Epilogo

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Un anno dopo...

Mancava poco.
Troppo poco.

La mia mente era divisa in due.
Una parte mi diceva di andarmene a gambe levate e di non tornare più.
L'altra parte...zero...mi consigliava di stare ferma senza muovermi neppure quando sarebbe arrivato il mio turno.

Non sapevo cosa fare.
Era troppo presto per affrontare tutto quello.

Cercavo di respirare normalmente.
Ma il mio cuore batteva fortissimo,così forte che avevo paura che qualcuno lo potesse sentire.

Ecco, toccava a me.
Camminai con in braccio Greta e a braccetto con Nicholas.
Attraversammo tutta la navata sorridendo.
Arrivammo vicino all'altare e ci dividemmo, io e la mia sorellina a sinistra mentre Nicholas a destra.
Poi arrivarono l'altra damigella d'onore, ovvero la sorella di mia madre, e l'altro testimone nonché il fratello di Marco.

Dopo un paio di minuti arrivò Marco con il suo smoking nero e camicia bianca, che teneva a braccetto sua madre, arrivarono all'altare e sua madre si mise a sedere su una panca.

Marco era molto ansioso e si notava dal fatto che ogni secondo si sistemava la cravatta.

Mamma però si faceva attendere e non poco.

Dopo un'eternità il pianista nonché Michele cominciò a suonare e a cantare la marcia nuziale.

La sua voce si sparse in tutta la chiesa.

Piano piano,passo dopo passo mamma entrò a braccetto con suo fratello maggiore.

Purtroppo nonno era morto anni prima, ma tutti sapevamo che ci stava guardando da lassù.

Finalmente dopo un tempo indecifrabile, arrivò davanti a Marco che ora era più tranquillo.
E cominciò la messa.

***

Il ricevimento si tenne in una sala ampia di un ristorante molto conosciuto in città.

Era self-service, tipo buffet.
C'era di tutto, dalla pizza alla pasta, dagli stuzzichini alla carne, dal salato ai piccoli dolci.

Arrivò il momento della torta nuziale, il mio momento preferito.

Un cameriere portò su un carrello una torta a tre piani circolari bianchi uno più piccolo dell'altro.
Nell'ultimo c'erano due sposini.
C'erano decorazioni con fiori rosei e bianchi.

Mamma e Marco fecero tutte le foto necessarie del taglio della torta.

Poi arrivò il DJ che cominciò a mettere musica e tutti andammo a ballare.

Io, Michele, Nicholas e Lorenzo ci scatenammo insieme e i nostri movimenti erano super strani e buffi e incredibilmente goffi.

<<ORA È IL MOMENTO KARAOKE!>>  urlò i DJ al microfono.

Spinsi Michele ad offrirsi e lui accettò.
Cominciò a cantare "Barbie Girl" degli ABBA.

Inutile dire che ho riso tutto il tempo.
Fui costretta a cantare "Despacito" con Nicholas, e sorvolando le parole dette malissimo, non era stato un vero e proprio fiasco.

Poi altri invitati cominciarono a cantare stonando continuamente ma ci stavamo divertendo un mondo anche ballando in pista.

Ad un certo punto vidi Lorenzo parlare con il DJ all'orecchio.
Il DJ stoppò la musica e Lorenzo prese il microfono in mano e cominciò a parlare.

<<Non sto per cantare un karaoke, ma sto per chiedere una cosa molto importante, a una persona speciale..
Perché sì, Giulia,tu lo sei.>> si avvicinò e arrivò davanti a me.

Esitò un istante e poi si inginocchiò..
Misi una mano davanti alla bocca.

<<So, che siamo giovani, soprattutto tu,per compiere questo grande passo, ma so anche che ti amo con tutto me stesso, sei il primo pensiero la mattina, appena mi sveglio.
Mi ricordo la prima volta che ci siamo incontrati, in farmacia, quando ti ho dato il mio numero di cellulare sullo scontrino e tu eri molto scontrosa.
Mi avevi incuriosito sin dal primo istante in cui i miei occhi hanno incontrato i tuoi.
Non pensavo che mi avresti contattato ma l'hai fatto.
Il nostro primo appuntamento è stato perfetto, non perché eravamo in un posto romantico ma perché eravamo solo noi due.
Ciò che provo per te cresce ogni giorno e non posso fare a meno di pensare al mio futuro con te perché so che sarebbe perfetto.
So di essere stato il primo in tante cose, e voglio ancora essere il primo a vederti la mattina appena ti svegli.
Voglio essere il primo in tante altre cose e voglio essere il primo a sposarti.
Quindi, Giulia Aurora Alice Damia vuoi sposarmi?>> e aprì la scatola di velluto blu che teneva in tasca e che aveva tirato fuori.

Conteneva un anello con un piccolo diamante luccicante incastonato tra il materiale dell'anello.
So che eravamo troppo giovani ma i nostri sentimenti erano troppo forti per essere contenuti in una semplice relazione.

Cominciai a piangere dalla gioia e pronunciai: <<Sì.>>
Sul suo viso spuntò un grandissimo sorriso e io gli circondai il collo con le braccia e lo baciai sorridendo consapevole che tutti gli sguardi erano puntati su di noi.

The end

S/A:  *continua a far uscire le cascate del Niagara dagli occhi*
Vi comunico che ci saranno degli EXTRA .

What We Are?||Michele Bravi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora