Sono seduto su una poltrona di pelle raffinata a bere una cioccolata calda a casa di una sconosciuta. Non so dove sia la mia auto e sono effettivamente sconvolto. Che cazzo sta succedendo?
"Allora Joel, che mi racconti?" la donna davanti a me mi rivolge finalmente la parole dopo minuti di silenzio.
Ma aspetta..."Come fai a sapere il mio nome?" non sarà mica una stalker?!
"Beh... Sono la zia di... . Michelle."
All'improvviso mi ricordo tutto. Mi ricordo come mi ha consolato al funerale di Michelle e di come poi mi ha voluto bene come una madre. Di come fosse l'unica che pensasse che la colpa non era mia, quando pure io pensavo il contrario.
Flashback
Sono al suo funerale ma non sto versando neanche una lacrima, ma al momento non mi interessa. In prima fila ci sono tutti i suoi familiari, e ogni tanto si girano a guardarmi male. Cosa volete da me?! Non è colpa mia se lei è... No.
Mi accorgo che solo una donna che non conosco si è girata e mi guarda in modo diverso. Non come se fosse colpa mia, non come se l'avessi..... Io. Ha i capelli castano chiaro e due occhi azzurri mare. È l'unica che non piange. Che sa. Che sa cose che neanche io so. Cose che mi vorrebbe dire.
Si gira di nuovo e io mi osservo le mani. Quelle mani che l'hanno toccata tante volte, che hanno toccato i suoi capelli il suo viso, le sue labbra... Quelle fottute mani che secondo tutti hanno appiccato l'incendio. Quelle fottute mani. Alzo di nuovo lo sguardo e noto che si sono girati tutti verso di me. Non stavo ascoltando il prete, quindi non so cosa abbia detto. Che aspettino che io faccia qualcosa? Qualcosa che io so che non posso fare però.
La donna si alza in piedi e mi guarda. Tutti si lazano in piedi e mi guardano. Non sopporto questo senso di oppressione, questo senso di odio che mi sento addosso. Come se tutti mi odiassero, come se tutti volessero che io fossi morto al posto suo. E magari hanno ragione. Magari dovevo morire io in quell'incendio e non lei. Mi alzo in piedi e sento le lacrime solleticarmi la guancia. Non voglio piangere d'avanti a queste persone, che mi disprezzano così tanto. Mi giro in lacrime e corro via verso la strada che c'è dietro di me. Non so dove io stia andando, so solo che devo scappare da queste persone che mi odiano tanto. Sento una sedia che scorre e dei passi che cercano di raggiungermi. Svolto l'angolo velocemente. Non voglio che chiunque sia mi veda in queste condizioni. Così... Distrutto. La tristezza mi assale e mi siedo su una panchina d'avanti al mare. Scoppio in lacrime appena mi siedo, e mi copro il viso con una mano. Vorrei piangere per tutte le ragioni del mondo, per lei, per la sua morte, per.... E invece piango per me stesso. Per la vita che non avrò mai più, per gli amici e i familiari che non mi parleranno più dopo oggi... Quanto egocentrismo. Provo odio per me stesso. Sarei dovuto morire io non lei, sarebbe dovuta morire la persone odiata ed egocentrica come me, non la persona dolce e buona come lei. Avrei voluto fare qualcosa avrei...
Sento una mano posarsi sulle mie spalle. Apro una fessura dalla mia mano e vedo che è la donna al funerale che non provava odio verso di me. Non ci penso due volte e come un bambino di due anni mi butto tra le sue braccia a piangere. Sento che incontro subito la sua pancia, ma non ci faccio troppo caso. Noto che anche lei si è messa a piangere silenziosamente. Lei mi capisce. O almeno cosi credo. Decido di voler conoscere quell'unico persona che mi è venuta incontro. Alzo lo sguardo e la guardo negli occhi. Abbasso lo sguardo su dove tiene la mano e noto che è incinta. Che controsenso..."Congratulazioni..." le dico sorridendo un goccio. Noto che anche a lei è sfuggito un sorriso.
"Sai, io lo so che non è colpa tua per la morte di Michelle."
La guardo scettico."Ah sì? E perché non sarebbe colpa mia?"
Sorride al mio finto sarcasmo.
"Sai, appena scoprii della morte di mia nipote, avevo appena saputo di essere incinta."
La osservo dandole il tempo di continuare. Non la deve aver raccontata a tutti questa storia.
"Michelle era tutto per me. Tenevo più io a lei che i suoi genitori. È stato un trauma per me sapere della sua morte."
Sts cercando di non piangere. La abbraccio per invitarla a continuare.
Tra un singhiozzo e l'altro riesce a riprendere."Sai mi parlava molto di te. Di come lei ti amasse con tutta se stessa e di quanto ti voleva bene. Mi disse anche che vi stavate per sposare."
La guardo scombussolato.
"Mi aveva detto che non lo aveva detto a nessuno..."
"Si vede che a qualcuno lo ha detto. Ma solo a me. Neanche ai suoi genitori."
"Si deve essere fidata molto di te se ti confidava tutto."
"Sì. Era così. Sai, io credo che dopo la morte ci sia un'altra vita, tipo reincarnazione. Non mi sembró una coincidenza quindi che io ero incinta e che Michelle era morta."
Fa una pausa."Così ho deciso di chiamare questo supereroe Michele."
Fa una risata malinconica. Si guarda la pancia e con una mano se la accarezza.Non so cosa dire. Così l'unica cosa che mi viene in mente da dire è:
"Wow."
"Eh già."
"E perché credi che non sia colpa mia?"
Fa una risatina, ma nei suoi occhi leggo solo disperazione.
"Perché lei si è suicidata."
Resto scioccato. Suicidata?! E perché?! E come!?"Suicidata!?"
"Sì. Me lo disse il giorno prima di partire con te. Quel posto a lei piaceva tanto, ed era lì che si voleva suicidare. Me lo disse, ma io pensavo stesse scherzando. Eppure eccoci qua. Al suo funerale. A pensare a lei come al passato."
Vorrei essere scioccato, ma in realtà dentro di me lo sapevo. Lo sentivo. Come se ogni dettaglio di lei che mi confondeva si rivelasse chiaro adesso. Ecco perché non mi voleva sposare, ecco perché portava sempre la sciarpa. Ecco erche si stava allontanando sempre di più. Ecco il perché della settimana in montagna. Ecco perché.
Restiamo un po' così, avvolti nel silenzio della tristezza, col rumore delle onde che si infrangono sugli scogli.
~•~
E così mi riviene in mente tutto. L'appoggio che questa donna davanti a me mi ha dato per settimane, mesi, e di come grazie a lei ora io stia meglio. Lascio cadere la tazza a terra e mi alzo dalla poltrona.
Di getto mi butto tra le sue braccia pronte ad accogliermi, e che ci mettono molto poco a ricambiare.
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La mia dolce metà💛
RomanceStacy è una ragazza intelligente e attiva e le piace molto leggere. Non vede suo padre da troppo tempo così decide di partire per un anno e andarlo a trovare; ma non se lo ricordava come lo trova adesso, è cambiato. In quella piccola cittadina cono...