Capitolo Ventiquattro
Prima di leggere vorrei avvisarvi che questo capitolo ha contenuti sessuali vietati ai minori di 14 anni. Se hai meno di 14 e sei sverginata allora leggi pure, senno passa al capitolo successivo che è meglio. Detto questo, buona lettura!
Nash ed io abbiamo cercato di contattare Howard senza risultati. Abbiamo chiamato un paio di numeri, ma erano entrambi inesistenti. Anche Cameron da Miami ci aiuta e apprezzo con tutto il cuore ciò che entrambi fanno per me. Dopo la festa a casa di Tay, Nash ed io abbiamo chiarito. Gli ho spiegato che io non provo niente per Tay e che per lui è lo stesso. Su quest'ultima cosa è poco convinto, ma alla fine ha lasciato che io e lui ci vedessimo solo ed esclusivamente in sua compagnia. Comunque, ora sono a casa mia, anzi ormai è diventata "nostra", mia e di Nash, fino a che non ci trasferiamo a Miami. Mi sono appena svegliata, ma non trovo Nash da nessuna parte. Era accanto a me ieri sera, ci siamo addormentati uno avvinghiato all'altro. Devo ancora farci l'abitudine visto che non è più il mio amato morbido cuscino che abbraccio, ma è un ragazzo in carne ed ossa che mi ama alla follia come io amo alla follia lui. Torno in camera per prendere il telefono quando vedo un bigliettino sul comodino. Mi insulto mentalmente dandomi della ritardata per non averlo visto prima. «Vediamo un po' che dice», leggo il biglietto ad alta voce: "Devo andare a riempire il frigo. P.S. Sei bellissima quando dormi, soprattutto quando ti esce la bava dalla bocca, come è successo stamattina." Come fa a farmi arrossire anche con uno stupido foglietto? Decido di farmi una doccia veloce. Accendo l'acqua mettendola al massimo della potenza per farla scaldare prima, e mi spoglio. Mi sfilo di dosso la canotta dei Nirvana di Nash, e i miei slip rosa carne. Entro nella doccia lasciandomi investire dal getto d'acqua tiepida. Una volta pulita avvolgo il mio corpo con un asciugamano rosso, e vado in camera, dove mi metto l'intimo abbinato di colore bianco e un vestitino a fiori azzurri. Qualcosa di semplice insomma. Non ho niente in programma per oggi, anche perché di uscire di casa non mi va. Ci sono ancora tantissimi giornalisti fuori dal cancello pronti per assalirci. Mi chiedo come abbia fatto Nash ad uscire. Non bado ai dettagli e mi dirigo in cucina. Mi preparo un sandwich con gelatina e burro d'arachidi, un piatto che mi ha insegnato a fare Nash. Inizialmente l'idea di mangiarlo mi faceva orrore, ma devo ammettere che il gusto dolce della gelatina copre quello forte del burro d'arachidi. È buono! Apro il frigo per prendere del latte, e rimango stranita dal fatto che... è pieno di cibo. In effetti, ricordo di aver fatto la spesa da poco. Cerco di non pensarci, ma la curiosità mi sta mangiando viva. Prendo il telefono e mando un messaggio a Nash. "Buongiorno, amore." Premere "invio" mi riporta ai tempi in cui io e Nash non ci conoscevamo fisicamente e io non sapevo niente della sua vita... movimentata. Ora è tutto famigliare ormai. Ho accettato tutto, anche se le attenzioni delle ragazze su di lui mi danno ancora fastidio. "Buongiorno, principessa. Ti sei pulita la bocca?" Ridacchio mentre mi passo istintivamente la mano sulle labbra. "Sì, amore. Tu hai fatto la spesa?" Ci mette un po' a rispondere, e anche a tornare a casa. Sono passate ormai tre ore da quando mi sono svegliata. Ho pulito l'intera casa, ho guardato un film e ora sto anche preparando il pranzo. Dov'è andato?! Cerco di mantenere la calma, ma dopo il cinquantesimo messaggio spedito con scritto "Dove cazzo sei finito?" perdo la pazienza. Per fortuna, mi manda un messaggio rassicurandomi e dicendo di stare bene. Non dice niente sul perché non ha risposto o sul dove sia. Mi da appuntamento a Piazza del Popolo, davanti alla metropolitana. Rileggo il messaggio più volte per assicurarmi di aver letto bene. Decido di fare come mi ha chiesto. Mi preparo e prendo il 201 per raggiungere Mancini. Arrivo lì sana e salva per fortuna, senza attentati omicidi da parte delle ammiratrici o assalti fanatici. Prendo poi il tram e scendo a Piazza del Popolo dove è pieno zeppo di turisti a causa delle vie collegate ad essa famose per i loro negozi. Via del Corso è la Fifth Avenue di Roma, ed è affollata come sempre. Mi fermo dove Nash mi ha detto di aspettare un'Audi R8 bianca. Ne arriva una, ma è grigia e a bordo ci sta un vecchio barbuto ricco sfondato. Finalmente arriva la vettura in questione: l'Audi R8 con i vetri oscurati, e al volante con mia grande sorpresa ci trovo... Cameron? Sorrido non aspettandomi di vederlo a Roma. Apro la portiera ed entro con un sorriso smagliante. «Alex!» urla baciandomi sulla guancia. «Un altro bacio, siamo in Italia, Cameron!» esclamo avvicinandomi all'altra sua guancia. Lui ricambia sorridendomi. Mentre mi allontano, mi accorgo di una ragazza nei sedili posteriori. Guardo Cameron confusa ma lui sorride e guarda l'asfalto partendo. «Ehi, non mi dici niente?» gli dico dandogli una pacca sulla spalla. Lui ride facendo finta di essersi fatto male. «Aspettavo Nash e sei arrivato tu. Pensavo fossi a Miami, invece sei qui. E ora sei anche in compagnia di una ragazza!» Poi mi giro per guardare lei. «Sono Alessandra, piacere.» Le porgo la mano e lei me la stringe timidamente. «Sono Alice, piacere mio.» Ha un accento italiano molto forte. Dev'essere una nuova amica di Cameron. Mi rimetto comoda al mio posto guardando maliziosamente Cameron. Gli do una gomitata sul fianco facendolo ridere. «Sto guidando, Alex. Per il bene di tutti, stammi lontano!» urla facendomi ridere a mia volta. «Quando sei arrivato?» chiedo accendendo la radio. Lui ci pensa su e risponde «Sono arrivato con Nash.» Quindi da un paio di settimane. Alice è silenziosa, ma ad un certo punto del viaggio la sento canticchiare. Guardo Cameron e vedo che sta sorridendo. È innamorato? Glielo chiederò un'altra volta. «Notizie su Howard?» chiedo seria. Anche lui cambia espressione, ma non negativamente. «Abbiamo un indirizzo esatto» dice con orgoglio. Sgrano gli occhi del tutto spiazzata mentre lui alza il mento fiero di se stesso. «Aspetta! Vuoi dire che sai dove abita?» Annuisce. Mi scappa un urletto felice e lo faccio ridacchiare. «Dove stiamo andando?» chiedo ad un certo punto rendendomi conto dell'ora. È da un'ora e mezza che siamo in macchina. «È una sorpresa.» Un'altra?, penso sbuffando. Ci fermiamo un attimo all'autogrill per uno snack. Decido di prendere solo del caffè. Alice ed io rimaniamo in macchina per risparmiare tempo. «Siete molto amici tu e Cam?» chiede un po' imbarazzata. Mi giro e la vedo che si tortura nervosamente le mani. È una bella ragazza, penso. «Cameron è più il migliore amico di Nash ma stando sempre con entrambi, ci siamo affezionati.» Lei annuisce nascondendo un velo di tristezza. «Ma siamo come fratelli, tutto qua!» Annuisce di nuovo, poi sorride. Ha delle ciglia lunghe che contornano dei bellissimi occhi verdi che invidio. «Voi invece, cosa siete? Cameron non sembra voler spifferare nulla.» Ridiamo amichevolmente. «Per ora niente. Ma in futuro, spero qualcosa.» Annuisco, poi entra Cameron con il mio caffè e un cono per lui. Alice ha detto di aver appena mangiato e che quindi non avrebbe preso niente. Ripartiamo, ma dopo un paio di minuti di viaggio sento la testa girarmi. Mi metto la mano sulla fronte come per non far cadere la testa, ma poco dopo crollo addormentata sulle note di Show You.
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Life of the Party
FanfictionAlex attraverserà mezzo paese per un ragazzo che ha conosciuto attraverso internet. Sarà quello giusto? Sarà all'altezza? Non lo ha mai visto. Se ne pentirà?