Cinema Detroit, 14 Aprile
Ore 23.05Le ci volle qualche giorno per riprendersi. Le contusioni erano ancora ben visibili, ma cercava di guardare il lato positivo della situazione per non far montare la rabbia dentro di sé.
Era salva, ed era stato Lucas a chiamare le pattuglie - dopo quasi un'ora che Mya non rispondeva, si era preoccupato e aveva deciso di intervenire.
Gli sarebbe stata grata per sempre.
Così avevano rimandato l'appuntamento a giovedì. Lui aveva detto che era troppo presto per mettersi in movimento, ma Mya aveva insistito. Voleva uscire con Lucas e non stare costantemente concentrata sulla sua situazione, a letto, e col sostegno dei Price per qualsiasi cosa.
La serata era stata fantastica. Il film che avevano visto l'aveva lasciata col fiato sospeso per tutto il tempo, pieno di effetti speciali e momenti completamento scioccanti. Quelli erano i film che le piacevano, quelli che rispecchiavano un po' la vita da poliziotto.
Stavano uscendo dal cinema, lei che si aggrappava al braccio di lui e ridevano, ridevano come ogni volta che erano assieme.
«Sì, è stato stupendo!» stava dicendo Lucas, gli zigomi rossi, «Mi sono spaventato troppo quando è spuntato fuori il soldato dal nulla.»
«Oh ti ho visto. Ti ho visto e come!» rispose Mya ridendo.
Lucas era saltato dalla poltrona a quando, durante il film, era apparsa dal nulla una persona, con tanto di musica a palla preceduta dal silenzio.
«Io credo di aver perso dieci anni di vita.»Lucas spalancò gli occhi. «Tu hai perso dieci anni? Io credo di essere già morto!»
Arrivarono nei pressi della macchina, Lucas prese le chiavi schiacciando il bottone di apertura. Le aprì la portiera.
«Oh, la ringrazio, signore» disse Mya facendo un piccolo inchino.Lucas sorrise prendendole la mano. La sfiorò con le labbra, erano morbide e calde al tatto.
Le farfalle svolazzavarono nello stomaco di Mya a quel contatto.
A quel punto lui prese la mano tra le sue, portandosela alla guancia, lei non protestò.
Gli accarezzò la guancia, era morbida e pallida come cera, fece piccoli semicerchi col pollice per poi spostare automaticamente la mano un po più giù, verso le labbra.
I due si avvicinarono come richiamati da un bisogno primordiale.
Mya sentiva la necessità di baciarlo.
Posò il pollice sopra il labbro inferiore di Lucas e lo sfiorò.
Lui la guardava con quegli occhi di ghiaccio, ora con la pupilla più dilatata. Anche lui la voleva. L'aria era elettrica e i due erano pronti a esplodere con un solo bacio.Mya non ci pensò, si sporse verso Lucas e lo baciò.
Le labbra di lui la cercavano disperatamente, bisognose di lei.
Erano calde e morbide, e lei fremeva a quel contatto.
Le braccia di lui le avvolsero il bacino portandola più vicina a sé. Mya portò entrambi le mani al metto di Lucas, stringendo nei pugni il tessuto della sua maglietta.
Le labbra di lui premevano su quelle di lei con insistenza: aspettava quel momento da molto, e lei non gli avrebbe negato nulla.
Approfondirono il bacio e lei rilassò i muscoli che aveva precedentemente tesi.
Le piaceva, cavolo se le piaceva.
Non si era resa conto di quanto le mancasse un contatto così basilare come i baci.
Era contenta che, il primo a baciarla dopo molto tempo, fosse stato Lucas.I due si staccarono a corto di fiato. I capelli di lei erano tutti scompigliati e lui glieli pettinò con le mani, infilando due ciocche scure dietro le orecchie.
La guardava con tale intensità da farla sentire nuda. Sapeva che Lucas avrebbe fatto tranquillamente tutto lì, in quel parcheggio. Ma avrebbe dovuto aspettare.Lei gli si allontanò come per rompere quella calda atmosfera, si leccò le labbra ancora incredula.
Lucas scostò lo sguardo da Mya a dietro le sue spalle. Si fece improvvisamente rigido, il suo sguardo cambiò in una frazione di secondo.
Seguì il punto in cui guardavano i suoi occhi e capì il perché di quella rabbia.
Solo a una persona aveva riservato quello sguardo, e neanche molto tempo prima.E ora quella persona era lì a guardarli, con il viso tormentato.
«Figlio di puttana!» Lucas partì alla carica, diretto verso Connor.
Ma Mya lo fermò, le mani sul petto.«Lucas, no!» urlò lei, cercando di fermarlo.
Anche lei era arrabbiata, e pure più di Lucas, ma non era né il luogo né il momento di fare sceneggiate.
«No?» ripeté lui incredulo avvicinandosi a lei. «Mya, lui... lui ti ha..»
«Lo so! Lo so.» guardò Connor, voleva chiaramente parlare con lei, e sapeva già cosa volesse dirle, ma non voleva sentire niente. Non voleva più aver niente a che fare con lui.
Connor diede un calcio a una pietrina, aspettando.
Forse... forse avrebbe dovuto chiuderla, una volta per tutte. Dirgli ciò che pensava senza lasciare nessun dubbio.
Accarezzò la guancia di Lucas, calmandolo.
«Vado a parlargli. Tu... tu aspetta okay? Ci metto poco.»«Tu non parli con quello lì.» protestò lui, avendo tutte le ragioni di questo mondo.
«Non voglio, no. Ma devo.» gli lasciò un bacio a stampo.
«Cinque minuti, promesso.»Raggiunse Connor che aveva alzato il capo nel frattempo.
Solo in quel momento Mya notò qualcosa di diverso in lui: aveva un taglio profondo lungo lo zigomo. Il sangue era secco.
Quel segno la lasciò un momento pensierosa.
Gliel'avevano procurata quel giorno. Perché nessuno le aveva detto niente?
No, non importava.
Al suo arrivo, non perse tempo in giri di parole.
«Mya, mi spiace, davv...»«No, ora tu mi ascolti!» disse lei puntandogli contro un dito. «Non avrei dovuto accettare questo caso. Sei stato una rovina dal primo momento che ti ho visto, e ho pure cercato di ricredermi su di te. Ma sai cosa Connor? Tu non cambierai mai. Mi hai sempre trattato di merda senza mai lasciarmi il diritto di decidere con te. E guarda, guarda dove mi hanno portata le tue scelte!» urlò. Si indicò il grosso livido che aveva sul volto. Aveva cercato di coprirlo col trucco, ma il lavoro non era riuscito perfettamente.
Gli si avvicinò a fior di pelle. «A causa tua potevo morire, a causa del tuo fottutissimo ego del cazzo!»Connor aveva abbassato la testa, mortificato.
L'unica cosa che poteva dire era chiedere scusa, e Mya non l'avrebbe mai, mai perdonato.
«Cosa posso fare?» sussurrò, la voce rotta.Ma strinse i denti per non urlare. La voce gli uscì velenosa, in un sussurro. Quelle parole fecero male, ma furono le uniche a cui credeva veramente, in quel momento.
«Sai cosa puoi fare, Connor? Sparire dalla mia vita. Non farti più vedere da me, sparisci come sei sparito in questi tre anni.»
Il viso di lui era distrutto. Mya gli aveva appena strappato il cuore e lo aveva bruciato con le sue parole.
«Si stava meglio senza di te.»Connor si guardò attorno, annaspando.
Non trovava parole per ribattere, aria da cui respirare. Aveva annullato tutta la sua esistenza in due semplici frasi.
Per un attimo si sentì in colpa di avergli detto certe cose. Non aveva mai detto niente di simile a qualcuno, erano state parole dure e probabilmente ne avrebbe sofferto in un secondo momento, ma poi ripensò alle risposte che Connor le aveva riservato, alle botte che aveva ricevuto in quella stanza umida, al dolore che aveva provato anche dopo essersi svegliata, alle lacrime che aveva versato perché non riusciva a vedersi allo specchio, credendo che non ci sarebbe mai stato un rimedio per quei lividi e quel dolore. Al dolore che provava anche in quel momento.Mai lo avrebbe perdonato.
Gli lanciò un'ultima occhiata per poi voltarsi, salire in macchina con Lucas e partire verso casa.
La macchina partì lasciando Connor dietro di sé.
Si lasciò Connor alle spalle come il suo passato. Lo avrebbe annullato, così come aveva annullato Mya Gomez e tutto il suo mondo, non avrebbe più parlato di quella storia. Mai, con nessuno.Lucas le strinse la mano, rassicurandola.
«Sei stata brava.» fece un mezzo sorriso.Non rispose poggiando la testa al finestrino.
No.. poteva lasciarsi Connor alle spalle, ma non sua madre.
Quella notte con Connor, alla fine, le aveva lasciato qualcosa, forse l'unica cosa buona che aveva fatto l'agente più premiato di Detroit.
Doveva fare ancora i conti col suo passato. E questa volta non lo avrebbe evitato.**********
Buongiorno a tutti!
Oggi è il primo settembre, che felicità ye.
Anyway, volevo dirvi solo che il prossimo capitolo sarà l'epilogo.
Stay tuned!
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Sugarcoat
AcciónDetroit, 2016. Mya Price, un'agente di polizia di Detroit con un'infanzia che preferirebbe tener nascosta al mondo, si ritroverà a lavorare a un caso che sta preoccupando l'intera città. Al suo fianco, l'astuto e premiato Connor Hill che, dopo la st...