1. Best Friends

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Capitolo Uno

«Pronto?» la sua voce è tale e quale a com'era l'ultima volta che le ho parlato. «Nicole, sono Alex!» esclamo entusiasta. Lei come al solito sembra essersi appena svegliata. Quando realizza che sono proprio io, sento che copre il microfono con la mano e tira un gridolino i gioia. Scoppio a ridere e dall'altra parte della cornetta lei si ricompone. «Alex! Non ci credo, la mia Alex!» «Sì, proprio io.» «Come va? È da un paio d'anni che non ci sentiamo, eh!» «Sì, lo so. Tu sei andata a studiare a Miami, mentre io sono rimasta qui a Roma. A proposito, come va lì?» Fa un sospiro. Non è un buon segno? «Ho una borsa di studio!» esclama sfondandomi un timpano. Urlo anche io di gioia, e mi congratulo con lei. Sono veramente felice. E pensare che quando andavamo a scuola insieme, dovevo sempre farle copiare le risposte del test perché non studiava mai. «Ora basta parlare di me però. Tu come stai?» «Bene, anzi benissimo. La settimana prossima mi trasferisco a Miami!» Ed eccoci di nuovo ad urlare come due scatenate. Da quando se n'è andata, non penso di essermi più legata a qualcun'altra come ho fatto con lei. «Non ci credo, Alex. Devi venire a stare a casa mia. Assolutamente! Il mio appartamento è abbastanza grande. Dobbiamo solo comprare un letto da aggiungere e sei apposto. Cavolo, non ci credo!» «Credici, perché in men che non si dica sarò già accanto a te. Ho prenotato in albergo, ma se c'è posto da te vengo lì» Sorrido felice della sua reazione positiva. Non vedo l'ora di andare a Miami. «Ma perché vieni a Miami? Mi fa piacere che tu venga, ma pensavo volessi poter seguire il tuo sogno a Los Angeles.» «Non fa per me la vita da cantante, anche se ammetto che amo cantare, ma non come lavoro.» «Capisco...e allora perché vieni a Miami? Ammettilo, ti manco.» Scoppiamo entrambe a ridere. Nicole riesce sempre a strapparmi un sorriso. «La faccenda è lunga.» La sento dall'altra parte del telefono pensierosa. «Positivo o negativo?» Ci penso su. «Penso entrambi. Più positivo che negativo, però.» «Ho capito tutto. Si tratta di un ragazzo!» Deglutisco nervosamente e m'irrigidisco. «Come...? Lasciamo stare, guarda. Evidentemente hai un sesto senso molto sviluppato.» «In questi casi, sì. Dai, racconta.» «È una storia lunga, te l'ho detto.» «In sostanza?» La verità è che al telefono la cosa mi mette a disagio. Nicole però è insistente, e alla fine le concedo un paio di domande. «Sono la dea dell'amore. Puoi fidarti di me.» «Okay, va bene! Che vuoi sapere?» chiedo esasperata. «Come vi siete conosciuti?» chiede con voce da bambina curiosa. Esito un po' prima di rispondere. Non voglio mentirle. «Ci siamo conosciuti su internet. Un sito d'incontri.» Lei annuisce, o meglio, fa un suono simile ad un "mmm". «Lo hai mai visto di persona?» Un momento di esitazione precede di nuovo la risposta. «No» sussurro. Immagino Nicole che mi guarda con due fessure al posto degli occhi e mi polverizza con lo sguardo. Non si è mai fidata di internet quando si tratta di amore. È convinta che lo trovi solo quando ce l'hai davanti agli occhi, e non dietro allo schermo con mille parole che fanno da identità. «Come si chiama?» chiede infine. «Nash» solo pronunciare il suo nome mi fa rabbrividire. «Nico, so che non ti fidi, ma giuro che è un bravo ragazzo. Se non ti fidi di lui, almeno fidati di me.» «Alex, basta che tu sia felice. Se vuoi che indago su di lui, hai solo da chiederlo.» Sorrido. Mi mancava questa Nicole. «Ora ti lascio che devo fare i bagagli. Ci vediamo la settimana prossima!» riattacco e mi sdraio sul letto ignorando la valigia per terra completamente vuota. Improvvisamente il telefono vibra. Nicole, è il mio primo pensiero. Invece no. È Nash. "Buongiorno". Sorrido alzando lo sguardo verso la luna che regna in mezzo al cielo. A Miami dev'essere mattina, e lui dev'essersi appena svegliato. "Buonasera" rispondo velocemente. "Come sta la mia principessa?" Provoca le farfalle nello stomaco questo messaggio, ma non mi lascio trasportare. "Bene. Tu?" Mi tentava dargli del "principe mio" ma mi sono trattenuta. Non è da me. "Bene ora che ci sei tu a farmi compagnia". Arrossisco e mi rannicchio sul letto con il telefono tra le mani. Continuiamo a scambiarci messaggi tutta la notte.

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Mi sveglia la suoneria del telefono. È Tom! Cazzo, ho dimenticato di mettere la sveglia! Per fortuna sono le tre del mattino, e l'aereo parte alle sei. Prendo il telefono mentre la mia mente maledice Nash per avermi tenuta sveglia un'altra notte. È sempre piacevole però parlare con lui. È diverso dagli altri ragazzi. Parlarci è bello, e mi piace. Lui mi piace. «Capito o devo rispiegartelo?» chiede gentilmente Tom riportandomi alla realtà. «Ho capito. Ci sentiamo dopo!» Riattacco prima che possa dire altro. È l'ennesima volta che mi spiega dove devo andare in aeroporto. Molto probabilmente quando sarò lì, mi perderò come al solito, ma ciò non mi spaventa. Il pensiero di vedere finalmente Nash. Questo mi spaventa. E se non sono come si aspettava che fossi? E se lui non è come pensavo che fosse? Forse sto affrettando troppo le cose. Forse dovrei annullare tutto, o almeno dovrei dirglielo e non fargli questa cazzata a sorpresa. Senza che me ne accorgo sono le quattro passate e sento ancora la stanchezza del giorno prima addosso. Con tutti i preparativi del viaggio in questi giorni, ho dimenticato il confort del mio letto. Io e Nicole ci siamo messe d'accordo e mi verrà a prendere lei all'aeroporto. Sono così emozionata, e allo stesso tempo ho paura. Nash, Nash, Nash. Non faccio che pensare a lui da mattina a sera. È un pensiero fisso. Nash.

Ecco il primo capitolo di Life of the Party. Spero vi piaccia. Ditemi che ne pensate. E poi vorrei fare un piccolo sondaggio: Cameron Dallas o Nash Grier? Commentate sotto 👇👇👇 e votate 👍👍👍! Grazie di cuore.

- AlessandraDiacos

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