XIX

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Due crisi in una settimana? Se questo non è un record allora mi dispiace per il povero sfigato che lo detiene.

Ricapitolando, Dallon e Ryan hanno chiamato mia madre ed ora sono in camera mia con Ryan mentre mamma parla al telefono con papà che ovviamente si preoccuperà per nulla.

-Brendon sii sincero- mh iniziamo benissimo, guardo Ryro prima di sistemarmi un cuscino sulla pancia ed abbracciarlo, non so perché ma mi conforta.

-Che c'è?- chiedo poi sospirando, non ho voglia di parlare a nessuno in questo momento e soprattutto non voglio parlare a lui dopo che ha sbandierato a Dallon la nostra relazione.

-Perché hai gli attacchi di panico?- che domanda del cazzo è? Mi alzo subito in piedi e mi allontano da lui, che nervi.

-Perché sono divertenti, Ryan-  rispondo senza nemmeno tentare di nascondere la mia irritazione, non so si è notato ma non sono affatto dell'umore al momento.

-Non è quello che intendevo Brendon, volevo solo sapere se stavi prendendo le medicine, mi sto preoccupando per te- medicine, odio quella parola, odio il mio doverle assumere perché non sono come gli altri, perché sono così evidentemente malato ed il fatto che Ryan me lo abbia ricordato non fa altro che alimentare la mia rabbia. Insomma per farla breve nel giro di poco tempo mi ritrovo a tremare.

-E allora chiedimi se prendo le medicine cazzo! Senti Ryan non ho più voglia nemmeno di sentirti, esci di qui- ordino prima che mi venga in mente una delle mie solite idee avventate di cui poi mi pentirei sicuramente ma testardo com'è Ryan fa la cosa più sbagliata ossia cercare di approcciarmi.

-Ma non ho fatto nulla- dice calmo ed a quel punto non riesco più nemmeno a controllarmi, lo spingo via fregandomene di potergli fare male o altro e fortunatamente per lui va a finire addosso al muro e non al mobile.

-Esci! ESCI O CHIAMO MIA MADRE CAZZO!- dico o urlo, a questo punto non c'è differenza, punto lo sguardo su quello preoccupato di Ryan che finalmente si decide ad andare verso la porta

-Okay... stai calmo però, adesso esco... chiamami quando sei in te eh.-

Solo cinque secondi, dopodiché sono finalmente solo, mi guardo intorno e noto di avere il fiatone, sono così arrabbiato in questo momento e devo sforzarmi per non mettermi a rompere tutto nella stanza, Dio.

Okay.

Respira.

Brendon respira, sei solo ora.

È questo il problema, sono rimasto da solo.

Tyler non c'è più, Ryan è andato e Dallon... Dallon non ne vorrà più sapere di me.

Ci vuole giusto qualche attimo per passare dalla rabbia alla tristezza e presto sono in lacrime, wow, che bella la vita.

Vado a sedermi a letto, sono stanco, è tutto troppo lento, vorrei passare direttamente alla parte in cui questo sarà solo un lontano ricordo, un racconto per i miei figli in cui poi gli dico come ho fatto a tornare felice. Vorrei essere tra le braccia di qualcuno, al sicuro e tranquillo, soprattutto tranquillo ma a quanto pare sono destinato a rimanere alienato a causa di qualcosa che non ho scelto di avere e a causa della persona che sono ma che avrei davvero voluto migliorare circondandomi di persone ed illudendomi pensando che magari fare il buffone mi avrebbe salvato dal dover pensare alle cose serie; alla fine però sono arrivate, prima una alla volta, poi tutte insieme, e ora? Ora non mi resta altro che rimuginare.

E dire che è iniziato tutto da un lavoro di storia ed un bacio non dato.

The End















HA! Avete avuto paura eh

ADHD | Brendon UrieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora