Cap. 10

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Sentivo le gambe pesanti, non sembrava avere più senso continuare la vita che stavo facendo ora.
Davvero era accaduto? Davvero lui era un assassino?

"Ti prego, dimmi...dimmi che non è vero!" Urlai con le lacrime agli occhi, tutti i passanti si girarono per guardarmi.

"M-mi dispiace, dovevo dirtelo prima...io-" provò a dire, ma non la feci continuare.

"Non fa nulla. Dove sei ora?"

"A casa di mia zia, non c'è ora. Ti aspetto"

Attaccò la chiamata.
Restai col telefono all'orecchio per qualche altro attimo, con le lacrime che rigavano il mio viso, scolavano senza ostacoli verso il collo.

Mi alzai subito dopo, iniziando a correre verso la casa della zia della mia migliore amica. Fortunatamente non era molto lontana, ma, anche se fosse stato, avrei comunque corso tutti quei kilometri.

Ora capivo tutto.
Capivo perché Jimin non volesse che facessi amicizia con lui, che non avessi dei semplici contatti.
Taehyung era un assassino, quindi...

Arrivai sotto al portone cinque minuti dopo; avevo i polmoni che bruciavano, l'aria che respiravo, per quanto fosse fredda, faceva ardere ancora di più i miei polmoni. Le gambe tremavano, la vista era offuscata per colpa delle lacrime, che continuavano imperterrite a scendere.
Suonai al campanello più volte, guardando freneticamente a destra e a sinistra. Chi passava mi aveva sicuramente scambiata per una spacciatrice.

Pochi attimi dopo, la porta si aprì.
Allora non ci misi un secondo in più: mi buttai nelle braccia di Nayeon e inizia a piangere urlando, singhiozzando fortissimo.
Mi portò sul divano, dove cademmo entrambe, abbracciate una all'altra.

"Soyeon..."

"Proprio ora, cazzo? Proprio ora che ho capito che...che mi piace?" Sussurrai, stringendo nelle mani il tessuto morbido della sua maglia "Non puoi capire quante volte io abbia pensato ai miei sentimenti per lui...quante ore ho passato nei giorni passati..."

"Sfogati" disse sicura. "Ti ascolto, sfoga tutto quello che vuoi"

Annaspai aria singhiozzando, chiudendo gli occhi e strizzandoli. Mi stava venendo mal di testa, e quando accadeva significava che stavo veramente male.

"Non pensavo che avrei m-mai provato amore nei suoi confronti, vedendo come si...si era comportato con me a scuola, io avevo cambiato completamente idea sul s-suo conto" mormorai tra le varie lacrime di dolore e rabbia. "Adesso sono incazzata con me stessa...perché ho capito solo ora ciò che il mio cuore urlava quando ero accanto a lui...cazzo, quanto sono stupida"

"Non sei una stupida...tu che ne potevi sapere, mh? Nulla, non ne potevi sapere niente" mormorò accarezzandomi la schiena.

Sentivo della tristezza nella sua voce.
La ringraziai nella mente per tutto ciò che stava facendo per me, per come mi stava confortando come una sorella, per come mi aveva sempre tirato su nei momenti di debolezza o tristezza, come quello.

Passarono alcuni minuti, prima che riuscissi a calmarmi un po'.
Mi staccai dalle sue braccia, rimanendo sempre a capo basso per paura di mostrare i miei occhi, gonfi e rossi per il pianto appena cessato.

"Come l'hai saputo?" Domandai, alzando lo sguardo a lei.

"Mio cugino, è venuto qua prima. Mi ha raccontato tutto...forse lo conosci, è anche un amico di Jimin" rispose. "Erano tutti nella stessa comitiva, ma poi per questo fatto si sono allontanati. Neanche lui, però, sa il motivo"

Annuii avendo capito, giocando nervosa con le dita.
Deglutii il malloppo in gola, mordendomi il labbro inferiore.
Mio fratello aveva ragione, idiota io che non l'avevo ascoltato e mi ero fatta un'idea del tutto diversa da quella che mi suggerivano le sue parole.

Proteggermi. Voleva solo proteggermi.
Io, invece, gli avevo urlato contro per essersi impossessato della maggior parte delle mie scelte.
D'altronde, lui aveva mai avuto un altro modo per difendermi?
La riposta la do io: no.
Non l'aveva avuto.

"Vuoi rimanere qua, per stanotte? Posso dirlo a mia zia...lei preparerà una camera per te, così potrai stare tranquilla"

"No, Nayeon-ah non preoccuparti...è meglio se vado a casa, altrimenti mio fratello e mia madre si sentiranno male" lasciai andare una leggera risata, che alleviò, anche se di poco, il mio dolore.

"Ora che devo partire...ti dovrò lasciare da sola con lui..."

"Non accadrà nulla, fidati di me" la rassicurai con un sorriso, avvicinandomi per abbracciarla.

Ci staccammo da quel gesto affettuoso lentamente, un piccolo sorriso si era formato sulle bocche di entrambe.
Mi accompagnò alla porta, poi me ne andai e camminai verso casa.
Che fine che avevo fatto.
Mi ero innamorata di un omicida.

Mentre stavo pensando a lui, sentii la suoneria del cellulare squillare, avvisandomi di una nuova notifica.
Presi il telefono e andai a controllare i messaggi.
Il mio cuore perse un battito non appena lessi il nome dell'emittente.
Taehyung.

Kim Taehyung:

Adesso sai la verità, giusto?
Adesso starai pensando a me come un assassino, uno che non ha pietà per nessuno e che si diverte a vedere il sangue sgorgare dalle vene delle persone...
Io non sono così, Soyeon.
Non lo sarò mai.

°mч lσvє° [Kim Taehyung] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora