CAPITOLO 1a

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Dodici anni prima:
18 anni.

Sono passati alcuni giorni da quando ho salutato per sempre quel branco di frustrati dei professori del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci.

Voto finale: 69

l'ultima presa in giro da parte di quei falliti.

Sicuramente il fatto che non facessi nulla per tenere nascosto il disprezzo che provavo nei loro confronti non ha mai aiutato.

Loro odiavano me tanto quanto io odiavo loro.

"Sua figlia ha un comportamento ostile, non solo nei confronti della classe, ma di qualsiasi essere vivente che provi ad approcciarsi a lei.
Non abbiamo molto da dire sui suoi voti che inspiegabilmente sono quasi impeccabili, ma il comportamento è tutta un'altra questione.
È volgare e irascibile, non sa cosa significhi portare rispetto.
Inoltre non presta attenzione durante le lezioni, è sempre immersa nei suoi pensieri. Pensi che l'abbiamo beccata anche più volte a fumare nei bagni della scuola, e Dio solo sa se quelle erano semplici sigarette.
E la beffa più grande sa qual è signora?
Ogni volta che viene ripresa non mostra il minimo segno di rimorso, si limita a smettere e torna nel suo mondo"

Li ho sempre immaginati mentre con naso arricciato e sguardi indignati parlavano a mia madre durante le famose udienze.

O almeno credo che questo avrebbero detto a mia madre quei dannati, se solo lei non fosse scomparsa da anni, senza mai fare ritorno.

La mia mamma era la mia migliore amica.

Ricordo ancora quando un giorno, mentre eravamo distese su un prato, avrò avuto 10 anni, mi disse:

"una cosa nella mia vita non rimpiangerò mai, l'averti dato alla luce e tenuta con me".

Dicendolo mi aveva stretta forte guardandomi poi con gli stessi occhi impauriti che hanno i bambini quando sta per volare via il palloncino che dopo ore di insistenza si erano fatti comprare da mamma e papà.

Pur avendo solo 17 anni quando rimase incita di me e pur essendo stata cacciata da casa dalla sua stessa famiglia sapeva, ancor prima che nascessi, che senza di me non avrebbe più potuto respirare

"Sei il mio ossigeno, e sai cosa succede quando non c'è più ossigeno piccola mia?"
Mi sussurrava

Io ormai conoscevo la risposta ma, adorando la sua reazione al mio
"No mamma, cosa succede?",
rispondevo sempre scuotendo la testa.

"Quando non c'è l'ossigeno ci si sente deboli, poi gli occhi si fanno pesanti ed infine il cuore non batte più. Quindi tu devi sentirti fiera, mio raggio di sole, perché sei tu la ragione per cui io vivo, sei tu la ragione per cui sono nata e sei tu la ragione per cui il mio mondo è diventato più bello"

Poi mi accarezzava, mi fissava intensamente ed infine mi faceva il solletico.

Il ragazzo che l'aveva messa incinta si era apprestato a liquidarla non appena saputo la notizia, era stata abbandonata da tutti.

Per fortuna la famiglia della sua migliore amica prese a cuore la sua situazione e decise di accoglierla con sé.

Oltre all'amica e ai suoi genitori, in casa, c'era anche Claudio. Lui aveva 8 anni più mamma, ma questo non lo allontanò dall'idea di innamorarsi di lei, neppure sapendo la sua condizione.

Lei era bella e fragile come un fiore appena sbocciato.
I capelli neri corvino brillavano ogni volta che venivano baciati dal sole.
Gli occhi verdi come smeraldi sembravano ancora più brillanti vista la sua carnagione dai toni del miele.
Il suo sorriso era perfetto, denti bianchissimi spuntavano tra quelle labbra carnose del colore della terracotta e quando, dal silenzio, compariva la sua risata, questa era in grado di riempire il vuoto di qualsiasi stanza e di qualsiasi cuore.

La gravidanza era al termine il giorno in cui Claudio chiese alla mamma di sposarlo e lei senza pensarci due volte rispose di sì, lo amava perdutamente.

NON MI LASCERÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora