23. Party Peace

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Capitolo Ventitré

Nash bussa continuamente contro la porta del bagno spazientito. «Alex, sei pronta? È da mezz'ora che sei in bagno a...» Esco e faccio una giravolta facendolo rimanere di stucco. «Che c'è? Non ti piace?» chiedo facendo un'altra giravolta. Il vestito mi scivola lungo le gambe alla perfezione. Gli passo accanto rendendomi conto dell'ora. Avevo detto a Taylor che verso le sette ci saremmo avviati, e ora sono le otto meno un quarto. Perfetto! Mi fiondo in camera e m'infilo le zeppe tenendomi sulla parete. «Nash, mi prenderesti la borsa che sta dentro l'armadio? Grazie.» Saltello per la stanza in cerca degli orecchini a pendolo che avevo messo parte. «Ecco la borsa» dice Nash porgendomi la tracolla. «Cazzo, sei bellissima.» Il suo commento mi fa sorridere compiaciuta. «Sicura di voler andare alla festa? Potremo rimanere qui e...» «Dai, Nash! Gliel'ho promesso a Taylor. E poi lui non vede l'ora di conoscerti!» Nash fa spallucce e mi aiuta anche lui a cercare gli orecchini. «Eccone uno!» esclamo prendendolo dall'interno di una mia pantofola. Poco dopo Nash trova l'altro. Me li metto e finalmente siamo pronti a partire. Con la macchina che Nash ha noleggiato ci mettiamo meno di quanto ho previsto, ma arriviamo comunque in ritardo. L'appartamento di Taylor si trova in un attico nelle zone più belle di Roma. Prendiamo l'ascensore fino a salire al decimo piano. «Stammi vicina» mi sussurra Nash all'orecchio prima di uscire dall'ascensore. La festa è molto animata e tanta gente è già ubriaca. Non conosciamo nessuno, ma evidentemente la maggior parte dei presenti conosce Nash. Ogni persona a cui passiamo accanto si gira per guardarlo. «Stammi tu vicino» gli dico all'orecchio senza farmi vedere. Lui ridacchia, ma io rimango seria tenendolo stretto a me. In un angolo della sala principale dove tutti stanno ballando, c'è Taylor in compagnia di qualche suo amico che appena mi vede, lascia. «Eccoti, pensavo non arrivavi più» mi urla per farsi sentire. Ha di nuovo una bandana in testa ma non capisco di che colore è a causa delle poche luci accese. «Dov'è Nash?» chiede avvicinando la bocca al suo orecchio. Stringo la mano a Nash facendolo sobbalzare. «Oh, eccoti. Finalm...» Si blocca non appena lo guarda negli occhi. «Io ti ho già visto! Sei il tipo in televisione che fa quel telefilm di cui non ricordo il nome ora, ma è moto famoso.» Nash ride mentre lo osservo ammirata dalla sua indifferenza. «Tu invece devi essere Taylor?» chiede Nash porgendogli la mano. Lui annuisce e gliela stringe calorosamente. «In persona. Andiamo a parlare in terrazza che è più silenzioso, così vi faccio conoscere anche un po' di gente.» Andiamo fuori dove il panorama su Roma è stupendo. Si riesce a vedere il Colosseo nella sua bellezza pura con quelle luci che sottolineano la sua forma di origini antiche. Più a destra c'è la cupola di San Pietro dove sono andata un paio di volte con i miei genitori quando ero piccola. Mi chiedo se ci sono mai andata con Howard e Connor? Scaccio i pensieri e torno a pensare alla festa. Nash e Taylor sembrano andare d'accordo per fortuna. «Venite. Vi presento i miei coinquilini.» Ci porta in un posto angolato del terrazzo dove ci sono due ragazzi. «Loro sono Carter e Matt.» Sono due ragazzi della sua età circa. Carter ha i capelli neri e tratti asiatici. Matt invece è moro e ha un viso troppo adorabile. Mentre conversiamo per conoscerci meglio, fa continuamente delle facce buffe troppo carine che mi fanno ridere ogni volta. «Ma tu sei Nash Grier?» se ne esce ad un certo punto Carter togliendosi l'unica cuffia che aveva all'orecchio. Istintivamente stingo di nuovo la mano a Nash come se potessero rubarmelo, lui mi accarezza dolcemente il dorso della mano con il pollice facendo alleggerire la mia presa su di lui. «Matt, ricordi quel telefilm che stavamo guardando l'altro giorno con le ragazze? Lui è il protagonista!» All'inizio Matt lo guarda come se stesse davanti a un pazzo, poi fissa Nash per qualche secondo e fa una di quelle facce da donna spaventata nei film horror, tipo il quadro di Munch. «Fermi tutti! Tu sei quello?» Nash ed io ci guardiamo e scoppiamo a ridere. «Sì, amico. È lui» dice Carter portandosi una mano davanti alla bocca con fare incredulo. «Ma come fa quello sfigato di Taylor a conoscerti?» esclama Matt con un'espressione tra l'arrabbiato e il sorpreso. «In verità l'ho appena conosciuto» s'intromette Taylor tornando dal suo tour con dei cocktail in mano. Quando mi passa il mio ci scambiamo uno sguardo veloce, ma subito lo distolgo. Mi sento in imbarazzo nello stare accanto al ragazzo che amo e al ragazzo con cui ho scopato per dimenticarlo. Vaffanculo! «Vado un attimo in bagno» dico. «Ti accompagno» si offre Matt. Lascio la mano di Nash che mi guarda come per dire "fai attenzione", ma non per Matt, ma per gli altri ragazzi in sala. Ricambio lo sguardo indicandogli le ragazze dall'altra parte del balcone che non hanno fatto altro che guardarlo da quando siamo arrivati. Mentre io e Matt ci facciamo spazio tra la folla, vedo Nash, Taylor e Carter parlare animatamente. «Taylor ci ha raccontato di te» dice. «Ci ha spifferato un po' della tua vita privata mentre era ubriaco l'altra sera.» Ridacchia ma io arrossisco. Cosa gli avrà detto? Quando torniamo, Taylor ha un sorriso strano. Non appena mi vede, si avvicina e con la scusa di dover prendere un drink, si allontana. Nash guarda tranquillamente il panorama mentre Carter è a far festa in mezzo a un gruppo di ragazze. Anche Matt è andato, come se si fossero messi d'accordo sul fatto di lasciarmi da sola con Nash. «Ehi» dico mettendomi vicina a lui. Sposta lo sguardo, non risponde. «Come hai conosciuto Taylor?» chiede serioso guardandomi dritto negli occhi. «Che domande fai, Nash?» chiedo ridendo e cercando di non farlo sospettare di nulla. «Alex, cazzo! Dimmi che non avete...» Mi guarda in modo mostruoso, come se io fossi un mostro. In quel preciso istante, l'acqua nel vaso trabocca. «Non fare la vittima ora, Nash!» urlo attirando l'attenzione dei presenti nel terrazzo. Mi trattengo. Lo sto perdendo di nuovo? Ti prego, no. Mi porto la mano sulla fronte ed esco di scena scappando via. Una colta fuori dall'appartamento aspetto che mi raggiunga Nash. «Non voglio litigare, ok? Se quello che vuoi sapere è se io e Taylor lo abbiamo fatto, la risposta è sì. Mi dispiace, te l'ho già detto.» «Hai detto che era per lavoro, allora perché siete rimasti in contatto? Non sarai venuta qui per scopartelo?» Il tono con cui mi rinfaccia ciò che ero mi offende tanto da alzare la mano e tirargli uno schiaffo. Sento un dolore atroce che parte dal cuore finisce sulle dita della mano dolorante. Nash è girato e guarda il pavimento. In silenzio. È successo tutto così in fretta che non ho avuto il tempo di regolare la mia forza. «Oh cazzo, scusa, Nash!» Mi copro gli occhi con le mani. Sento le lacrime salire ma cerco dj trattenerle. «No, me lo merito» dice. «Era meglio se ti lasciavo stare e rimanevo a Miami fingendo che tra noi non fosse successo niente, come se io non ti avessi mai scritto.» «No, Nash! Non funziona così!» Lo fermo prima che possa entrare dentro l'ascensore. Di solito è lui a fermarmi per non non farmi andare via, ma ora so quanto ci tengo veramente a lui. «Nash, lo hai detto anche tu. Il passato è passato. So che fa male saperle queste cose, ma... a me ha fatto male sapere che ti ho lasciato, e che tu me lo hai lasciato fare. Ma non per questo non ci siamo perdonati a vicenda.» Avvicino la mia mano alla sua guancia e gli prendo il viso tra le mani. «Nash, cazzo, sei l'unico ragazzo che io amo, quando lo capirai?» I suoi occhi incontrano i miei. «Non mi stuferò mai di sentirtelo dire.» «E io non mi stuferò mai di ripetertelo.» Ci baciamo, come per sigillare questa... cosa, e torniamo alla festa, più rilassati. Quando entriamo, la musica è lenta. Invece di andare a ballare in modo romantico questo lento, invito Nash ad uscire in terrazza dove non c'è più nessuno a causa delle goccioline di pioggia che cadono a catinelle. «Ora l'idea di stare qui non è che mi entusiasma molto, eh», rido mentre lo tiro verso il limite della terrazza dove un muretto ci separa dal resto della città. «Nash, dobbiamo fare una cosa importante.» «Qui? Ora? Sotto la pioggia?» «Sì, Nash. Qui. Ora. Sotto la pioggia.» Lui mi guarda un po' dubbioso, ma alla fine accetta. Le gocce aumentano secondo dopo secondo che passiamo qua fuori. «Alex, entriamo! Ti verrà una polmonite!» Lo ignoro. «Nash, tu mi ami?» La mia domanda lo coglie di sorpresa, ma non aspetta niente per rispondere. Annuisce come se fosse ormai una cosa automatica e istintiva. «Se mi ami, sali sul muretto.» All'inizio mi guarda come se mi volesse urlare contro, poi però capisce che non sto scherzando e lo fa. Lo guardo dal basso e sorrido. La pioggia m'impedisce di guardarlo bene. Salgo anche io. «Tu mi ami?» chiede lui circondandomi i fianchi con le sue mani grandi. «Se non ti amassi sarei qui secondo te?» Sorride. Quel sorriso che ti fa sciogliere e ti incoraggia a baciarlo. «Se mi amassi, non saresti andata a letto con altri... cinque? Dieci? Trenta ragazzi?» Sbuffo infastidita. «Senti innocentino, sei tu che mi hai lasciato, mi hai mentito, e ora pretendi che io mi comporti come se...» Mi zittisce con un bacio umido dalla pioggia e dalle nostre bocche. I nostri capelli bagnati mi ricordano quella volta al lago: il nostro primo bacio. Sorrido sulle sue labbra mentre ci penso, e lui se ne accorge. «Sensazione famigliare?» chiede. Ha capito che sto pensando a quel giorno. «VOI DUE. SCENDERE SUBITO!» La voce di Taylor rovina tutto. Si sente un lamento generale dalla folla che sta dentro. Io e Nash scendiamo dal nostro piedistallo e raggiungiamo i comuni normali. E finalmente mi sono tolta un altro peso. Ora sono pronta ad essere totalmente fedele a Nash, nella buona o nella cattiva sorte, in salute o in malattia. Io sono qui, come lui è qui per me.

Ecco il capitolo nuovo. È l'1:38 ed è domenica. Martedì parto. Se ci sta il wi-fi in aereo provo a scrivere e pubblicare qualcosa. Ma non assicuro niente. Intanto, amatemi perché sono una delle poche persone su Wattpad ad aggiornare tutti i santi giorni. AMATEMI! Okay. Basta. Spero vi stia piacendo come sta andando la storia. Buona Domenica!

- AlessandraDiacos

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