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~Monster among men~
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Purtroppo, i giorni passarono molto velocemente e non me ne accorsi finché una settimana dopo la nascita di Greta, suonarono alla porta.

Mamma era andata via con Greta a fare un giro.
Nicholas mi pareva strano in quei giorni, usciva sempre la sera.
Sembrava tornato indietro nel tempo, quando usciva con Giada.
Forse stava insieme a lei.
Marco invece andava ogni giorno al lavoro e faceva straordinari per mantenere la famiglia.

Andai ad aprire e trovai Michele.

Deglutii.
<<Ciao, vuoi..vuoi entrare?>>
Lui annuii e lo feci accomodare sulla poltrona del salotto.

Mi sedetti sulla poltrona davanti alla sua.
Ci divideva solo il tavolino di vetro basso.

<<Sai perché sono qui, vero? >> la sua voce era roca, seria.

Annuii, lo sapevo eccome.
Praticamente la notte precedente non avevo chiuso occhio.
Troppo occupata a pensare.

Avevo pensato così tanto ché la testa cominciò a farmi male.

<<Io..non so da dove cominciare,>> avevo già fatto questo discorso pensando e sussurrando.

<<Beh, tu rimarrai sempre una persona importante nella mia vita, non in quel senso e l'ho capito solo ora.
Tu mi fai stare bene e basta, quel giorno di febbraio ero confusa, insomma tu eri a casa mia e pensavo cose che in realtà non erano vere.
Io non mi sono innamorata di te, ero solo agitata e avevo confuso il vero amore con l'affetto che una fan prova per il proprio idolo.
Ma tu sei complice, non mi hai aperto gli occhi, ora non voglio darti tutta la colpa ma un pizzico sì.
Quel giorno, due settimane fa tu mi avevi confuso ancora di più baciandomi, ma capisco che da brillo si fanno stupidaggini, come quando tu hai baciato una 50enne,>> sorridemmo entrambi a quel ricordo.

<<Quindi ho deciso che  ti perdono.>> ammettei finalmente giungendo al punto.

Lui spalancò gli occhi.
Nella vita avevo imparato a dare una seconda chance a chi se la meritava.

Lui si grattò la nuca facendo muovere tutti i suoi ricci.

<<Okay, forse mi merito un paio di colpe per averti illuso e mi dispiace.
Ma forse sai anche tu come va la mia vita sentimentale e tempestosa.
Ho un po' di problemi per capire le cose, ma forse che ne dici di rimanere amici?>>.
Sembrava altamente a disagio.
Sapevo cosa intendeva con la sua vita sentimentale, ed ero fiera di lui.

Però non capivo quelle persone che giudicavano le persone per il loro aspetto fisico o per il loro orientamento sessuale.
Sono sempre persone e vanno rispettate come tali.

Chissene frega se una persona ha i brufoli o è gay.
Hanno comunque dei sentimenti e ogni volta che vengono trattati male, ci rimangono delusi perché si sentono sbagliati e ricorrono anche a gesti avventati che non dovrebbero mai accadere.

Non risposi a Michele ma feci solo un gesto che mi venne d'istinto.
Mi alzai dalla poltrona e lo abbracciai.

All'inizio, colto dalla sorpresa restò fermo ma poi ricambio calorosamente.

Finalmente avevamo risolto e potevamo ricominciare lasciando il passato alle spalle.

***

<<Michele, non te la puoi svignare così!>> esclamai ridendo con in mano tanta panna montata.

Okay, forse ci eravamo fatti troppo prendere.

Lui cominciò a correre per tutta casa.
Eravamo tutti sporchi di panna dalla testa ai piedi.

Arrivammo davanti alla porta e io allungai la mano con la panna, intenta a sporcarlo, ma la porta si spalancò rivelando Nicholas , nello stesso momento in cui Michele si spostò, e gli sporcai tutta la faccia.

Ops, forse l'avevamo combinata grossa.

<<Nicholas, scusa.>>
Lui guardò prima me e poi Michele.

Ci rivolse uno sguardo di rabbia, a entrambi e si rifugiò nel bagno, chiudendosi dentro.

Avevamo risolto, e ora stavamo litigando un'altra volta.

Andai di corsa a bussare alla sua porta.
Continuai a bussare insistentemente per alcuni minuti.

<<Michele, forse è meglio che tu te ne vada, mi dispiace.>>

Mi rivolse uno sguardo comprensivo e se ne andò.
Ancora tutto sporco.

Scivolai lungo il muro davanti alla porta e mi misi seduta sul pavimento.
Sarei rimasta lì per l'eternità se sarebbe stato necessario.

***

<<Giulia, Giulia cosa fai qui?>>
Mia madre mi scosse la spalla e mi svegliò.

Aprii gli occhi.

<<Ehm..si mi sono addormentata.>> dissi sbadigliando.

<<Davanti alla porta del bagno?>>

<<Sì, è caldo e ho pensato che dormendo sul pavimento davanti al bagno mi avrebbe rinfrescato.>> inventai sul momento.

Lei mi rivolse uno sguardo come a dire "Ah, si certo e io ti dovrei credere?" ma poi se ne andò in cucina.

Mi alzai e mi ritrovai con il culo indolenzito.

Mi accorsi che la porta del bagno era aperta.

Sconsolata andai in camera e sul letto trovai un biglietto:

Scusami, sono stato uno stronzo, ma quando ci si mette in mezzo quello impazzisco.
Quando ti ho visto che dormivi davanti alla porta del bagno mi hai fatto tenerezza e non ho voluto svegliarti.
Sono andato a fare un giro, ma sappi che ti voglio bene e che non voglio litigare con te un'altra volta.

S/A: pubblico oggi perché .
Comunque cosa ne pensate?
Stiamo giungendo alla fine 😢 e mi dispiace lasciare questo libro perché sta crescendo tanto😟😰.

Alla prossima.
Instagram:
_giuliameniconi_

What We Are?||Michele Bravi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora