XIV

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Non so cosa stia succedendo onestamente, non ho più voglia di fare nulla, non avevo nemmeno voglia di alzarmi ma l'ho fatto solo perché fra poco arriverà Dallon e dobbiamo cercare di finire quello stupido lavoro. Anche se ora che ci penso non ho molta voglia di vederlo, preferirei rimanere a letto per sempre e non dover affrontare la vita, è così che si sentono gli emo? Fa niente, mi metto una felpa bianca ed un paio di pantaloni neri e stretti prima di scendere di sotto. Fortunatamente i miei genitori sono entrambe fuori per i fatti loro quindi ne approfitto per mettere la musica ad alto volume e mangiare i cereali in attesa dell'arrivo di Dallon, la cosa mi rilassa e per un po' riesco a non pensare a quanto di merda mi stia andando questo mese, che poi in realtà si tratta di anni ma preferisco essere ottimista.

Circa un pacchetto di cereali ed una decina di canzoni dopo sento finalmente suonare il campanello e senza realmente capirne il motivo sono più felice che preoccupato, velocemente mi pulisco la bocca con la manica e vado ad aprire la porta, il mio sguardo scatta subito verso l'alto superando una poco sobria e poco etero camicia a fiori scura e arrivando subito ad un paio di occhi chiari, i suoi bellissimi occhi chiari che non ho guardato bene da fin troppo tempo.

-Hey- mi saluta guardandosi intorno ed oserei dire che sta cercando di evitare il mio sguardo, ricambio il saluto con un semplice cenno della testa e mi faccio indietro per permettergli di entrare.

-Vuoi qualcosa da mangiare o bere? Ho i cereali sul tavolo se vuoi, oppure ho la Dr Pepper, sempre se vuoi, ti prendi sempre una Dr Pepper alle macchinette quindi presumo che ti piaccia... chi è che prenderebbe sempre una Dr Pepper senza effettivamente amarla? Ho capito te ne prendo subit- - onestamente nemmeno nei miei sogni a luci rosse più sfrenati mi sarei mai aspettato la mano di Dallon tapparmi la bocca ma eccoci qui ed inizio a pensare di aver straparlato un po' troppo, come sempre.

-Stavi parlando ad un ritmo insostenibile, mi è sembrato il metodo più efficace per fermarti.- annuisco comprensivo e presto sono di nuovo libero di parlare ma mi limito a fargli cenno di seguirmi e ad andare in cucina dove, senza che me lo chieda, gli prendo una Dr. Pepper dal frigo.

-E comunque ci sono metodi più efficaci per zittirmi- mormoro porgendogli la lattina che accetta senza nemmeno mostrarmi l'ombra di un sorriso, immagino che le cose siano proprio tornate come prima.

-Metodi più efficaci tipo?- stappa la bibita mettendosi seduto davanti al grande ripiano e ammetto che mi viene da sorridere per il fatto che non abbia capito, o che faccia finta di non aver capito, il mio leggero doppio senso.

-Potresti usare la fantasia- dico quindi.

-Non sono sicuro di possederla-

-Sono sicuro del contrario-

***

-Ricerca?-

-Stampata, in bianco e nero perché nessuno dei due ha l'inchiostro nella stampante.-

-Modellino?-

-Ehm...- entrambe guardiamo lo schifoso ammasso di bastoncini verdognogli ricoperti di colla e vagamente somigliante a qualcosa di piramidale con estremo sconforto e mi rendo conto che nonostante avessimo avuto solo un lavoro da compiere in un mese avevamo trovato il modo di farlo nel modo peggiore.

-Sei pronto a ricevere una F per questo lavoro?- Gli chiedo provando a riappiccicare un bastoncino caduto mentre lo guardavamo e sento Dallon grugnire dall'altra parte del ripiano.

-Mi rifiuto, ho già una F in educazione fisica- borbotta iniziando a picchiettare con le dita sul tavolo evidentemente nervoso, devo ammettere che ancora mi sembra strano vederlo provare delle emozioni, prima che lo conoscessi mi sembrava sempre impassibile, mai una volta che rideva o si arrabbiava in classe ed effettivamente è così anche ora però sto avendo la possibilità di vederlo in tutte le sue sfumature.

E lasciatemelo dire, Dallon Weekes è fantastico in tutte le sue cinquanta più una sfumature.

-Come fai ad avere una F in educazione fisica?-

-Mi rifiuto di correre se non c'è qualcosa di pericoloso e trovo che correre dietro una palla sia stupido, semplice- mentre lo dice si sporge verso il modellino ed assottiglia gli occhi prima di dire con un evidente smorfia disgustata:

-E comunque si vede lontano un miglio quali sono i tuoi bastoncini, sono tutti verdognoli-

Ma il vero problema sorge quando io gli rispondo:

-Ho capito ho capito, non so usare la bocca bene quanto te, mi dispiace-

Sì, l'ho detto seriamente e non l'ho fatto nemmeno apposta giuro, Dallon mi guarda sconvolto e la faccia che sta per raggiungere la tonalità di rosso più accesa, io invece mi alzo e mi allontano direttamente, vado davanti al frigo, lo apro e ci infilo la testa in cerca di risposte, risposte che purtroppo non ottengo nonostante passino sempre più secondi.

-Brendon puoi tornare eh-

-No!- le situazioni assurde in cui mi infilo sono difficili a contare, sono così tante che non saprei nemmeno da dove iniziare. Sento dei passi verso di me ed un paio di pacche sulla schiena che mi fanno voltare, vedo Dallon con un mezzo sorriso che, davvero, mi fa sciogliere il cuore; si siede a terra davanti a me e mi invita a fare lo stesso, forse è un po' strano ma non ci sto facendo caso.

-Hai delle reazioni esagerate, mica mi sono offeso...- muove l'indice sul pavimento disegnando tanti cerchi e per qualche motivo è tutto quello su cui riesco a concentrarmi.

-Sei strano, non ti capisco- dico, il dito si ferma, i nostri sguardi si incrociano.

-Io? Perché io?- non so perché ma il mio cuore inizia a battere velocemente e sento l'ansia iniziare a salire lentamente lasciandomi a bocca aperta e senza fiato.

-Sabato alla festa... noi due stavamo per- - un telefono squilla e Dallon mi fa cenno di attendere mentre risponde, è strano, sono deluso. Mi alzo in piedi mentre lui parla e chiudo il frigo, presto riattacca e si alza anche lui.

-Era mia madre, vuole che torni a casa subito... però... Che dicevi riguardo alla festa?- torna a sorridermi come ha fatto poche volte ma mi rendo conto che forse quella chiamata è avvenuta proprio per un motivo, che forse non è destino, scuoto la testa.

-No non è importante, dai vai che tua madre si arrabbia poi-

Nda: sono di nuovo qui oh mio Dio, ci ho messo 20 giorni a scrivere questo capitolo (il ché spiega il motivo per cui non ha senso) e credo di aver superato il blocco dello "scrittore" finalmente.

Mi siete mancati.

Che dire, ci sono nuove copertine e non così nuove storie quindi momento spam:

Andate tutti a leggere Do It All The Time e lasciategli un po' d'amore, please.

-Desy

ADHD | Brendon UrieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora