11. Atene e Sparta

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A sentire quel nome Jeongguk sgranò gli occhi. I Jeon e i Park erano in guerra ed in conflitto da anni. I due branchi erano come le antiche città di Atene e Sparta. Da una parte vi erano i Jeon, un popolo tranquillo che amava stare in tranquillità e che amava l'arte. Dall'altra parte invece i Park, un branco basato sulla guerra e sul dominio.

Jeon alzò la testa, cercando di restare lucido nonostante la testa che girava peggio di una giostra.

Davanti a lui ci stavano Chanyeol insieme al suo gruppetto di generali: Lee Felix, Bae Joohyun e Luhan.

Tutti e tre erano molto giovani, ma di una cattiveria inaudita. Il primo sapeva come torturare ed espellere informazioni pure dal più fedele dei soldati. La ragazza era una maga della seduzione. Si fingeva una di quelle omega date ai soldati per farli rilassare e distrarre durante la guerra e poi li uccideva. Mentre l'ultimo, Luhan, era uno stratega nato. Probabilmente era stato lui ad ideare quel piano per conquistare i Jeon.

"Park." Si alzò Jeongguk, mentre Jin lo teneva per i fianchi così da evitare un'altra rovinosa caduta. "Vedi di andartene! Hai già fatto abbastanza. Se rimani qui solo un secondo di più scatterà una guerra!".

"Perchè dovrei andarmene Jeon? Ormai ti ho in pugno. Il mio branco ha sottomesso il tuo, la tua preziosa casa è andata distrutta e tu ormai se sul punto di morire, proprio come la tua mammina. E poi morire per cosa?" Rise l'alfa dai capelli lunghi e rossi. "Per non far soffrire il tuo stupido compagno? Sei davvero così innamorato da rischiare addirittura la vita pur di proteggere quell'errore della natura e preferire la sua vita a quella di tua madre?" Rise indicando Taehyung e, sentendo nominare lui e sua madre, Jeongguk ringhiò. Non doveva permettersi di nominarla dopo che era morta per colpa sua.

"Non osare parlare di mia madre. É morta per colpa tua!" Ringhiò, mentre i suoi occhi diventano di un rosso acceso. "E non osare insultare il mio compagno!" Disse con voce da alfa, facendo sussultare il suo compagno e pure Joohyun. Erano entrambi omega e suscettibili alla voce da alfa, nonostante la ragazza cercò di nascondere quel sentimento di sottomissione.

"Qualcuno si é incazzato perché gli abbiamo insultato il giocattolino?" Rise Chanyeol e fece una finta faccia dispiaciuta. "Quello é uno scherzo della natura. Solo le ragazze possono essere omega." Spuntò veleno peggio di un serpente. Era la prima volta che Taehyung sentì una cosa del genere dato che nel loro clan vi era il rispetto verso tutti. Ma nel clan Park vigevano ancora le antiche credenze dove si pensava che omega maschi erano mostri o figli del demonio.

La zanne e gli artigli di Jeongguk iniziarono a crescere ed in un secondo saltò addosso a Chanyeol. Doveva difendere il suo branco, il suo compagno e rivendicare la morte della madre.

Gli altri presenti non osarono intervenire. I tre generali ammirarono la battaglia dei due, mentre nell'altro gruppetto pregavano solo che Jeongguk ne uscisse indenne. Stava pregando persino Jimin che, nonostante non stesse vedendo nulla, voleva aiutare.

Il dolore era sparito poiché sormontato da un sentimento molto più grande: la rabbia. Tutto quel teatrino però venne interrotta da una voce conosciuta da tutti.

"Chanyeol. Smettila di lottare con questo pezzente. Non vorrai mica rovinarti i vestiti, vero?" Baekhyun stava camminando con le mani in tasca verso l'alfa dai capelli rossi.

Entrambi i combattimenti si fermarono ed alzarono lo sguardo. Quello di Jeongguk era colmo di odio, mentre quello di Chanyeol indicava solo orgoglio. Il suo compagno era stata una spia perfetta.

"Hai ragione tesoro." Si alzò, lisciandosi la camicia nera e cinse la vita del beta dai capelli rosa, dandogli un bacio a stampo. "Sei stato un'ottima spia in casa Jeon."

"Tu! Lurido bastardo traditore!" Jeongguk cercò di saltargli addosso, ma venne fermato da Taehyung. Si stava preoccupando per il suo compagno, vedendolo barcollare per la fatica.

"Ti prego. Stai già abbastanza male." Singhiozzò l'omega. A poco serviva combattere contro un altro alfa nelle pessime condizioni in cui stava. Tanto valeva andare a riprendersi da qualche parte e poi tornare con il massimo delle forze.
Guardandolo negli occhi Jeongguk riuscì a calmarsi e le zanne e gli artigli svanirono. Taehyung era l'unico in grado di calmare l'alfa.

"Ti bastano davvero un paio di grandi occhioni colmi di lacrime per tenerti buono, Jeon?" Ridacchiò Felix, ma nessuno dei due gli diede peso, rimanendo con lo sguardo incollato l'uno nelle iridi dell'altro.
Lo spazio e il tempo intorno a loro si era fermato e in quel momento c'erano solo loro due. Due occhi rossi che perlustravano tutte le sfumature di due occhi azzurri.

"Che smielati dio mio!" Si lamentò Chanyeol per poi guardare tutto branco dei Jeon. "Andatevene. Ormai questo branco è mio"

Jeongguk abbassò lo sguardo sù Taehyung un'altra volta e lo vide annuire, stringendogli il braccio come per dire: "tanto non abbiamo più nulla per cui combattere qui" ed aveva ragione.
La sua casa e la sua famiglia erano andati distrutti e il branco conquistato.

Jeongguk non aveva più nulla lì.

"Va bene. Andiamo ragazzi."

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