24. quando lo vedo non capisco nulla

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Sua mamma mi fece entrare in casa e corsi in camera sua.
«Ciao ragazze.» dissi entrando.
«Che ci fai qui?» mi domandò Vittoria stupita.
«Avevo bisogno di voi.» dissi abbassando la testa.
«Guarda che non ti abbiamo perdonato.» disse Vittoria più seria che mai.
Le guardai e scoppiai in lacrime.
Loro si guardarono e poi si alzarono subito abbracciandomi.
«Stavamo scherzando.» dissero consolandomi e stringendomi in un abbraccio.
Ci sedemmo sul letto di Vittoria ed iniziammo a parlare di varie cose.
Eppure io ero distratta.
Non ricordo nemmeno di cosa parlavano.
Io pensavo lui e stavo male.
«Va tutto bene Fede?» mi domandò Vitto accarezzandomi un braccio.
Scossi la testa scoppiando a piangere.
Era difficile quella situazione.
«È per lui vero?» mi chiese Shady.
Annuì.
«Ma l'hai dimenticato?» chiese Vitto.
«Lui non si dimentica.» risposi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«So che ora lo odio, non lo sopporto, che non riesco a vederlo, che non vorrei essermi mai innamorata di lui, che non mando giù neanche l'idea di respirare la sua stessa aria.» dissi asciugandomi le lacrime.
«Ma so di non aver guardato nessun altro come ho guardato lui. So benissimo di non essermi mai persa in occhi più belli e so per certo di non aver sorriso mai così tanto parlando di qualcuno, e queste sensazioni non di dimenticano mai.» continuai sbuffando.
«Quindi il termine "dimenticato" è eccessivo.» conclusi alzandomi e prendendo le mie cose.
«Sapete che vi dico? Forse mi sono abituata all'idea di non poterlo avere, ma dimenticarlo no, non definitivamente, almeno, non tutte le sensazioni che ho provato.» dissi aprendo la porta della camera di Vitto.
«E fidatevi, ogni volta che lo vedo, non capisco più nulla!» poi uscì chiudendo la porta.
Andai in strada e incominciai a camminare.
Non sapevo dove andare.
Volevo solo stare un po' sola, senza nessuno che mi rompesse.
Ma non feci tempo a pensarlo che una voce maschile mi chiamò da dietro facendomi voltare.
«Ciao Fede, posso parlarti un attimo?» mi domandò sorridendo.
E adesso cosa voleva?

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