CAPITOLO 7

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“Sei ubriaca?” mi chiede Max con apprensione.

“No, cioè un po', ma sto bene! Ero solo sovrappensiero e non ti ho visto”

“Non mi hai nemmeno sentito, ti avrò chiamata 10 volte, cosa stavi guardando, o meglio, dove stavi andando?" Gli  scappa una risata.

Vorrei rispondergli ma allo stesso tempo so che inizierebbe a farmi milioni di domande o a prendermi in giro quindi decido di  cambiare discorso.

“Niente e da nessuna parte, dov’è la tua nuova conquista?”

Lo punzecchio con un dito.

“L’ho accompagnata a casa, domani ha un colloquio di lavoro e non poteva fare tardi”
Ribatte passandosi una mano tra i capelli, insolitamente sciolti.

Grazie al cielo, quella frigida non credo lo avrebbe mai potuto soddisfare. E poi è brutta ed antipatica, non si merita Max.

Rimango zitta giusto un attimo prima che la mia testa poco lucida riesca a fare due più due.

Max è andato in bianco, il mio moro misterioso si è dissolto nel nulla.
A casa non ci torno neanche morta.

"Max!" Quasi squittisco il suo nome.

Gli lascio un bacio sulle labbra.

“Andiamo a casa? Sono stanca”

Più che una richiesta sembra un ordine.

“Ehmmm… si certo”
è titubante e si guarda attorno come a verificare che nessuno abbia colto il mio gesto.

Questo ragazzo stasera è strano, di solito, quando gli faccio questo tipo di proposte, inizia a flirtare così da rompere un po' il ghiaccio.

Ho capito stasera tocca a me la parte dell'insistente, anche se non riesco a spiegarmi perché sia così poco a suo agio.

Sinceramente non ho voglia di starci a pensare troppo.

Lo prendo per mano ed insieme ci dirigiamo fuori dallo Starlight.


Dopo una camminata di venti minuti finalmente arriviamo a casa.

Mi siedo con poca grazia sul divano.

“ti vado a prendere una maglietta per stare più comoda pulce” dice lui.

Annuisco e prendo ad osservare il soffitto, c’è silenzio.

Sento il ticchettio dell’orologio diventare sempre più intenso. È già passato qualche minuto.

Che noia, che fine avrà fatto?.

Sbuffo spazientita.

I vestiti che avevo addosso sono già lì, su una sedia poco distante, ripiegati maldestramente.

Aspetto altri cinque minuti e di Max nemmeno l’ombra, mi alzo dal divano, vedo con la coda dell'occhio la bottiglia di tequila che sta sul piano di lavoro della cucina e la prendo insieme a  due bicchieri da shot.

Lo cerco e finalmente eccolo, in camera sua, seduto sul letto, ha messo il telefono in carica e nel mentre lo usa, sta  digitando qualcosa.

“Max…”
Fa un salto.
Era preso da quello che stava facendo e non si aspettava che qualcuno lo disturbasse.

“Chiara - deglutisce rumorosamente - sei in biancheria intima con una bottiglia di tequila in mano, sai che queste cose mi destabilizzano…”

Ridacchio

“certo che lo so, l'ho fatto apposta! Mi hai fatto aspettare una vita per una maglietta, pensavo fossi morto”

Sulla faccia gli si stampa un sorrisetto colpevole.

“Già scusami, ho ricevuto un messaggio e…”

“Ora basta, ho portato l'occorrente per lo Shot della buonanotte”

É una nostra tradizione, malsana sì, ma comunque una tradizione.

Gli metto in mano il bicchierino e lo riempio con la tequila rovesciandone un po' sul pavimento.

“Butta giù”

Uno,
Due,
Tre cicchetti dopo decidiamo che può bastare, forse ne sarebbe bastato anche solo uno, ma entrambi abbiamo deciso di concederci un po' più di "coraggio liquido".
I miei motivi li conosco ma non comprendo quelli di Max.

Lo sento sospirare un’imprecazione quando mi siedo a cavalcioni su di lui.

Inizio a baciarlo finché poi lui si alza d’improvviso in piedi dicendo ad alta voce questa volta:

“Cazzo, cazzo Chiara io…”
Lo vedo perso nei suoi pensieri, la cosa mi insospettisce. È capitato qualcosa? Perché sta cercando di resistermi?.

“Max che ti prende? Sei strano da quando ci siamo visti questa sera, lo sai che puoi parlarmi di quello che vuoi, sai che io ci sono per te e ci sarò per sempre. Non chiudermi fuori dalla tua vita, sei la mia famiglia…”

Glielo sussurro prendendogli il viso tra le mani, alzandomi un po' sulle punte dei piedi per via della differenza d'altezza.

Lui si stacca dalla mia presa e si allontana di scatto.
Porta una mano alla testa, si tira, a pugno stretto, una ciocca di capelli, nel mentre tiene gli occhi chiusi.

Sta inspirando ed espirando lentamente. Quasi come se volesse placare una guerra interiore.

Riapre gli occhi e mi fissa, seminuda, trovandomi a studiarlo, preoccupata, sorpresa, intimorita.

I suoi occhi cominciano a viaggiare su e giù seguendo le linee del mio corpo, ma questa distanza mi sta mettendo in soggezione, tanto che per la prima volta, da quando lo conosco, mi sento veramente nuda.

Un lampo gli passa nello sguardo.
Vedo la tensione accumulata nelle spalle svanire.
Lentamente.
Deve essere tanto ubriaco, il suo comportamento è dovuto all'alcool.
Giusto?

Finalmente fa un passo verso di me.
Poi un altro, ancora uno.

Più la distanza diminuisce più mi sento sollevata. Temevo mi rifiutasse.

Mi prende la mano che un istante prima gli avevo appoggiato sul petto.

La porta alla bocca e la bacia, un bacio lungo. Aumenta la pressione delle labbra sul mio palmo. Poi lentamente le stacca.

Ora i suoi occhi si sono fissati nei miei.

Si stacca di nuovo da me ma questa volta per liberarsi dalla maglietta, pochi istanti dopo è completamente nudo.

Mi attira a sé, mi bacia la fronte, poi la tempia, poi la guancia, poi il mento.

Finalmente le bocche di incontrano e le lingue si intrecciano.

I suoi baci sono diventati intensi, un po’ rabbiosi.

Stendendoci sul letto si posiziona su di me.

Mi accarezza il viso.

Ormai ho capito.

Vuole dirmi qualcosa, ma non riesce a farlo con le parole ed io non riesco a decifrare i suoi gesti.

Si perde per un po' in un abbraccio.

Poi cominciamo a farlo.

Le endorfine aumentano e la vita fa un po' meno schifo.

Non siamo innamorati, è il nostro modo di dirci che ci vogliamo bene, la nostra valvola di sfogo. Questo mi ripeto sempre. Ma stanotte è stato diverso.

Penso che domani mattina gli parlerò.

Domani mattina però. Ora non ci voglio pensare.

Voglio solo rimanere così, con ogni centimetro della mia pelle attaccato alla sua.

Avvolta dall'abbraccio di qualcuno che a me ci tiene. Cercando di assorbire per osmosi la pace e la tranquillità di cui ho bisogno e che solo lui sa darmi.

I respiri si fanno sempre più flebili.
I muscoli sono completamente rilassati.

"Buonanotte pulce, fai sogni d'oro"

...

"Allora sognerò te".

Perché Max è così strano? Cosa ne pensate del rapporto tra lui e Chiara? Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate e, se il capitolo vi è piaciuto, cliccate sulla 🌟.
BACII ❤️

NON MI LASCERÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora