CAPITOLO 18

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"Parliamoci chiaro" dice uno dei tre dottori, presenti nella stanza, rivolgendosi a me.
"Purtroppo ci troviamo di fronte a un epatocarcinoma in stadio avanzatissimo. Il signor Menchini non ha mostrato sintomi specifici che potessero essere troppo discordanti con quelli della cirrosi epatica fino al mese scorso, quando è stato ricoverato per incidente automobilistico riportando fratture multiple e un'emorragia cerebrale che lo ha costretto a coma farmacologico.
Durante i vari esami diagnostici siamo riusciti a individuare metastasi presenti su polmoni, reni e cervello.
Abbiamo quindi sottoposto suo padre a una biopsia che ha dimostrato ciò che temevamo.
Ora signorina arriva la parte difficile. Durante la biopsia abbiamo esaminato il fegato accuratamente e non ho altri termini per descrivere la situazione se non drastica.
Se anche ci occupassimo di ridurre le metastasi in circolo il problema di fondo rimarrebbe lo stesso, il signor Menchini non può vivere a lungo con quel che è rimasto sano del suo fegato e nel suo caso, a conoscenza del suo alcolismo, sarebbe impensabile sperare di riuscire anche solo ad inserirlo nella lista trapianti.
Dopo gli esami eseguiti stamani abbiamo inoltre notato come la situazione sia peggiorata molto, troppo velocemente.
Il danno renale è ingente, il signore da domani verrà sottoposto a dialisi perché solo uno dei reni risulta funzionante e nemmeno al 100%.
L'unica soluzione che possiamo aimè consigliare è una terapia del dolore che riduca al minimo le sofferenze di suo padre.
A oggi però mi prendo il permesso di dirle di non sperare in un'aspettativa di vita maggiore di sei mesi.
Ora signorina vorrei però sapere una cosa da lei. Perché il signor Menchini, pur sapendo di essere un soggetto ad altissimo rischio di sviluppo di tale patologia, non si è mai sottoposto a controlli o visite. Perché non ha mai provato a entrare in un centro riabilitativo o perché anche voi in casa non vi siete mai accorti di segnali evidenti che porta con sè la malattia?. Le sclere o la cute per esempio sono di un colore che anche lei potrà confermarmi innaturale."

Il dottore ha parlato come un disco rotto per dieci minuti consecutivi e nel mentre mi ha mostrato immagini e numeri su numeri. Ora vorrebbe sapere il perché non ho fatto nulla per Claudio, sembra quasi che mi stia additando per essere stata una figlia scellerata.
Il respiro è accelerato e le mani mi sudano come mai era accaduto prima.
Vorrei rispondere ma non ho davvero idea di cosa dire.

"Mi permetta di rispondere per la mia amica" dice Max che silenziosamente mi era stato accanto fino a quel momento per donarmi supporto.
"La situazione familiare in casa Menchini è molto, come dire, particolare?" Mi guarda per ricevere il via libera alle sue parole ma non trova nessuna risposta se non la mia testa calata e lo sguardo rivolto ai miei piedi.

"Cosa intende?" Chiede il dottore.

"La signora Menchini non fa più parte della famiglia da ormai molti anni, credo più di dieci e il signor Menchini, come anche lei ha specificato, è un alcolista. Capirà da sé come le conoscenze di un alcolista possano, dopo anni e anni, limitarsi a persone con i suoi stessi problemi, soprattutto quando risulta restio a qualsiasi tipo di aiuto"

Il dottore annuisce.

"E per quel che riguarda Chiara, beh ripeto che il signor Menchini è un alcolista. La situazione familiare sicuramente non è mai stata delle più solide e Chiara ha sempre utilizzato il tempo a disposizione per studiare, lavorare qua e là ed evitare il signor Menchini nelle giornate più brutte, ecco".

"Mmm capisco" dice il dottore probabilmente intuendo che Max aveva volontariamente indorato la pillola per evitare di sbandierare ai quattro venti quanto effettivamente fosse drastica la situazione.

Nel mentre io, ancora a capo chino, me ne sto immobile con i pugni stretti e il respiro sempre più irregolare. Sento la testa esplodere, pulsa tremendamente e sto avvampando.
Sto sudando e tremando contemporaneamente.

NON MI LASCERÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora