CAPITOLO 12

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Sto ancora piangendo con la faccia piantata nel cuscino, ormai fradicio, sono ancora vestita, ho addirittura le scarpe ai piedi quando ecco che sento la porta aprirsi.

Qualche istante dopo avverto una presenza nella stanza che diventa tangibile quando vengo avvolta da un abbraccio caldo e rassicurante.

È Max lo posso riconoscere dall’effetto che provoca il contatto della sua pelle contro la mia.

Devo affrontarlo, non posso più tornare indietro eppure mi vergogno così tanto per quello che gli ho detto. Mi vergogno di piangere in questo modo vicino a lui.
Una paio di lacrime aveva visto uscirmi dagli occhi, la sera della nostra prima volta, e quelle lacrime erano tiepide e silenziose.
Poi più nessuna.
Di certo non mi aveva mai vista urlare disperata con gli occhi gonfi, il naso gocciolante e le lacrime uscire a fiotti.
Più pensavo di essere patetica più la mia crisi isterica peggiorava.
Una vocina interiore mi aiuta ad alzare la faccia e rivolgerla verso di lui.

Ci metto un po' a metterlo a fuoco per via del velo di lacrime che mi ricopre gli occhi. Finalmente lo vedo, sta piangendo!.

Le sue lacrime mi fanno salire una rabbia incontrollabile e inizio a colpirlo come posso.
Gli tiro schiaffi e pugni, cerco di allontanarlo.
Tutto mentre lui mi tiene stretta tra le braccia.

“Ti odio, sei un bastardo, avevi detto che per me ci saresti sempre stato, avevi detto che eravamo una famiglia e invece mi hai abbandonata…. Lasciami e torna da lei… lasciami cazzo…”.

I pugni e le spinte che gli riservo sono forti eppure non si muove di un centimetro, poi sento mancare le forze e finalmente mi lascio andare tra le sue braccia.

Piango sulla sua spalla ma poco dopo sono troppo e stanca anche per quello.

Minuti, tanti minuti, passano mentre rimaniamo in quella posizione. Lo sento col fiato corto, come se avesse corso come un pazzo, mi massaggia la schiena e mi bacia  sulla guancia, ripetutamente senza staccare mai le labbra. Mi stringe forte come una bambina con la sua bambola ritrovata.

Quando mi adagia sul letto inizia ad accarezzarmi la testa. Le labbra gli si stendono in un sorriso sofferente.

“Sono qui, vedi. Non ti ho lasciata”

Gli occhi mi si inumidiscono ancora, li stringo forte per far rientrare le lacrime, riuscendoci.

“Max scusami non so che mi è preso… io… io…” non riesco a parlare per via dei sospiri tremolanti che spasmodicamente richiede il mio petto.

“No non dire niente, lo capisco. Ci sto male anche io cazzo”

“Dobbiamo fare qualcosa" dico io "non posso non averti più nella mia vita. È stato un mese così strano e non potevo parlartene Max, mi sono sentita morire”
Sono riuscita a dire una marea di parole ma la gola mi brucia, ho urlato troppo.

“Pulce avevi bisogno del tuo tempo per digerire la questione, lo so, anche io morivo dalla voglia di sentire come stavi ma sapevo che avrei combinato solo casini se avessi provato a contattarti, ho aspettato che fossi pronta”.

Lo guardo stremata facendo sì con la testa per dargli ragione.
“domani lavori vero?”

“si ho il turno delle 9”.
Come avevo previsto. Max si spacca la schiena a lavoro, nel vero senso della parola. E io e i miei capricci saremo responsabili della sua stanchezza domani mattina.
“mi dispiace averti fatto venire fin qui, torna pure a casa”.

Mi fa cenno di no e sorride, con il suo solito sorriso magico che ti può curare da ogni male. Risponde:
“non finché non mi avrai raccontato tutto e non ti sarai addormentata”.

Eccolo, il mio migliore amico Max. L'essere più buono dell'intero pianeta. Pronto ad  ascoltarmi e guidarmi. Pronto ad abbracciarmi e consolarmi.

Gli spiego dell’incidente di Claudio e del nuovo lavoro che inizierò domani, ma non gli racconto di Daniel, non ha importanza ora.

Mentre gli parlo si sdraia di fianco a me senza smettere di accarezzarmi.

Vorrei chiedergli se ha cambiato casa, come stanno andando le cose con Nadia ma non ne ho il coraggio.

Ad un certo punto decide di parlarne lui.

"Io e Nadia abbiamo trovato un appartamento in via San Marco. A due vie da qui praticamente. È già arredato ma non ci siamo ancora trasferiti ufficialmente. Sia i ragazzi che la sua coinquilina hanno chiesto almeno un po' di preavviso per poterci sostituire, così col nuovo proprietario ci siamo accordati che lo affitteremo dal mese prossimo. Lui ha accettato, ha detto che preferiva rimanere un mese senza provvigione e lasciare la casa che adorava ad una giovane coppia piuttosto che a qualche scapolo che avrebbe fatto piangere anche le pareti per l'oscenità."

Scoppia a ridere ma non mi trova coinvolta dallo stesso sentimento.

Non si scoraggia e continua a parlare.

"Vorrei che venissi a trovarci un giorno, vorrei che ci fosse un rapporto tra te e Nadia. Le ho già parlato di come non rinuncerò alla nostra amicizia. E le ho fatto capire che se mi ama la deve accettare. Quindi voglio fare la stessa domanda a te.
Ci tieni abbastanza a me per accettarla ?"

La domanda è lecita, eppure mi ferisce.
Sospiro profondamente poi gli appoggio una mano sul viso.

"Farò tutto quello che mi chiederai, dirò tutto quello che vorrai se questo significa poterti avere al mio fianco ancora".

Quel mese senza lui era stato atroce.
Avrei fatto di tutto pur di non perderlo, anche diventare la migliore amica di Nadia.

"Ti ringrazio piccola pulce".

Mi dà un bacio sulle labbra per poi diventare tutto rosso.

"Mio Dio Chiara ti chiedo perdono, è stata l'abitudine!"

Lo guardo portare la mano alla bocca mentre gli occhi rischiano di uscirgli dalle orbite.

Non posso fare altro che scoppiare a ridere.

"Max, sono tre anni  che ci baciamo per ogni genere di motivo e conosco il significato di questo gesto. Tranquillizzati.
Dovremo però allenarci ad interrompere qualche piccolo rituale perché se vuoi che sia amica di Nadia questo non è il miglior modo per cominciare!"

Continuo a ridere e finalmente vedo la sua espressione cambiare ed addolcirsi per infine accodarsi alla mia risata.

Ormai è tardi, molto tardi, mancano poche ore all'ipotetico risveglio di Max.
Lo vedo sbadigliare e colgo la palla al balzo dicendogli che sto meglio, che può tornare a casa e che continueremo questo discorso domani.

Lui accetta la mia proposta, mi dà un bacio sulla fronte e dopo avermi chiesto a che ora sarebbe iniziato il mio turno di lavoro mi sussurra
“Domani sarò il tuo primo cliente pulce, sogni d’oro”

Sgattaiola fuori dal letto, si risistema i vestiti, poi mi toglie le scarpe e la gonna e mi copre con il lenzuolo.

Spegne la luce della mia camera proprio come farebbe un fratello maggiore e infine esce dall’appartamento.

"Che bello averti avuto ancora una volta accanto a me", lo sussurro anche  se Max non c'è più.

Il rapporto tra questi due ragazzi è davvero un gran casino eppure ogni volta che scrivo una scena che li riguarda mi sciolgo!
Chissà se riusciranno nel loro piano di rimanere amici amando altre persone.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti e se il capitolo vi è piaciuto lasciate una 🌟
BACII❤️


P.S. Gli aggiornamenti da questo capitolo in poi saranno 1/2 volte a settimana

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