Capitolo 20

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Sto ancora pensando a quello che è successo oggi in classe. Ancora non riesco a ritornare alla realtà, non può essere così maligna. Si vuole pure approfittare di Dylan, e gliel'ho letto in faccia quando mi ha fatto quel sorrisetto falso.

Lauren mi sta parlando ancora solo che io non la sto ascoltando.
"Hai capito quello che ti ho detto?" domanda lei cercando il mio sguardo. "Lucas mi ha invitata a mangiare fuori, c'è ti rendi conto?" urla esaltata.
"Ma è fantastico!" esclamo io abbracciandola.
"Dai adesso andiamo in mensa sennò ci portano via i posti" dice  facendomi segno di seguirla.

Arrivate dentro la sala piena di ragazzi e ragazze in preda al panico per mangiare, ci mettiamo in fila per prendere la nostra merenda.
Oggi credo che prenderò un sandwich, li fanno buonissimi anche se lo so che ci troviamo in una mensa, e non è che il mangiare sia dei migliori.

Finito di prendere la nostra porzione, ci dirigiamo in un tavolo libero, ma all'improvviso vengo spinta da qualcuno dietro di me, che mi rovescia tutto il frullato addosso. Appena mi giro tutta piena di quel liquido appiccicoso, vedo Emily.
"Oh scusa, non volevo, però anche te potevi stare attenta!" dice lei con un tono stridulo e tamponando un po' con un tovagliolo la mia maglietta sbromba. Giuro la ammazzo se non se ne va.
"Non toccarmi, eh comunque sei te quella che mi è venuta addosso ok? Smettila di fare tanto la troia, e di usare le persone come giocattoli" dico incazzata.  "Mica colpa mia se nessuno ti guarda, sai è sempre così, le più deboli si sfogano su quelle più popolari tipo io" dice Emily.
Credo che lei non sappia che faccio box.
Adesso perdo la pazienza. Sono pronta per mollargli uno dei miei mitici pugni, ma qualcuno mi ferma tenendo il mio braccio, prima che arrivi sulla faccia di Emily.
"Ma che cazzo fai Dylan?" domando girandomi e trovandolo faccia a faccia con me.
"Vieni con me" dice lui sottovoce, afferrando il mio polso. Cerco di dimenarmi dalla presa ma fallisco in pieno.

"Claire, seguimi, stiamo dando spettacolo, ci conviene andare se non vuoi prenderti un'altra sospensione".
Ovvio che non voglio essere sospesa ma siamo matti. Credo proprio che mi tocchi seguirlo.

Annuisco e iniziamo a camminare mano nella mano, intanto in lontananza si sentono i continui scleri di Emily che chiama per nome il ragazzo che è vicino a me. Mi soffermo un attimo per guardarlo. Ha la mascella contratta e nei suoi occhi leggo preoccupazione, ma allo stesso tempo è attento, e fottutamente sexy. Appena ripenso all'ultima parola, scuoto la testa come per scacciare via quel pensiero. Non posso averlo fatto davvero.
"Vieni qua dentro" dice andando dentro ad uno sgabuzzino. Quando chiude la porta dietro di noi, mi accorgo che è molto ristretto lo spazio, così tanto che i nostri nasi quasi si toccano, riesco a sentire il respiro di Dylan su di me e non so perché ma mi fa sentire bene. Mi sento protetta insieme a lui e so che sbaglio ma è difficile.

"Lo sai che stavi per fare una cazzata prima? Fortuna che ci sono sempre io a salvarti" dice lui con un sorriso malizioso che marca anche le fossette a lato della bocca.
"Me la potevo cavare anche da sola, e comunque io sono ancora arrabbiata con te, quindi non dovrei neanche essere qua a parlarti" dico girandomi e dandogli le spalle.
"Beh io invece no" dice Dylan. "Non sono arrabbiato, sei te quella testarda" dice avvicinandosi e sfiorando con una mano il mio braccio. A quel tocco mi sale un brivido lungo tutta la schiena e senza accorgermene la inarco un po'. Lui sembra essersene accorto e continua.
"Non pensavo di farti questo effetto sai?" domanda quasi sottovoce. "Non sei l'unico, a me basta che qualche ragazzo mi tocchi e io reagisco così, quindi non sentirti superiore".

Cavolo l'ho detto davvero? E adesso che penserà? Sicuramente mi prenderà in giro per il resto della vita. Lui sta per rispondere, ma viene preceduto dalla voce di qualcuno che ci sta chiamando da fuori. Cazzo quella è la voce del preside. Ora si che siamo nella merda.
"Shh, esco prima io" dice Dylan facendomi segno col dito di fare silenzio. Apre la porta e prima di varcare la soglia, mi prende di nuovo la mano così che possa seguirlo.
Usciamo insieme e vediamo un preside un po' incavolato. Beh alla fine non è che abbiamo fatto qualcosa di enormemente sbagliato. Intanto ci sono un sacco di studenti che fanno foto. Ma si fanno gli affari loro?
"Mi spiegate che succede?" domanda il dirigente con serietà. Noi lo guardiamo e capisce subito che è meglio parlarne da qualche altra parte.
"Seguitemi, tutti e due, nel mio ufficio". Ora si che sono nella merda.

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