriviamo davanti a casa mia e lui inizia a parlare.
"Bene, allora ci vediamo domani a scuola, e ricorda di chiedermi aiuto per le lezioni di box, se non vuoi ritrovarti come oggi, va bene?" dice Dylan, accennando un piccolo sorriso, che marcava le sue due fossette a lato della bocca.
"Ok, ne terrò conto, e grazie" rispondo io lasciando che le mie labbra si aprissero in un grande sorriso.
Scendo dalla macchina e lo saluto un'ultima volta con un cenno della mano.

Fortunatamente i miei non mi hanno detto niente, a parte mio papà che ha sempre da ridire.

Ho appena finito di fare i compiti anche perché domani ho la verifica di inglese e non voglio essere impreparata. Non so quando dirò ai miei che sto prendendo lezioni di box, tra l'altro dal ragazzo che non vogliono che io frequenti.
E non so neanche quando farò pace con loro.
Intanto però mi vado a fare la doccia, poi mi metto il pigiama e infine mi infilo sotto le mie amate coperte e mi leggo un libro.
Adoro leggere, perché mi piace immedesimarmi nel personaggio, vivere la sua vita anche quando sta male... mi sento in un certo senso meglio di come mi sento nella vita vera.
Dopo un'ora rifugiata nel mio piccolo mondo della lettura, mi metto a dormire, sperando di non fare più figure di merda, tipo addormentarsi durante la lezione.
A pensarci mi viene da ridere.

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