Capitolo 13

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Il risveglio non è dei migliori. Sento la faccia calda e gonfia, segno della crisi di pianto avuta nelle ore precedenti.
Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio, preferisco dirigermi direttamente alla doccia.
Dopo una trentina di minuti mi sento leggermente meglio, fisicamente.
Aver rivisto Max mi ha fatta sentire come rinascere di nuovo, eppure sapere che le cose con Nadia continuano e anche a gonfie vele mi ha delusa, ferita, sono profondamente amareggiata.
Non amo Max però non voglio nemmeno che un'altra lo ami, o forse che lui sia innamorato di qualcuna che non sia io.
Sono orribile, mi faccio ribrezzo da sola.
Pensavo che la persona più egoista e disgustosa del mondo fosse quella con cui divido il tetto ma a quanto pare ho imparato dal migliore.
L'allieva ha superato il maestro.
Cercherò di mantenere la promessa fatta a Max.
Mi impegnerò a conoscere Nadia, tenterò di diventare sua amica.
Ma la odio, ogni cellula del mio corpo la odia.

Il turno di lavoro inizia alle diciassette ma i giovani titolari mi hanno chiesto di arrivare un po' prima, per studiare bene dove trovare tutto l'occorrente necessario e imparare ad usare il registratore di cassa.
Li ringrazio ancora una volta mentalmente, prima sarò impegnata a pensare ad altro meglio sarà.

Dopo aver messo un po' in ordine la casa e mangiata una scatoletta di tonno decido che è arrivato il momento di raggiungere il bar, mancano due ore all'inizio del turno, spero ne siano felici.

"Chiara, sei già qui?!" Esclama Noemi sorpresa, non mi aveva dato un orario ma evidentemente non intendeva con così tanto anticipo.
Samuel non c'è, in effetti il bar sembra molto calmo a quest'ora.

"È troppo presto? Posso ritornare più tardi" dico un po' imbarazzata.

"Assolutamente no! Solo che non pensavo la prendessi così seriamente, sei giovane e di solito i ragazzi della tua età non sono così dediti al lavoro. Vieni inizio a mostrarti come usare la cassa e la spillatrice, non è di ultima generazione e ogni tanto ha bisogno di un colpetto per capire chi comanda"  mi risponde, è euforica. Mi piace questa donna.

Il tempo passa velocemente e tra un ordine e l'altro mi racconta un po' della sua vita.
I genitori volevano per lei un futuro completamente diverso, dirigono un'azienda e lei ne sarebbe dovuta diventare l'erede. Ma Noemi sapeva che in quel modo non si sarebbe potuta slegare del padre che non era mai stato in grado di lasciarla libera di scegliere della sua vita.
Aveva abbandonato la ricchezza e cosa più importante la sua famiglia, che da quando si era sposata con l'uomo "sbagliato" non le rivolgeva più la parola.
La madre ogni tanto la contattava, chiedendole se necessitava di denaro, ma per Noemi era più per fare la cosa giusta che un gesto d'amore.
Quando ne parlava la voce squillante che la caratterizzava era scesa di qualche tono, era palese il dolore che provava nel raccontarlo.
Era grazie a Samuel se era stata in grado di trovare il coraggio di lasciare tutto.
Ogni volta che pronunciava il suo nome mi pareva di percepire il suo cuore aumentare la velocità con cui pompava.
Devono essere profondamente innamorati.
Con Max il cuore non mi batte così, con lui il mio cuore si calma. 

"E invece tu? Cosa mi racconti della tua vita?" Chiede lei con gli occhi speranzosi, cercando una storia migliore della sua.
Fortunatamente un cliente ci interrompe, non parlo di Claudio e non mi piace la compassione, quindi le avrei dovuto mentire e non volevo.

È quasi ora di iniziare il mio turno, sono sul retro del locale in un piccolo cortile in cui ha accesso solo il personale.
Sto fumando una sigaretta con il permesso di Noemi che spunta all'improvviso con la testa dalla porticina dalla quale ero uscita.

"Mancano ancora dieci minuti all'inizio del turno ma mio fratello è qui e voglio che sia il tuo primo cliente, vieni forza!" Mi fa segno con la mano, è emozionata, non mi aveva citato un fratello eppure dal suo atteggiamento deve volergli molto bene.

NON MI LASCERÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora