Cap. 14

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Aprii gli occhi dopo circa tre ore, in una pozza di sangue che aveva occupato buona parte del pavimento.
Prima, mi issai sui gomiti e dopo,  facendo attenzione alla ferita ancora sanguinante, mi misi in piedi, osservando in giro nella piccola speranza di vedere la ragazza.

Mi trascinai per tutta la casa per cercare il bagno, dato che non conoscevo quell'abitazione ci misi un po' id tempo.
Dopo esser entrato nel bagno, trovai il kit di pronto soccorso.
Sapevo che Soyeon stava facendo pratica per diventare una dottoressa, perciò pensai fosse un miracolo.

Mi appoggiai con la schiena al lavandino, mi tolsi la maglia sporca di sangue e la gettai sul pavimento. Abbassai lo sguardo sulla ferita, notando che era molto profonda.
Iniziai quindi a medicarla con precisione, avvolgendomi poi nella garza e nelle bende.
Uscii dal bagno lasciando tutto così com'era, salii nella camera di Jimin, dove presi una sua maglia nera.

Poi aprii la porta di casa e andai via, camminando per le strade.
Cercai di ricordare tutto ciò che era accaduto, provando a cercare qualche indizio. Dove poteva essere?

-Quando eravamo amici avevano il nascondiglio nella periferia...ma sicuramente si sono spostati...- pensai.

Presi il cellulare, l'unica cosa che mi poteva essere utile in quel momento. Feci il numero di un mio caro conoscente, un amico che era rimasto con me, anche dopo l'accaduto.
Il suo nome era Mark, andava alle elementari con me e mi era sempre stato accanto, anche nei momenti di difficoltà.
Lui sapeva tutto di me, forse anche molto più di quanto sapevo io stesso, ogni volta che mi capitava qualcosa, lui era uno dei primi a saperlo.

"Mark...mi serve un grande favore. Rintraccia Minseok e scopri dove e con chi si nasconde ora."

Chiusi la chiamata senza dargli il tempo di rispondere sì, o no. Misi le mani nelle tasche dei jeans e camminai con la testa bassa, senza curarmi delle altre persone intorno.

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La testa mi doleva da morire, era come se qualcuno mi stesse passando sopra con un carro armato.
Quando aprii gli occhi, dopo essermi abituata alla luce della stanza, osservai in giro, sperando di poter notare mia madre o mio fratello, le prime due persone a cui pensai. Ma non vidi nessuno.

"C-c'è qualcuno?" Provai a dire con l'affanno.

Mi alzai in piedi, ma appena feci un passo in avanti, quasi persi l'equilibrio, come se fossi bloccata da qualcosa. Poi, abbassando lo sguardo notai che avevo i polsi e le caviglie legati con delle catene, fissate alla parete.
Caddo quindi senza forze, con le ginocchia a terra, piccole goccioline di sudore facevano splendere la mia fronte e mi bagnavano i capelli.

"Oh, ti sei svegliata" fece una voce.

Sentii dei passi ovattati che avanzavano verso di me con calma. Poi, un respiro regolare che si posava sul mio viso, accompagnato dal rumore del tessuto dei jeans. La persona davanti a me si era appena chinata alla mia altezza.

"Pensavo che fossi morta, credevo che il sonnifero che ti avevo fatto dare fosse troppo pesante, per un corpo minuto come il tuo" sorrise maligno.

Il suo volto non era coperto dalla maschera, quindi lo riconobbi: era il ragazzo che aveva minacciato Taehyung, a casa mia poco tempo prima. La stessa espressione nei suoi occhi, profondi come due pozzi.
Avevo paura, da una parte, e provavo un senso di aggressività dall'altra. Volevo scappare, ma volevo portare via con me anche la mia famiglia.
Chissà dove li tenevano...

"Che vuoi da me? Sappi che non starò ai tuoi giochi sporchi" Sussurrai guardandolo in faccia. "Lasciatemi andare, adesso!"

"Calma, piccola non c'è nessuna fretta. Ti lasceremo andare, non ora però...in realtà, non so nemmeno se da viva o da morta" rise di gusto, allontanandosi di qualche piede.

"Ti troveranno, ti troveranno e ti faranno marcire all'inferno! Quello è l'unico posto che ti meriti, in mezzo a chi ha fatto lo stronzo e il codardo per tutta la vita" Gridai sputando a terra.

"Ma che maniere! Non ti hanno insegnato l'educazione? Tua madre non era presente?" Disse senza emozioni. "Oh, scusa...è stata rapita" rise malefico, facendomi tramare sotto la sua voce.

"Non ti azzardare a toccarla. Né lei, né mio fratello" ringhiai con forza, mentre gli occhi mi si facevano lucidi.

Il ragazzo sospirò e andò a sedersi sul tavolo davanti a me, accavallando una gamba sopra l'altra.

"Mi è quasi passata la voglia ti tenerti qui, ma sei indispensabile per la missione, perciò sopporterò con piacere. E poi, vedendoti..." disse scendendo dal tavolo, mettendosi di nuovo davanti ai miei occhi. "Sei anche una bella ragazza, potresti servire a qualcosa" sorrise pervertito mentre m'alzava il viso con due dita sotto al mento.

"Non toccarmi!" Gli morsi un dito ferocemente, facendolo gemere dal dolore.

"Maledetta puttana!" Sputò acido, mentre si tamponava il dito insanguinato. "Appena arriveranno i miei compagni, vedrai che bella festa ti faremo" si leccò le labbra.

Si allontanò, fino a scomparire dietro la porta, in ferro, che aveva chiuso con la chiave.
Approfittai di quell'occasione per guardarmi attorno: la stanza era quasi vuota, c'erano solo un tavolino e due sedie in legno. Aveva delle piccole finestre posizionate molto in alto, in modo che entrasse aria e luce e che nessuno riuscisse a fuggire.

C'erano alcune pozze a terra, il pavimento non era tutto dritto, a volte c'erano delle lievi sporgenze, nelle quali c'era un liquido rossastro. Notai che era sangue, misto ad acqua.
Sospirai pesantemente abbassando lo sguardo, mi sedetti a terra, stanca, con la testa che girava ancora sotto l'effetto del sonnifero che mi avevano fatto respirare.
Scossi il capo per cercare di riprendermi, tutto girava.

Poco tempo dopo, sentii di nuovo il cigolare lento e metallico della porta, che venne aperta. Da essa, uscirono tre figure: il mio aggressore non era da solo.
C'erano altri due ragazzi ai suoi fianchi, molto probabilmente erano i due che mi avevano addormentata mentre lui era occupato con Taehyung.

-Taehyung...che stai facendo ora?-

"Che dobbiamo fare con lei?" Iniziò a parlare il ragazzo che aveva i capelli rossi mogano, guardando verso il più grande tra i tre, che capii doveva essere chi era presente al mio risveglio. 

"Quello che vi pare. Jongin ha parlato, sa tutto, ormai." Pronunciò, sedendosi ad una delle sue sedie di legno chiaro.

"Tutto? Tutto tutto?" Ripeté quello dall'aspetto più aggressivo, con i capelli biondi cenere, guardandomi.

"Tutto, sì. A voi la scelta" disse infine il maggiore.

Il ragazzo si alzò dalla sedia e venne verso di me, infilando le mani nelle tasche.

"Ti presento Baekhyun e Jackson, i miei amici più fedeli" le disse indicandoli col mento.

Capii che Baekhyun era quello con i capelli mogano, poco più basso di Jackson, quello con i capelli tinti di biondo cenere.

"Non ha un carattere facile, ragazzi. Fatele quello che volete, a me importa solo che faccia da esca per Taehyung. Adesso, il suo futuro è nelle vostre mani"

°mч lσvє° [Kim Taehyung] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora