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Suona la sveglia, ma io non mi alzo. Sono triste. Sono stanca di tutto. Vorrei solo rimanere a dormire per sempre ma... Le persone passano la maggior parte della loro vita a dormire. E mi pare uno spreco stare qua a non fare niente. Vaffanculo. Mi alzo a fatica. Mi fa male tutto, ma vado lo stesso a scuola. Ho bisogno di distrarmi. Di distrarmi da tutto e tutti. E soprattutto da Lui. Non so cosa succederà adesso tra noi due, ma spero vada per il meglio. Anche perché non voglio perderlo. È passata già una settimana dalla nostra dichiarazione, e io ho sempre fatto finta che non sia successo niente. Joel non viene più a scuola e forse è meglio così. Però soffro ancora per lui. E non più per il bacio, ma per la nostra distanza, che mi scalfisce un buco nel petto. Ma ormai è andata così. Non posso fare altro.
~•~
La giornata è passata lentamente, e io ho fatto finta di niente, non raccontando a nessuno ciò che è successo. Come ogni giorno dopotutto. Ma a Clare non va giù il mio comportamento. Infatti oggi mi ha obbligata ad invitarla a casa mia, ed ora ci troviamo sul mio letto nel più completo imbarazzo. Forse si aspetta che le dica tutto, ma deve chiedermelo prima lei altrimenti io non dirò nulla.

"oggi Joel non era a scuola sai?" ecco brava. Ha trovato il modo perfetto per iniziare questa discussione.

"mm.." borbotto senza guardarla negli occhi.

"non è che forse... È successo qualcosa che vuoi raccontarmi?" ecco la domanda crue. Le dico tutto, sfogandomi con lei, oppure le tengo tutto nascosto? Ma sotto sotto io le voglio bene e ho bisogno di parlare con qualcuno. Qualcuno di cui mi fido ciecamente. E allora le racconto tutto. Dentro al discorso ci aggiungo i miei pensieri le mie paure e le mie incertezze. Clare ascolta senza parlare o commentare, e le sono grata perché altrimenti non riuscirei a continuare. E così arriviamo alla parte della "discussione" tra me e lui. Le racconto tutto da cima a fondo, e arrivata alla fine scoppio. Mi metto a piangere silenziosamente, e Clare si avvicina e mi abbraccia. Non bisognerebbe mai far vedere le proprie lacrime a qualcuno, ma Clare per me è come una sorella.

"senti, mettiamo le cose in chiaro. Ti ha ferita e questo lo capisco, ma la sua mancanza ti sta distruggendo. Quindi secondo me... Dovresti perdonarlo e andare avanti, tornare da lui."

"forse Clare hai ragione, ma il problema è che non ce la faccio capisci? Mi manca tantissimo e soffro per questo, ma se torno a frequentarlo mi farà male lo stesso, perché lui è fatto così, e io non posso cambiare ciò."

"io ti ho detto la mia opinione. Torna da lui, vedi come vanno le cose e poi decidi. Non prendere decisione affrettate Stacy."

Clare si alza ed esce dalla casa per lasciarmi sola. A volte non capisco come faccia a capire cosa la gente vuole davvero. Prima avrei detto che non volevo restare sola, ma adesso che mi ha lasciata qui, la ringrazio per la solitudine. Mi manca Joel. Mi manca tutto di lui. Mi manca.

E allora perché non vai da lui?

Già perché non vado?

Te lo dico io il perché. Tu non hai paura che lui possa ferirti. Tu hai paura di te stessa. Hai paura che il passato possa tornare da te, e hai paura che possa succedere di nuovo. Hai paura del fatto che il motivo per cui sei venuta in questa città si sia trasferito insieme a te. Hai paura di questo. Non di Joel.

Già. La mia coscienza ha ragione. Joel non è come lui. Joel è diverso.

E allora che ci fai ancora qua?! Vai da lui!!

Mi alzo dal letto. Prendo le chiavi ed esco di casa. Per fortuna ho i pantaloni grigi della tuta e una canottiera nera, così mi metto a  correre nella direzione della casa di Joel. Arrivo alla porta della casa enorme e busso. Un uomo sulla cinquantina mi apre la porta. È molto bello pur essendo di quell'età, ma non me ne preoccupo più di tanto adesso.

"sì?"

"salve, sono un'amica di Joel. Vorrei parlare con lui. È in casa?"

L'uomo mi squadra dalla testa ai piedi. Mi sento in soggezzione.

"sì è in casa. Entra pure e accomodati. Io lo vado a chiamare."

Entro dentro la casa. Wow. È bellissima. È a dir poco spettacolare. Vedo un divano ma non mi ci siedo, mi pare una cosa brutta sedersi su un divano del genere, così resto in piedi.

"dice che non vuole parlare con nessuno." la voce maschile mi risveglia dalle mie paranoie mentali, ma mi riprendo subito.

"gli dica per piacere che sono Stacy e che ho bisogno di parlargli."

"Stacy? Quella Stacy di cui mio figlio parla tanto?" davvero parla di me Con suo padre??

"em.... Credo di sì. Credo di essere io." sorrido. Quindi il ragazzo parla tanto di me è?

" gli dirò che sei te"

"Senta facciamo così. Vado a parlargli direttamente io."

" mi pare un'ottima idea. Su per le scale ultima porta a destra. Buona fortuna signorina Clavermont"

Non so come faccia a sapere il mio cognome ma pazienza. Glielo chiederò poi. Seguo le indicazioni e mi fermo sulla sua porta. Busso. Dall'altra parte sento un brontolo che dice più o meno un "vattene via" ma io non mi sposto. Busso di nuovo. Non mi risponde.

"Joel apri questa cazzo di porta." sento sussultare. A quanto pare con le maniere forti si risponde. Mi apre la porta. È messo malissimo. Ha la barba e i capelli arruffati, indossa una tuta nera e una maglietta grigia tutta sudata. Ha due occhiaie enormi e gli occhi sono spenti. Mi fa pena. Ma dopotutto penso di essere anche io messa male. Appena mi vede sembra che stia litigando con se stesso per non saltarmi addosso. Ma io vorrei che lo facesse. Lo guardo negli occhi. Sto per mettermi a piangere. Vederlo in questo stato mi colpisce e mi fa male. Mi manca. Allora lo fisso per un'altro po' e poi lo abbraccio. Un abbraccio pieno di scuse e passione, pieno di "ti perdono" e "non lasciarmi mi più".

" non osare mai più a lasciare la mia vita capito?! " gli dico piangendo sulla sua spalla.

" mai più" mi dice abbracciandomi più forte.

La mia dolce metà💛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora