Corro veloce verso la mia auto.
Lei non si ricorda di te.... non si ricorda di te...
Accendo il motore, e solo sentire il rumore dell'auto accesa, mi fa venire i brividi.
È tutta colpa tua... Solo tua....
Non ce la faccio. Scendo dall'auto e mi dirigo a corsa sotto la pioggia. Non so dove sto andando, ma so che devo pensare. Da solo.
Arrivo in spiaggia, e visto che non c'è nessuno mi siedo sulla panchina.
È colpa tua..... Tua...
La visuale affaccia sul mare, e guardo il mare in tempesta, sperando che mi faccia venire in mente qualche idea...
Se non fosse stato per te.... Nessun ospedale....
Le mie lacrime si stanno mischiando alla pioggia, e non mi rendo più conto se sto piangendo. Devo aiutarla in qualche modo, devo proteggerla e...
Non ti perdonerà mai.. Mai...
"ZITTO!!" Mi sono alzato in piedi.
"VAFFANCULO OK?! VAFFANCULO!!".
Cammino avanti e indietro senza alcun reale motivo, incazzando con il mare.
"NON HO FATTO NULLA DI CATTIVO NELLA MIA VITA, E MI RIPAGANO COSÌ!?"
Sto perdendo il controllo. Cerco di calmarmi, ma ovviamente non ci riesco.
"Che cazzo posso fare?! Cosa....?!?"
Sto impazzendo. Non riesco a pensare, le idee e le immagini si susseguono senza sosta. Lei che corre, lei a terra, io che mi dirigo verso di lei. Lei che prima di chiudere gli occhi sussurra il mio nome, io che piango. Le persone che chiamano il 118, lei in ospedale, io che corro per salire sull'ambulanza, lei che non si ricorda di me.... Io che piango.
E finalmente vuoto."Non si ricorda dei pensieri brutti... Ha rimosso le persone che la ferivano..."
"No! No cazzo! Ma aspetta.... Sì! Sì porca porca troia!" un'idea mi illumina la mente. Perché non ci ho pensato prima?! Perché?!
Penso.... Penso e ripenso.... Come faccio a capire se si ricorda? L'unico modo è.... Chiederglielo.
Faccio per salire in auto, ma mi accorgo che non ho la macchina.
" Merda!" ho i vestiti fradici, e ora che ci penso non mi ricordo neanche dove sia l'auto.
Guardo l'orologio. Sono le 9 e mezza, gli orari di visita nell'ospedale sono finiti, quindi sarebbe inutile. Anche perché... Anche perché mi hanno obbligato a non vederla più. Mai più. Vedo le persone che vanno e vengono per raggiungere casa, e nel frattempo ha finito di piovere. Mi appoggio sulla panchina, e una lacrima salata bagna la mia guancia solitaria.
Non me ne frega un cazzo vaffanculo a tutti e a tutto. Non voglio più saperne niente. Se potessi me ne trasferirei in un'altra città cambiando la mia identità, così che nessuno saprebbe chi io sia. Ma cosa ci guadagnerei? Nulla...
Mi alzo dalla panchina e mi dirigo a fatica verso un'idea di dove sia la mia auto. Metto le cuffiette nelle orecchie e ascolto un po' di musica, ma è come se non la sentissi. Sono disperso. Sono disperso nei miei pensieri, con un obbiettivo che però è sfocato e lontano. Ci voglio provare. Ci voglio provare, per quanto possa sembrare idiota e strano. Almeno... Mi trovo qualcosa da fare.
Niente. Dopo un'ora di camminata la mia auto non si fa vedere. Inizia a fare freddo, e io non so minimamente dove io sia. O forse lo so... Invece di piovere adesso sta nevicando. Nevicando?! In un momento del genere?! Grazie mondo!! Le gioie vengono sempre nei momenti meno opportuni!
Vedo i ragazzini che escono di casa e si lanciano le palle di neve, oppure stanno facendo dei pupazzi. Questo posto mi sembra familiare...
E poi la vedo. Quella casa. La casa dove abitava Jessica . La casa della ragazza che ho amato con tutto il mio cuore.la ragazza di cui non mi scorderò mai. Lei. Che ora non c'è più. Che non tornerà più da me.Vedo aprire la porta di quella casa bianca e blu, e vedo un bambino che corre verso la neve e ci si butta dentro. Sorride. Sorride come solo un bambino della sua età può fare. Senza sofferenze, senza paure e senza pregiudizi. Una coppia felice lo raggiunge e si mettono a giocare con lui. Non li conosco, ma so che sono una famiglia felice. Non come la mia. Questo bambino crescerà e avrà una bella vita, troverà l'amore e si sposerà. Avrà tanti figli, che accudirà con amore, e avrà dei nipoti, felici di vederlo. Io no invece. Io non riuscirei mai ad avere una vita così bella.
Resto imbambolato d'avanti a questa immagine, sotterrato da mille brutti pensieri e mille ricordi brutti.
La donna mi vede e si avvicina guardandomi preoccupata. Mi mette le mani sulle spalle."Joel, perché stai piangendo?"
Mi passo una mano sulla guancia e mi accordo che è bagnata di lacrime. Non mi ero accorto che stavo piangendo.
"Va tutto bene?"
Tutti bene?! Come può andare tutto bene!? La mia ragazza che non è più la mia ragazza è in ospedale, ho una famiglia che fa schifo e non trovo più la mia auto. Non va bene un cazzo!
MICHELLE POV'S
L'ho riconosciuto subito. Joel. Appena l'ho visto mi è venuta in mente mia nipote. Morta. Tutti davano la colpa a lui, ma lei si confidava con me. So che è un bravo ragazzo.
Lo vedo fissarci perso nei suoi pensieri.
Sicuramente non mi ha riconosciuto, perché mi ha visto solo una volta al suo funerale. Ma io non me li scorderai mai quegli occhi. Occhi pieni di distruzione, di chi ha visto troppa disperazione.
Lo vedo sul punto di piangere. Lo raggiungo perché l'ho già consolato una volta. Ma lui non se lo ricorderà."Joel, perché stai piangendo?" vedo che si passa una mano sulla guancia. Non si era accorto di star piangendo.
"Va tutto bene?" provo a domandargli, ma dalla sua faccia sì capisce che c'è qualcosa che non va.
"Tutto bene.... Ahah. Sì certo...." nel mezzo della frase fa una risatina scettica. Si allontana un attimo da me e si passa una mano nei capelli arruffati.
Poi si sofferma a guardarmi. Ha gli occhi lucidi, come quella volta. Sta per scoppiare. Mi si avvicina di botto e mi abbraccia. Sta piangendo sulla mia spalla. Rimango un' attimo sconvolta, ma poi lo abbraccio anche io.JOEL POV'S
Mi butto verso di lei e l'abbraccio. Non lo so il perché, non la conosco neanche, ma ho bisogno di conforto, un amore che solo una madre può dare, e che io non ho mai avuto. Inizio a piangere disperatamente. Perché lo sto facendo? Non la conosco neanche! Eppure mi è venuto spontaneo di farlo, ne ho bisogno. A sua volta lei mi abbraccia, come se avesse capito tutti i miei problemi, e mi volesse dire "fidati di me, ce la puoi fare". Capisce tutto, a partire dalla morte di Jessica fino all'incidente d'auto di Stacy. Sempre e solo colpa mia. Mia.
Appena mi accorgo che sto abbracciando una sconosciuta mi stacco da lei e mi asciugo le lacrime. Ho ancora i vestiti fradici e sto morendo dal freddo, ma faccio finta di niente, anche se sono percosso da fremiti continui.
"Mi scusi.... Non so cosa mi sia preso.... Ero solo...."
Mi poggia una mano sulla spalla e mi si avvicina.
"No, non ti preoccupare. Che dici, vieni a prenderti un tè?"
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La mia dolce metà💛
RomanceStacy è una ragazza intelligente e attiva e le piace molto leggere. Non vede suo padre da troppo tempo così decide di partire per un anno e andarlo a trovare; ma non se lo ricordava come lo trova adesso, è cambiato. In quella piccola cittadina cono...