CAPITOLO 3

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Non avevo idea di cosa fare, ero da sola e me le ero appena prese da mio "padre", che poco dopo era collassato sul divano con ancora la birra in mano.

Avevo pianto ed avevo gli occhi gonfi,
non per il male perché quello dopo un po' inizi a tollerarlo.

Avevo pianto per la frustrazione, l'essere a conoscenza di una via di fuga senza avere il coraggio di intraprenderla è peggio di un pugno nello stomaco o una sberla in pieno viso.

"Chiama i servizi sociali, chiama il telefono azzurro o qualunque cosa ma sbarazzati di quel verme" continuava a ripetermi la parte razionale dentro me.
Ma ogni volta la paura mi bloccava e mi auto convincevo che quella sarebbe stata l'ultima, che gli avrei dato ancora una possibilità.

Giravo per la pista un po' spaesata e cercavo qualcuno che mi aiutasse a prendere da bere al bancone, ero convinta che non avrebbero mai dato l'alcool ad una minorenne.

È quasi imbarazzante l'idea di essere la vittima di un alcolista ed andare a rifugiarsi nell'alcool ma avevo da tempo compreso il motivo per cui Claudio aveva iniziato.

Per dimenticare, azzerare i sentimenti, spegnere la voce nella testa che ti ripete "sei un fallito"

Ed era quello che volevo anche io.
Ed è il motivo che mi spinge ancora a farlo.

Avvicinandomi al bar incrociai lo sguardo di questa ragazza.

Capelli rosso fuoco, palesemente tinti, lunghi fino a metà testa e poi verso la nuca rasati, tutti raccolti in una coda alta fatta alla perfezione.

Sul volto diversi piercing, uno sul sopracciglio, un septum ed uno sotto il labbro inferiore in posizione centrale.

Da dietro l'orecchio le partiva un tatuaggio che arrivava fino alla spalla, dalle immagini un po' contorte, assomigliava ad una ragnatela ma non ero sicura lo fosse.

Una canotta un po' sgualcita e degli shorts di jeans inguinali.

Ai piedi infine delle zeppe alquanto discutibili. Quella ragazza era un casino fuori tanto quanto lo ero io dentro, e mi aveva colpita.

"sei nuova qui? Non ti ho mai vista e io conosco praticamente tutti quelli che frequentano questo posto" strillò per sovrastare la musica.

Grazie a Dio il primo passo lo aveva fatto lei.

"direi che non sono mai stata in una discoteca in generale"

la mia risposta l'aveva sicuramente divertita, tant'è che mi strinse la mano con fare poco diplomatico, tirandomi a sé e dandomi due baci sulle guance

"il mio nome è Martina, piacere di conoscerti..."

"Chiara"

"allora cosa bevi? Il barista è mio amico e guardandoti sono sicura che non avrà problemi ad offrirti tutto quello che desideri"

Effettivamente aveva ragione, andò proprio così.

Parlammo tutta la sera io e lei e alla fine mi invitò a dormire a casa sua.

Accettai e da quel momento diventammo inseparabili.

"Chiara Dio santissimo quanto ci hai messo? Stacco tra un minuto e Marco ed il suo amico ci stanno aspettando" dice tirandomi a sé stendendosi sul bancone che ci separava.

Eccoci di nuovo, Pony è fidanzata con Marco e si sente in colpa a lasciarmi da sola quindi ogni sera cerca di accoppiarmi con un ragazzo diverso.

A volte ci può stare ma nel 95% dei casi o sono brutti come la fame o noiosi da morire, per non parlare dei pochi che passano le selezioni iniziali per poi dare il via a performance sessuali davvero patetiche.

"Pony stai serena, sai benissimo come andrà a finire, piuttosto hai visto Max?"

Oh Max, la mia anima gemella, il mio migliore amico, a volte anche più di un amico. Lo amo da morire, è la mia mia nemesi e allo stesso tempo la mia fotocopia.

Max è altissimo, un metro e ottantacinque minimo, il suo fisico non è per nulla possente ma è snello e longilineo. Ha dei capelli ricci del colore del manto di un cerbiatto ed usa tenerli abbastanza lunghi in modo da poterseli raccogliere in uno chignone, sostiene lo renda più desiderabile, anche se posso assicurare che non servono i capelli perché accada.

Max ha 23 anni, è mi è stato presentato da Pony poco dopo esserci conosciute.

Lui ha il sorriso sempre stampato in faccia.

È come il sole, quando non c'è ne senti la mancanza e quando appare ti si riscalda il cuore.

La sua positività è spaventosa, ed ha questo spirito paternalistico che tende sempre ad usare nei miei confronti, mi rassicura, mi bacia e mi permette di stare a casa sua, per abbracciarmi durante la notte, quando mi presento alla sua porta dopo uno degli incontri col mio vecchio.

Max è stato la mia prima volta e lo amo, anche se non con quel tipo di amore. E' più come un fratello, in senso lato... Ovviamente.

La ricordo come se fosse ieri, ci conoscevamo da pochi mesi eppure sapeva tutto quello che riguardava la mia vita, anche più di Pony, con cui mi ero apertamente confidata.

Nessun altro sapeva del mio passato né tantomeno del mio presente.

Cosa ne pensate di questo capitolo? Si riesce a capire quando ci sono i salti temporali ? Ho provato mettendo le parti interessate in corsivo. Fatemi sapere! E se la storia vi sta piacendo lasciate un commento o cliccate sulla stellina 🌟
Baci !!!

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