Capitolo 10

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Sono nell'ufficio del preside e potrei svenire da un momento all'altro.
Ho paura di come la prenderanno i miei. Ma comunque ritorniamo a noi.
"Claire... sai della condizione grave in cui ti trovi, vero?" dice il preside iniziando a guardarmi.
"E sai che potresti essere sospesa?".
"Si ne sono consapevole, solo che non so cosa mi sia preso, scusi tanto, io non volevo" dico con un tono alquanto basso.
Mi dispiace molto per la prof, ma non è colpa mia se ho perso il controllo.
"So che non volevi farlo apposta, i tuoi genitori hanno detto che ci sono un po' di problemi in famiglia" parla lui.
"A volte si, ci troviamo di fronte a litigate, ma in realtà non c'entrano niente i miei" rispondo.
"E allora cos'è che ti turba, voglio che tutti gli studenti stiano bene, quindi se non ti dispiace mi piacerebbe capire, ovviamente senza entrare in cose troppo personali, devi solo permettermelo".
"Non so neanche io cosa ho che mi turba, forse sono solo stanca, niente di più" dico, cercando di farla finire con questa storia.
"Se non ne vuoi parlare non importa, però credo di dover passare alla sospensione e sono costretto a chiamare i tuoi genitori" dice quest'ultimo provando a farmi cambiare idea.

Col cavolo, può anche sospendermi, ma io con lui non parlo della mia vita, che se lo metta in testa.
"Allora Claire hai deciso?" mi incita.
"Ho deciso che mi terrò la sospensione" queste sono le parole che sono uscite dalla mia bocca.
È davvero strano sentirmi dire ste cose. Io che poi sono una che ha avuto sempre il terrore delle sospensioni.
"È sicura?" continua. Ancora va avanti? Io la mia decisione l'ho presa, punto e basta.
"Sicura" dico decisa.
"Bene... allora a partire da domani starà a casa per 5 giorni, e dopodiché potrà ritornare, ora però devo chiamare i suoi genitori" mi spiega.
E adesso dovrò vedermela con loro. Evviva!!

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Dieci minuti dopo, sento delle voci provenire da fuori e subito capisco  che sono arrivati.
Sento parole tipo "dovrà vedersela con me" oppure "gli aspetterà una lunga punizione".
Voglio sotterrarmi. Aiutatemi.

Il preside entra e mi chiama dicendomi che sono lì fuori ad aspettarmi.
"Ciao mamma, ciao papà" dico indifesa.
"Ti devi vergognare lo sai? Ma ti sembra il modo di fare così? Sei sempre stata tranquilla e sappiamo che non sei una manesca" urla mio papà, così tanto che anche i miei timpani ne risentono.
Sono rimasti molto indietro. Anche perché tutto è iniziato il giorno prima di scuola, a quel fottuto supermercato.
"Io non volevo papà, mi stavo innervosendo e ho perso il controllo" dico con voce tremolante.
"E allora come me lo spieghi il pugno dato alla professoressa?".
Ma domande più semplici no? Non lo so neanche io come ho fatto.
"Non mi ricordo, era tutto sfocato e mi è partito il braccio" mi giustifico ormai all'estremo, cercando di convincerlo.
"Beh, secondo me non è vero, ci sarà un motivo più valido per spiegarlo, non dire bugie Claire" alza la voce.
Intanto guardo mia mamma che non apre bocca, forse non vuole essere trasportata in questo casino.

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Sono a casa e durante il viaggio in macchina solo mio papà, perché sottolineiamo solo lui, non ha fatto altro che rimproverarmi e urlare neanche fosse un dinosauro in calore.
L'unica cosa che mi ha lasciato fare, è dire a Emma e Lauren che non sarei venuta con loro doposcuola, e figuriamoci se mi avesse lasciata anche a dormire lì.

Adesso sono ufficialmente in punizione per 1 mese, che se ci penso è tanto.
Mi hanno anche ritirato il telefono e il computer. Però guardiamo il lato positivo, almeno starò a casa per cinque giorni. Anche se non so che farò. Beh, in realtà qualcosa da fare ce lo avrei, cioè lavare dappertutto e sistemare la mia camera. E tutta questa è stata un'idea dei miei genitori.
Ora sono seduta nella mia adorata sedia vicino alla scrivania, a fare quei cazzo di compiti.
Però dopo due minuti, la mia testa si ferma su un pensiero, più che un pensiero, una persona.
Dylan. Mi ha aiutato molto, anche se non dovrei essere qui a ringraziarlo, perché prima del casino ero incazzata con lui in una maniera assurda.
Se mi ricordo bene si era baciato con la moretta, e poi si è messo a ridere perché non sapevo niente e continuavo a balbettare.
Solo per dire é.

Ok ora basta pensare a quel Mr. Occhi magnetici, piuttosto mi devo concentrare a studiare biologia, che domani... giusto domani non vado a scuola, quindi tanto vale fare i compiti. Massì per un giorno.
Per rilassarmi vado a farmi una doccia calda. E appena entro inizio di nuovo a perdermi nei miei più profondi pensieri.

Come ogni volta, non mi accorgo del tempo, e appena vedo l'ora realizzo che sono stata dentro un'ora abbondante. Vado fuori, mi asciugo e poi mi metto subito il pigiama così sono già pronta e stasera non devo metterlo. Meglio stare comodi che soffrire tutto il giorno.

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"Claire è pronto" urla mia mamma dal piano di sotto.
"Si arrivo, un attimo" rispondo io.
Faccio un sospiro lungo prima di andare giù. Lo ammetto ho un po' di paura, soprattutto se hai dei genitori così rompi scatole e severi.

Dopo questa piccola pausa, scendo e mi dirigo in cucina dove sento subito un profumino di pizza.
Per fortuna qualcosa di buono. La felicità vola sempre nella casa Walker.
"Evviva pizza!!" esclama mio fratello tutto esaltato. Che scemo. Rido a vederlo.
Finita la scenata di Ronny mi vado a sedere.

Quando tutti prendono posto e iniziano a mangiare, compresa me, regna il silenzio più assoluto, si sente solo la televisione che va.
Non mi aspettavo niente di tutto questo. Beh, si, a volte mia sorella interveniva, raccontando di cose che aveva fatto durante la giornata, ma dei miei che mi rivolgevano la parola  non c'è stata traccia.
Sicuramente sono incazzati con me, e lo fanno apposta.
Meglio così, non voglio assistere ancora a conversazioni come in macchina.

Finita cena, vado di sopra e mi butto sul letto, fino a quando mi addormento e non apro più occhio.

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