Cap. 6

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"È sempre la solita storia. Sono stanca di sentirtelo dire, lei ormai è grande e può fare quello che vuole!" sentii dire dalla voce femminile.

"Mamma, non ricominciare! Io non voglio che le succeda nulla, è mia sorella ed è mio dovere proteggerla, che lei lo voglia o no!" Le rispose una voce maschile, con tono sicuro e forte.

"Jimin..."

"No, mamma. Sai bene che da quando è stato di papà, non posso fare a meno di starle vicino. Voglio solo difenderla, chiedo troppo?"

"Ma così la stai opprimendo" fece la donna avvicinandosi a Jimin, posando una mano sulla sua guancia. "Lasciala un po' in pace..."

Non percepii più nulla, solo un profondo respiro. Feci due passi indietro, avendo ormai capito quale fosse il discorso, e poi proseguii il corridoio arrivando alla mia camera da letto.
Poi, due colpi alla porta.

"È aperto" risposi subito.

Entrò la figura di mio fratello, che chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò a me.

"Scusami, mi sono lasciato trasportare..." iniziò.

"Non c'è bisogno che ti dica nulla, accetto le tue scuse. Ma ti prego di non farlo più, ogni volta mi fai sentire male e inadatta..." sussurrai con lo sguardo basso a terra.

Dopo che mio fratello annuì col capo, mi alzai dal letto e andai dritta nelle sue braccia; pochi attimi dopo percepii la stretta confortevole del maggiore sulle mie spalle. Feci un leggero sorriso, staccandomi dopo. Non dissi nulla, solo lo guardai.

"Non te la dirò adesso la verità" fece Jimin, riprendendo il discorso che avevamo aperto la sera prima.

"Che cosa c'è di così grave? Fa uso di droghe? Fuma?"

"No, non è niente di tutto questo. Ma, perché ti importa così tanto di lui?" Pronunciò avvicinandosi di qualche passo. "Non è che ti piace?"

"M-ma che stai dicendo! Lui non mi piace, l'ho visto solo una volta a scuola"

"Non ti dirò niente adesso" ripeté in un sussurro Jimin dopo alcuni attimi di silenzio.

Dato che nessuno dei due aveva altro da aggiungere, lui se ne andò dalla mia camera, chiudendo la porta di legno di quercia.
Sistemai lo zaino, poi mi misi sotto le calde coperte, stringendomi ad esse in cerca di calore. Non avevo fame, quindi non mangiai la cena.
Mi addormentai in una posizione abbastanza comoda, stanca nonostante non avessi avuto una giornata intensa.

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Il giorno dopo, mi alzai in anticipo persino della sveglia, perciò procedetti a prepararmi lentamente e senza fretta.

Organizzai nella mente la giornata, così da non trascurare nessun momento importante, poi andai a lavarmi dopo aver preso i vestiti puliti. Mi tirai su i capelli con un grande mollettone, mi misi sotto la doccia e lasciai che l'acqua tiepida bagnasse il mio corpo.
Solo per poco tempo, non percepii più niente attorno a me, il rumore del getto m'aveva portata su di giri.

Finita la doccia, mi vestii e mi misi del profumo facendomi una treccia laterale, poi presi la cartella e, accompagnata da mio fratello, andai a scuola.

M'accompagnò in macchina fino a raggiungere il cancello della struttura. Gli diedi un piccolo bacio a stampo sulla guancia e lo salutai con la mano, andando verso Nayeon; Jimin, invece, fece quei pochi metri a piedi per raggiungere la propria scuola universitaria.

"Ehi, come va oggi?" mi domandò Jisoo sorridendo.

"Molto meglio, ieri abbiamo chiarito ed ora è tutto apposto"

°mч lσvє° [Kim Taehyung] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora