Capitolo Quindici
Siamo circondati da alberi. Nash cammina guidandomi tra la vegetazione, è a suo agio ed evita gli ostacoli con abilità. Grazie alle lanterne in cielo riusciamo a distinguere le varie figure intorno a noi permettendoci di non inciampare da nessuna parte. «Attenta, c'è una fossa...» Troppo tardi. Scivolo e casco con il sedere per terra. Sento Nash ridacchiare mentre mi tiene la mano e scoppio a ridere anche io. Anche di notte, illuminato solo da quei piccoli bagliori in cielo, è bellissimo. Le sue ciocche bionde brillano sopra di me. Mentre lui mi aiuta ad alzarmi, lo tiro giù facendolo cadere su di me. «Oh dio, Alex, ma che...!» Ci ritroviamo a terra ridendo uno steso accanto all'altro. «Basta, non ce la faccio più!» esclamo allontanando le sue mani solleticanti dal mio stomaco mentre cerco di smettere di ridere. «Va bene, per stavolta sei perdonata. Ma non ho ancora dimenticato il pugno che mi hai dato prima» dice ridendo. Rimaniamo a guardarci illuminati dal cielo pieno di lanterne. È appoggiato con i gomiti sopra di me, e mi guarda sorridendo e facendomi sentire magnifica. Non c'è più quel disagio che provavo i primi giorni in cui l'ho visto per la prima volta. Ora sembra che ci conosciamo da sempre, e infatti un po' è così. «Vogliamo andare oppure la principessa preferisce rimanere qui in mezzo al bosco in attesa che arrivi un lupo e ci sbrani?» chiede. Ci alziamo e continuiamo la "passeggiata". «E se il lupo fosse Jacob Black?» chiedo fermandomi con tono di sfida. Avendo la mano intrecciata alla mia, è costretto a fermarsi con me. Si volta guardandomi con ardore e fastidio allo stesso tempo. «Preferisci Jacob a me? Questa vale una razione di solletico.» Sto per annuire scherzosamente quando lui mi prende il viso tra le mani e mi bacia dolcemente facendomi scontrare contro una corteccia. Mi accarezza la mascella solleticandomi un poco. Dei brividi mi percorrono la schiena facendomi inarcare la schiena. Sento una presenza in mezzo alle gambe. Quella presenza. Nash scende con le mani sfiorandomi la pelle scoperta delle braccia. Mi prende una gamba e me la fa piegare. In un attimo mi ritrovo in braccio a lui con le mani sulla sua testa che la massaggiano lentamente mentre i nostri baci diventano secondo dopo secondo sempre più profondi. Le sue mani s'insinuano sotto il tessuto della mia maglia toccandomi. Ci siamo! Gli tiro su la maglietta per fargliela togliere, ma improvvisamente Nash si placa e mi ferma. «Anche io ti voglio, ma non qui» dice aprendo gli occhi e guardandomi con dolcezza. Lo bacio un'ultima volta e scendo da lui rimettendo i piedi a terra. «Mi ero dimenticata di stare in mezzo al bosco» mormoro guardandomi intorno. «Sì, anche io» risponde lui fissandomi il corpo e sorridendo. Mi tenta dargli un altro pugnetto per farlo smettere, ma non ci riesco. Riprendiamo a camminare. Poco dopo arriviamo davanti a un recinto che Nash mi invita a scavalcare. Non per paura, ma mi rifiuto. «Sei matto? Ci abita qualcuno lì» esclamo indicando la casa oltre la recinzione e cercando di non alzare troppo la voce. «T'importa? Dai, lo hai già fatto in passato. Me lo hai raccontato. Ricordi?» Sì, ricordo. Alzo gli occhi in cielo e faccio una smorfia. «Nash, io potevo farlo. Tu no! Tu sei... Nash Grier. Sai meglio di me cosa rischi se ti scoprono!» Il suo sorriso è contagioso e quasi non riesco a credere che mi abbia convinto comunque a farlo. «Ricordati il pugno che mi hai dato» dice mentre mi arrampico. La casa davanti a noi è piccola, ma ha una piscina sul lato destro abbastanza ampia. Non faccio in tempo a chiedermi che ci facciamo qui che Nash mi butta in piscina facendomi fare un tonfo che ritengo abbastanza udibile da far svegliare l'intero quartiere. Si butta anche lui dopo essersi tolto la maglia, e si mette a nuotare in mia direzione. Mentre cerco di rimanere a galla mi tolgo i sandali e li appoggio a bordo piscina. Per fortuna nessuna luce si è accesa in casa. Devono essere al porto, penso. Mentre rifletto Nash mi raggiunge. Quando riemerge ha tutti i capelli davanti al viso, ed è comunque terribilmente bello. Ridiamo e infine andiamo a bordo piscina. «Non ci credo che lo sto facendo con te. L'ultima volta mi sono beccata una punizione salata dai miei» dico facendo la stella sulla superficie dell'acqua. Nash rimane accanto a me. I nostri visi sono molto vicini tra di loro. «Se stai cercando di mettermi paura, stai fallendo, principessa.» Fisso il cielo mentre Nash mi guarda senza spostare lo sguardo un attimo. «Perché siamo qui?» chiedo senza muovere gli occhi dall'ultima lanterna che vola via in seguito delle altre. Nash non risponde. Sento il movimento dell'acqua nelle orecchie, significa che si sta muovendo. «Nash?» lo chiamo, nessuna risposta. Improvvisamente, due mani sotto di me mi tirano giù. Stavolta non sono i crampi. Mi ritrovo sott'acqua con il respiro corto. Ho la vista appannata ma riesco a vedere la figura di Nash proprio davanti a me che si avvicina, poi le sue labbra sono su di me. Dimentico tutto il resto: l'acqua, l'aria, la luce. Ci siamo solo noi due che ci godiamo questo momento come se intorno a noi tutto si fosse fermato. Torniamo in superficie per riprendere il respiro, ma le nostre fronti non si staccano l'una dall'altra. Mi avvinghio a Nash baciandolo mentre lui scende con le mani fino ad arrivare all'orlo della maglia tutta bagnata e ormai aderente al mio corpo. Alzo le braccia per aiutarlo a sfilarmela di dosso e poi appoggio le mani sul suo petto. Mi allontano un po' per sbottonare i pantaloncini e lascio che mi cadano giù per poi tornare a galla. Intanto anche Nash si è liberato dei suoi pantaloni senza staccare i suoi bellissimi occhi azzurri dai miei. Lo voglio mio. Ora. Sento il bisogno di lui più di quanto poco fa avevo bisogno d'aria. Nuoto velocemente verso di lui e mi avvento sul suo collo come un vampiro. Lo bacio. Sento le gocce d'acqua dei suoi capelli che mi bagnano i viso. Bacio la sua pelle morbida e piena di nei che ora non vedo ma che ormai conosco per tutte le volte che mi ha mandato una foto del suo petto. Quel ragazzo con cui ho parlato e scambiato messaggi per mesi e di cui mi sono innamorata. Dicono che l'amore fa male, ma io sento solo piacere e piacere. Ogni gemito, ogni battito, ogni bacio. Sono tutti gli strumenti dell'amore per farmi arrivare alla pazzia. Ho davvero preso un'aereo e attraversato mezzo globo per un ragazzo? Sono pazza. Sono pazza di Nash, del suo modo di fare, delle sue parole dolci, del nomignolo che mi da, della sua voce vellutata, di lui. Mi sento così viva e potente quando c'è lui, potrei spostare una montagna grazie al suo amore. Lo amo da morire. Cosa darei per averlo per sempre?
Nash's POV (Sì, avete letto bene. È il punto di vista di Nash questo 😏👍).
Le bacio le labbra prima di venire di nuovo. L'acqua fa sfregare dolcemente la mia pelle contro la sua, liscia e levigata. Sembra quella di un angelo, lei sembra un angelo. Tutto ciò che fa è fatto per compiacermi, anche i suoi pugni. È una ragazza semplice, e allo stesso tempo complicata. Conoscerla mi ha cambiato la vita. Stento a crederci che lei è qui che mi abbraccia. Tiene il viso nell'incavo del mio collo mentre i nostri respiro cercano di ristabilirsi. I nostri petti sbattono uno contro l'altro. Le bacio dolcemente la fronte per sentire il profumo dei suoi capelli, ma sento quello del cloro. «Nash» mi chiama con tono esausto. Abbasso lo sguardo sui suoi occhi profondi a mandorla. «Mi hai portato qui per scopare? Quante altre hai portato qui?» La sua domanda mi spiazza. Tu sei l'unica, Alex. «Non ti ho portato qui per scopare, ma per fare l'amore, e l'abbiamo fatto. Ora sei mia e di nessun altro. È per questo che ti ho portata qui.» Sento il suo espiro freddo sulla pelle bagnata e mi fa rabbrividire. Sorrido con lei. «E per la cronaca, sei la prima che porto qui» e l'ultima. Alza di nuovo i suoi occhi e mi osserva. Quel nero pece delle sue pupille e dei suoi capelli mi ricorda che potrei perderla da un momento all'altro. È la ragazza più bella e più forte che abbia mai conosciuto, e se dovesse succederle qualcosa per colpa mia non riuscirei mai a perdonarmelo. L'ho intasata di messaggi fino ad ottenere finalmente la sua attenzione, e l'ho chiamata fino allo sfinimento anche a notte fonda. Lei era sempre lì, e anche se all'inizio sapevo che lo faceva per non essere scortese nei miei confronti, ora è mia. Ed essendo mia, tutti gli occhi sono su di lei. È in pericolo, ma non so come dirglielo. Ad Orlando ho capito quanto rischia davvero nell'avere me vicino, e odio me stesso per averla introdotta nel mio mondo. Era il mio piccolo segreto, ed io ero il suo. Ora non possiamo più essere niente di tutto questo.
Il quattordicesimo capitolooo! Sto twerkando. Yeah! Let's twerk like Miley! Twerk. Twerk. Okay, basta. Non sapevo se mettere o meno il punto di vista di Nashy, ma penso che ho fatto bene a metterlo. Applauso per me 👏. Votate, mi raccomando!
- AlessandraDiacos
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Life of the Party
FanfictionAlex attraverserà mezzo paese per un ragazzo che ha conosciuto attraverso internet. Sarà quello giusto? Sarà all'altezza? Non lo ha mai visto. Se ne pentirà?