II

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Sono in camera di Dallon.

Mi guardo intorno, le pareti sono azzurre, c'è una minuscola crepa sul muro, un basso arancione e bianco è abbandonato in un angolo.

-Suoni?- gli chiedo mentre lui è preso ad accendere il proprio portatile, annuisce solamente e si mette davanti a me.

-Dobbiamo fare una ricerca sulla civiltà azteca e fabbricare un modellino di una loro costruzione.- Dice poi e tutto quello a cui penso è "ugh, lavoro".
Mi sporgo verso di lui con un sorriso.

-Abbiamo un mese intero, che ne dici di usare i primi giorni per conoscerci meglio? Tanto c'è tempo.- Onestamente parlando, sono consapevole di essere irresistibile ma con Dallon sento che tutto può succedere e ciò mi mette un po' d'ansia.

E se fosse etero?

Oh mio Dio non ci avevo pensato.

Vado nel panico.

-Sei etero??- chiedo ancora prima che possa rispondere alla mia precedente domanda, lo vedo fare una smorfia.

Non posso averglielo chiesto sul serio.

Mi metto le mani sul volto maledicendo la mia dannatissima impulsività.

-Wow.- lo sento dire e giuro che rimarrò per sempre con le mani in faccia, non voglio sapere come mi sta guardando ora.

Cala il silenzio e creo una piccola fessura tra le dita per poterlo sbirciare, sì sono incoerente.

-Brendon?- mi chiede con un sopracciglio alzato, vorrei che non fosse il mio nome che sta chiamando ma allo stesso tempo sentirlo uscire dalle sue labbra mi manda in paradiso.

-S-scusa per la domanda, non volevo- rispondo dopo un po' togliendo le mani dal volto, lui annuisce leggermente.

-Lavoriamo o..?- okay non si è stranito troppo, però vuole ancora lavorare.

Che palle.

Esattamente non so per quanto tempo sono rimasto perso nei miei pensieri, so solo che dopo un po' Dallon mi scuote.

-Ohi?- sospira quando vede che gli presto finalmente un po' di attenzione.

-Sono bisex se è quello che ti stavi domandando.- dice poi.

Bisex.

È bisessuale.

Sorrido abbracciandolo/soffocandolo senza alcun apparente motivo.

-Sono pansessuale!- esclamo poi tenendolo nella mia morsa.

-B-Brendon non respiro.-

Lo lascio velocemente andare e continuo a sorridergli.

-È fantastico!- dico poi ma la sua espressione non muta di molto.

-Non ci vedo nulla di particolarmente fantastico.- mormora sistemandosi il colletto della camicia. Mi fermo ad osservare le sue mani, il suo volto, i suoi capelli. Sospiro.

È così bello che potrei morire, giuro.

-Beh io sto guardando qualcosa di fantastico.- Gli sorrido e lui rotea gli occhi al cielo ma lo vedo arrossire.

Bellissimo.

ADHD | Brendon UrieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora