Ed ecco la sveglia che suona.
Un'altra giornata in arrivo. Chissà cosa avranno deciso i miei ieri sera, dopo la chiacchierata che abbiamo fatto. Gli ho spiegato il perché non potevano, e credo di avergli fatto cambiare idea.Mi preparo e vado a fare colazione, spero di non incontrare nessuno. Purtroppo però non credo di avere tutta sta fortuna.
"Ciao Claire" dice mia mamma.
"Ciao,... ma papà non c'è?" chiedo io.
"No è già andato a lavorare, comunque..." prende un sospiro prima di parlare e poi continua.
"Abbiamo deciso che non andremo dai genitori di quel Dylan, ma ti verremo a prendere a scuola ogni giorno" dice lei. "Oddio grazieee!!!" esclamo.
Finalmente una bella notizia, anche se dovrò in un certo senso essere sorvegliata.
"Si ma ti è andata bene,... ah e oggi ti viene a prendere papà" dice.
Faccio un piccolo urletto di emozione, e poi lascio un veloce bacio a mia mamma.---------------------------------------------------------
Adesso Dylan sarà felice, spero. Gli dirò tutto quanto, ma ora che ci penso, ieri durante la chiamata ha detto che mi avrebbe raccontato meglio sulla sua famiglia. Spero vivamente che non si incazzi di nuovo come la scorsa volta, perché non è stato molto bello.
---------------------------------------------------------
Entro a scuola, e prima di andare dai miei amici, cerco Dylan. Dopo neanche un minuto lo vedo che sta parlando con il suo solito gruppetto e allora evito di andare a disturbare. Ma quando mi giro lo sento chiamarmi per nome e arrivare correndo verso di me.
"Ehi, allora... i tuoi che hanno detto?" domanda cercando il mio sguardo.
"Ecco... purtroppo sono ancora incazzati e hanno detto che faranno di tutto per trovarli" mento io.
Adoro troppo fare gli scherzi alle persone. Cerco di non ridere, ma mi è difficile; infatti dopo qualche secondo scoppio come se non ci fosse un domani. Lui mi guarda confuso e allora decido di parlare.
"Ahaha... era uno sche... scherzo!" esclamo tra una risata e l'altra. Dylan sembra avere capito e inizia a farmi il solletico.
"L'hai voluto te peste, non si scherza con i Miller" dice continuando.Intanto io non finisco più di ridere e per questo mi vengono le lacrime agli occhi.
"Daiii,... basta Dy... Dylan".
Lui dopo un po' la smette e gli spiego le cose come stanno.
"Ok va bene, adesso ti dico la verità. I miei hanno scelto di lasciar stare la questione, ma la notizia brutta è che mi verranno a prendere a scuola ogni santo giorno".
"Oddio, mi hai fatto prendere un colpo prima" dice passandosi una mano sulla fronte.
"Si ma riguardo ai tuoi che ti vengono a prendere non mi piace... insomma così non ti potrò più rapire e portarti a mangiare fuori" dice facendo il finto imbronciato. Io arrossisco al sentire quelle parole, e lui quando se ne accorge, fa un sorrisetto malizioso. Fortunatamente però c'è sempre la campanella a salvarmi.---------------------------------------------------------
Ho appena finito scuola e subito vedo la macchina di mio padre parcheggiata proprio davanti all'edificio. Non so se si è dimenticato, ma ho delle gambe e non serve che si metta lì in piena vista. Apro lo sportello, e salgo.
"Ciao papà" dico salutandolo.
"Ciao, come è andata a scuola?" domanda con una faccia un po' allarmata. Ok che non volete che io incontri Dylan, ma non serve che vi preoccupate in questo modo."Tutto bene" dico solamente. "Sei stata con i tuoi amici?" continua. "Papà, non serve che adesso mi chiedi ogni cazzo di volta con chi sto ok?" dico iniziando ad alterarmi.
"Modera il linguaggio Claire" dice rimproverandomi. Ma siamo matti?
"Papà ho 18 anni, posso tranquillamente dire quel cavolo che voglio, va bene? Se per te sono ancora una bambina, significa che sei ancora indietro!" esclamo incazzata. Dopo questo, scendo dalla macchina e cammino sempre più veloce. Intanto c'è mio padre che continua ad urlare di venire, infatti tutti i ragazzi lì presenti si girano e guardano la scena come degli stupidi.
Ma fatevi una cazzo di vita dio mio.
Prendo la strada per arrivare alla palestra di box, ma vengo fermata di nuovo da mio papà che non molla."Ascoltami signorina, tu adesso vieni con me e la finiamo una volta per tutte ok?".
"Tu non mi dici cosa devo fare, non voglio venire con te perché ogni fottuta volta che iniziamo a parlare, scateni un putiferio" dico.
Lui come risposta mi dà uno schiaffo. Io mi tocco la guancia e lo guardo con disgusto.
Mi giro per continuare per la mia strada e le lacrime iniziano a scendere. Non posso credere che sia arrivato fino a questo punto. Da lui non me lo aspettavo.---------------------------------------------------------
Arrivata in palestra, mi prendo una sala tutta per me. Marcus mi ha anche chiesto cosa avevo dato che sto ancora piangendo.
Appena inizio a dare pugni, giro l'occhio e vedo che sta entrando anche Dylan. Lui quando mi vede in quelle condizioni corre subito da me, e senza pensarci due volte mi abbraccia.
Io ricambio e gli sussurro 'stringimi forte'.
Stiamo lì per un tempo che non so descrivere, ma mi è bastato per calmarmi. Mi sento così protetta insieme a lui. Quando ci stacchiamo, mi guarda un attimo, e poi mi asciuga le lacrime."Cosa è successo?" chiede ancora un po' preoccupato. "Se non vuoi parlarne non importa, non sei obbligata". Credo che sia meglio dirgli tutto, ne ho bisogno.
"Ecco... mio papà è un rompi coglioni, non si fida di me, pensa ancora che io sia una bambina, ma non capisce che prima o poi le persone cambiano, ora è adulto e non può capire la mentalità di noi adolescenti,... e questo mi dà fastidio. Mi dice che devo frequentare solo il tipo di persone che piace a lui. Solo,... non sa niente di come mi sento io, non può neanche immedesimarsi nei miei panni, capisci?" dico con voce tremolante.
"Beh non sei l'unica con questo problema, sappiamo tutti che i genitori sono sempre state delle persone protettive e a volte ci si litiga insieme, ma è normale. Non devi sentirti male, non ti fa bene, invece di stare lì impalata, bisogna affrontare i problemi, da soli oppure in compagnia di qualcuno. Purtroppo quando si cresce, si inizia a perdere tutta questa sicurezza nel fare cose che magari facevamo in un'età passata. Tu sei sua figlia, e lo sta facendo perché ti vuole proteggere,... e perché ti vuole bene".Sono davvero colpita dalle parole che ha detto Dylan. Mi stanno facendo ragionare molto in questo momento.
"Sai un po' hai ragione. Terrò sempre conto delle parole che mi hai riferito, mi hanno colpita molto" dico, prendendo una mano di Dylan e appoggiandola sul mio petto. Lui guarda prima questa, e poi mi fa un piccolo sorriso.
Ci abbracciamo per l'ultima volta e dopo si offre di accompagnarmi a casa.
STAI LEGGENDO
Il nostro infinito
RomanceClaire Walker è una ragazza molto riservata, ha quasi 18 anni, ed è al suo ultimo anno di liceo. Però non sa cosa le aspetterà nella vita. Proprio il primo giorno, incontrerà Dylan Miller. Stronzo, strafottente, che va a letto con la prima ragazza c...