CAPITOLO 6

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Alle due è arrivato l’orario perfetto per raggiungere lo Staright.

Lo Starlight non è una discoteca, è la nostra casa notturna.

È il posto in cui risiede la maggior parte dei miei ricordi felici.

Il locale non è per nulla grande e le pareti ed il pavimento neri non lo aiutano a dare un’impressione diversa alla clientela.

La musica spazia dalla commerciale alla techno, ogni tanto fanno serate Raeggaetton ma non ho idea di come siano, non abbiamo mai osato venire in quell’occasione.

La nostra compagnia conosce tutti quelli che ci lavorano dentro, Lulù, una delle ragazze è una cubista ed è stata lei a presentarmeli.

L’alcool è sempre gratis, il guardaroba e l’ingresso anche.

I ragazzi ci riservano sempre un tavolo, nascosto in un angolo perché ci piace stare in mezzo alla gente ma l’ossigeno in un buco di 50 m2 è essenziale.

In compenso alla loro ospitalità noi accalappiamo chiunque metta un piede davanti al Red Spot e lo trasciniamo qui, come dei PR abbastanza insistenti e devo ammettere che il lavoro che facciamo è lodevole, noi ragazze soprattutto.

Stasera lo Starlight è più pieno del solito, c’è un ospite ma non ho capito il suo nome, so che suona House.

Mentre cerco con difficoltà di arrivare alla nostra postazione mi fermo in mezzo alla pista per salutare Federico, il DJ che stava tornando dal bar con in mano il suo solito cocktail “rigenerante”, lo chiama così lui il Gin tonic.

Dopo aver ricambiato il saluto mi prende per mano e mi trascina nel posto da cui stava tornando.

“Codice rosso Frank, Chiara ha quella strana faccia che non ci piace vedere, sarà meglio intervenire subito con l’antidoto”
Urla lui affacciandosi al bancone sventolando le braccia per farsi notare  dal barman.

Guardo prima Fede, poi Frank, poi di nuovo Fede e scoppio a ridere.

“Sono davvero così trasparente? Comunque non è successo nulla, solo qualche figura di merda ed un tipo balbuziente beccato al Red Spot”

Federico sorride poi mi dà un bacio sulla fronte.

“Tranquilla tesoro, il tuo Negroni sbagliato sta arrivando, non temere ti salveremo”.
Continua accarezzandomi maldestramente la testa e e stringendomi in quello  che più che un abbraccio assomiglia ad una morsa.

Nel mentre Frank non si sa da dove aveva tirato fuori un elmetto da vigile del fuoco e aveva fatto il saluto militare, per poi giocherellare con bicchiere e bottiglie.

Porto una mano alla fronte mentre faccio no con la testa per dimostrare a quei due quanto sia in disapprovazione e senza più speranza verso la loro condizione mentale.

“Ragazzi non dovete trovare sempre una scusa per farmi ubriacare, sapete che intanto succederà comunque”

Faccio un occhiolino ad entrambi, per poi salutarli e lasciarli a ridere come due scemi, per raggiungere finalmente il mio tavolo.

Passano le ore e inizio a sentirmi più leggera. L’alcool sta facendo effetto.

Vado in mezzo alla pista ed inizio a ballare, mi piace farlo in modo stuzzicante quando sono alticcia, so che tanto non può succedermi niente, tra la compagnia e i ragazzi del locale è come se fossi circondata da Bodyguard.

Continuo per quasi un’ora, con qualcuno che ogni tanto tenta di avvicinarsi, ma senza attirare minimamente la mia attenzione.

Stanca e sudaticcia decido di andare fuori a fumare una sigaretta.
Lo Starlight ha un cortile interno, addobbato con qualche divanetto. E qualche pianta in grandi vasi, usati per lo più da posacenere.

Arrivata all’esterno faccio gli occhi dolci ad un perfetto sconosciuto per scroccargli una sigaretta e fortunatamente ci riesco.

C’è una regola che io e le ragazze abbiamo instaurato. Dopo la mezzanotte il pacchetto resta chiuso, e si va allo scrocco.

Devo dire che è davvero un’ottima regola.
Il giorno dopo, con i postumi, non è bello cercare le sigarette e vedere che te ne è rimasta una, cosa che ti obbligherebbe ad uscire di casa per trascinarti in modalità zombie verso il tabaccaio più vicino.

Passo oltre e noto un divanetto in un angolo buio, libero, che mi sta chiamando. Accelero il passo e mi ci fiondo sopra.

L'ultimo cocktail mi ha regalato lo stato fisico e mentale che mi serviva. Inizio a guardarmi intorno.

C’è un sacco di gente, tutta diversa, ridono, scherzano e qualcuno sicuramente non sta troppo bene, ho sentito il rumore di un enorme conato ma per fortuna non ho dovuto assistere alla scena.

Gli occhi poi si fissano su una sagoma.

È un ragazzo, nascosto nella penombra e solo come me.

Quando avanza un po' verso la luce noto che sta fumando una sigaretta con stessa brama con cui lo sto facendo io, non riesco a scorgere perfettamente tutti i dettagli ma posso vedere che ha dei capelli neri, tirati all'indietro e quando questi vengono colpiti dalle luci provenienti dalla sala interna, assumono dei riflessi bluastri.

Noto la sua altezza, è impressionante, sarà un metro e novanta ed il suo fisico non ha niente a che vedere con quello di Max.

Le spalle sono possenti, da nuotatore.
Ha una maglia nera, leggermente attillata, a mezza manica, che rimarca gli addominali che sta coprendo. Le braccia nude sono muscolose.

Quando prende in mano il cellulare il display gli illumina il viso.

Occhi nocciola, caldi, espressivi.

La bocca è leggermente carnosa, sembra davvero morbida.

Un velo di barba gli copre la mandibola squadrata.
Sexy.

La carnagione è scura, un po' come la mia, forse ancora di più ma l'illuminazione azzurrina che proviene dal telefono ne modifica  la percezione e non rende del tutto attendibile il  mio giudizio.

Le sopracciglia folte sono dritte, e gli danno un aria tenebrosa questo finché ,all'improvviso, si inarcano.

Qualcosa deve averlo divertito perché un sorriso gli si fissa sul volto, dandomi la possibilità di osservare i suoi denti perfetti e delle leggere pieghe formarsi ai lati della bocca.

Lo sto fissando da più di cinque minuti, ho anche preso una delle mie sigarette, infrangendo le regole, per continuare a stare lì, ad osservarlo, cercando in qualche modo di auto giustificarmi e non sembrare una completa maniaca.

Devo conoscerlo. Non l’ho mai visto prima allo Starlight, che ci fa qui? Chi è? Come si chiama ?

Il coraggio non mi manca, sono determinata a rispondere alle mie domande.

Mi avvicino con passo svelto quando sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla.

Mi volto e vedo Max.

Sto per dirgli di aspettare un attimo quando rigirandomi scopro che il ragazzo che ha appena fatto saltare un battito al mio cuore è sparito.


Il capitolo 6 si conclude così, lasciando un po' l'amaro in bocca. Chi è il ragazzo misterioso?
Sicuramente Chiara lo incontrerà di nuovo. Continuate a leggere per saperne di più e se vi sta piacendo la storia cliccate sulla 🌟 e commentate.
Bacii❤️

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