Cap. 13

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Sgranai gli occhi all'affermazione del ragazzo davanti a me.

"D-dici sul serio? Ti prego...dimmi chi sono!"

"Non è così facile, Soyeon" mi disse con serietà. "Non so neanche dove sono, ma so per certo che sono stati loro..."

"Non mi importa...voglio sapere i loro nomi, voglio sapere chi sono e gliela farò pagare per quello che hanno fatto!" Urlai con gli occhi lucidi, il dolore che si vedeva attraverso il mio sguardo.

"Calmati adesso!" Alzò la voce,  sovrastando la mia.

Mi zittii e regolarizzai il respiro, il quale ora era molto affannato. Poi, spostai le ciocche dei capelli da davanti gli occhi con un gesto nervoso della mano e camminai verso il frigo, dove presi dell'acqua che bevvi poi in un bicchiere.

Successivamente lavai il piccolo contenitore e lo rimisi nello scaffale, mi poggiai con le mani al lavandino e chiusi gli occhi.

"Potremo mai trovarli?" Sussurrai con incertezza, spezzando il silenzio della stanza.

"Ne sono sicuro" annuì il più alto.

Taehyung stava per aggiungere altro, ma qualcuno bussò alla porta.
Entrambi ci guardammo sorpresi, io feci per correre verso essa, ma il maggiore mi fermò ostacolandomi col braccio.

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Il ragazzo sentiva che c'era qualcosa che non andava, non era sicuro di cosa si nascondesse dietro la porta. Se fosse stato qualche conoscente, l'aria non sarebbe stata tanto silenziosa, la persona avrebbe chiamato il nome della ragazza e avrebbe bussato più volte.
Premette un dito sulle proprie labbra, senza fiatare, per richiamare il silenzio e mosse dei leggeri passi andando ad aprire.

Soyeon, invece, non capiva che cosa stava succedendo, non capiva perché l'avesse fermata.
Però, realizzò tutto quando vide Taehyung indietreggiare con le mani in alto e qualcuno che gli puntava contro un coltello tanto affilato quanto lucente.

"T-Taehyung" pronunciò con un filo di voce, avanzando di qualche passo.

La figura che si presentò, fu quella di un ragazzo forse più basso di Taehyung, con i capelli castani scuri e gli occhi dello stesso colore. Aveva un'espressione molto seria e spettrale in viso, gli occhi fiammeggiavano, mentre la mano tremava talmente il ragazzo era sopraffatto dalla rabbia.

"Non ti muovere da lì" sussurrò Taehyung dandole un cortissimo sguardo.

Se le avesse detto di fuggire, il ragazzo le avrebbe lanciato il coltello, e, data la sua precisione, l'avrebbe sicuramente presa in pieno; se le avesse detto di scappare, lui sarebbe stato più veloce e avrebbe chiuso la porta. Perciò quella fu l'unica frase che le disse.
Il corpo della ragazza dondolava dalla paura, tremava.

"Dimmi che cosa vuoi" disse Taehyung, guardando negli occhi la figura.

"Voglio lei" rispose con un ghigno malvagio. "Devi pagare per ciò che hai fatto ai nostri, Taehyung-ah...Perciò, perché non farti soffrire facendo del male a chi tieni di più?"

L'aria iniziò a farsi pesante per i due giovani. Lui parve cedere con le gambe, ma si riebbe immediatamente.

"Io non tengo a lei, la odio con tutto me stesso. Prendila, facci quello che ti pare, uccidila se vuoi" sussurrò serio, stringendo le mani in due pugni.

"Bel tentativo di salvarla, complimenti" ridacchiò mordendosi un labbro.

"Sono serio, Mi-"

"Shh, non dire il mio nome. Non serve che lo pronunci" ridacchiò spingendo la lama lucida contro la pelle del suo collo. "Se non tieni a lei, allora perché sei venuto qua di corsa appena lei ti ha messaggiato?"

-Come diamine...- pensò Taehyung.

Come previsto, rimase in silenzio. Ci aveva provato, il tentativo era fallito miseramente. Non era bravo a mentire, non davanti a chi...amava.

"P-prendi me, lascialo andare"

La ragazza mosse qualche passo verso la figura, voleva che liberasse il maggiore, non sopportava quell'immagine. Non poteva vederlo mentre rischiava la vita per lei.

"Stai tranquilla, tra poco penseremo a te"

-Penseremo...?-

Neanche il tempo di spicciare parola, che altre due figure entrarono dalla porta secondaria, sfondandola, e si misero dietro di lei.
Mentre uno la teneva ferma per le braccia con una presa ferrea, l'altro tirò fuori dalla tasca un panno, impregnato con del sonnifero, e lo premette con forza sulla bocca e sul naso della ragazza.
Quest'ultima provò a ribellarsi, scalciando, urlando...ma senza risultato. Cadde tra le loro braccia appena dopo pochi secondi. Tutto ciò sotto agli occhi di Taehyung.

"Soyeon!" Urlò con tutta la sua voce, prima di sentire un atroce dolore allo stomaco.

Abbassando lo sguardo, infatti, notò che il coltello l'aveva trapassato e lo stava dissanguando. Con il respiro rotto portò una mano nella zona, sporcandosi del suo stesso sangue.
Appena il suo aggressore estrasse il coltello, lui cadde in ginocchio a terra.
Fece appena in tempo a vedere i tre ragazzi mentre la portavano via, poi la sua vista si oscurò e perse i sensi.

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"M-mi dispiace..." sussurrai, deglutendo il sapore ferreo del sangue presente nella bocca.

Avevo lasciato che la rapissero, che portassero via l'unica persona per la quale il mio scudo si era rotto.
La stavo trascinando nel baratro, un pozzo senza fondo.

Ero a terra, a guardare il soffitto e a pensare, senza forze ormai.
Una cosa era certa: dovevo trovarla al più presto, e ci sarei riuscito.

°mч lσvє° [Kim Taehyung] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora