Capitolo Undici
«Aspetta, aspetta, aspetta!» Mi fermo quando la mano di Cameron stringe la mia con troppa forza. Ritraggo la mano e lui si scusa. «Tu ti drogavi?» Se non fosse per il black-out vedrei sicuramente la sua faccia inorridita da me. «Sì, ma ora non più. Non lo faccio più. Non ci riesco. Non ci trovo più gusto!» Cerco di sembrare convincente, ma non potendo vedere la sua reazione non so se funziona o meno. «Cavolo!» esclama. Positivo o negativo? «Io» borbotta, «non me l'aspettavo.» Il suo tono è sorpreso, ma non deluso o niente di negativo. Solo sorpreso. «Certo, ammetto che è strano il fatto che sia riuscita a smettere con così tanta facilità, ma per amore si è disposti a tutto, no?» Non era per amore. Io non ero ancora innamorata di Nash in quel periodo. Il semplice fatto di parlarci mi faceva sentire bene. Bene con me stessa e con il mondo. «Di è disposti anche a prendere un aereo di sola andata verso l'isola che non c'è.» Cameron poetico? Troppo sdolcinato. «Non era previsto tutto questo casino. Che figura farei fare a Nash quando i media scopriranno che la sua ragazza era una drogata e ha due fratelli in prigione?» «Ti correggo: un fratello che stava in prigione. È morto.» Mi soffermo a pensare alla Welch ignorando le sue correzioni. «Alex, mi stai ascoltando?» «Eh? Ah, sì. Scusa.» Lo sento mugolare. «E comunque avevo detto bene. Connor ha un fratello gemello, Howard, e stanno entrambi in prigione, quindi sono due. Se mi avessi lasciato finire di raccontare, lo sapresti.» Fa una risata ironica. Improvvisamente ricevo un messaggio da Nash. "Ehi, dove sei? Tutto bene?" Niente cuori, nomignoli o altro. Strano. Forse è così occupato da non poter messaggiare, ma vuole assicurarsi che sto bene. Poco dopo ne arriva un altro sempre da parte sua. "Principessa, rispondi appena leggi il messaggio." Stavolta ci mette un cuore alla fine che mi fa sorridere. «Siamo stati tutto questo tempo al buio quando potevamo semplicemente usare i telefoni come torce» osserva Cameron mentre rispondo a Nash. "Tutto bene. Sono a casa di Cameron a guardare un film. Tu dove sei?" Mi rimetto il telefono in tasca. «Quindi sei a Miami per Howard e Connor?» chiede. «In parte. Ho collegato loro a Nash, e visto che stanno tutti a Miami ho voluto fargli una sorpresa. Se non conoscessi Nash, non sarei venuta fin qui per loro. Hanno lasciato casa nostra anni fa, dopo che i miei scoprirono che facevano uso di droghe.» Ridacchio. «È curioso come certi eventi in famiglia si ripetano.» «No eh!» esclama Cameron prendendomi il volto tra le mani. «Non provare nemmeno a... Non ti azzardare a paragonarti a loro. Tu sei diversa e non farai la loro stessa fine.» La luce ritorna mostrandomi la sua espressione accigliata che guarda le mie labbra. Alza lo sguardo e i suoi occhi caramellati incontrano i miei. «Tu sei la ragazza più forte che abbia mai conosciuto. Non paragonarti a loro. Solo perché portate lo stesso cognome e nelle vostre vene scorre lo stesso sangue non significa che farai i loro stessi errori. Ficcatelo bene in testa perché non ho intenzione di ripetertelo.» Mi attira a sé baciandomi la tempia sinistra. «Sei unica» dice, «non conosco nessuno al mondo che prende le citazioni così tanto alla lettera come fai tu.» Lo guarda con espressione interrogativa sul volto. «Nessuno va davvero in capo al mondo per qualcuno che amano come dicono tutti. Sei l'unica che conosco che lo ha fatto e penso che altre persone non lo farebbero mai.» «Evidentemente non sei innamorato come lo sono io, Cameron.» Fa una smorfia. «Se fossi innamorato lo farei secondo te?» Annuisco. «Non credo.» «Come vuoi. Io torno a casa.» «Ti accompagno!»
«Che fai? Entri o torni a casa?» È mezzanotte. Nicole sarà sicuramente a casa. «Torno a casa. È tardi e domani devi lavorare. Ti vengo a prendere alle due.» «Okay! Ci vediamo», gli lascio un bacio veloce sulla guancia e vado su. «Non dire niente a Nash» gli sussurro nell'orecchio prima di andare. Entro in casa, con le mie chiavi, e trovo Nicole in compagnia di una ragazza. In quel momento mi torna in mente il ragazzo che mi ha strappato la malia. Devo dirle di lui! «Ehi!» le saluto urlando e comportandomi un po' da coinquilina prepotente. «Ciao» saluta la ragazza con voce altrettanto alta. «Oh, che sonno. Oggi ho avuto una giornata pazzesca» inizio a raccontare con voce da smorfiosetta. Lei sembra gradire quando invece voglio l'effetto contrario. «Ho un sonno ora, sono l'una passate. È meglio se torni a casa. È tardi!» Lei non batte ciglio. Anche Nicole è stanca e cerca di incoraggiarla ad andare. Proprio non capisce. «Stavamo parlando di cose serie. Se non ti dispiace, noi stiamo qui. Tu dormi, abbasserò la voce.» Sospiro cercando di essere paziente. «Non è questo il punto.» Sto per dire un'altra bugia, quando vedo Nicole esasperata dietro di lei che impreca a bassa voce. Evidentemente non è di gran compagnia questa! «Senti, volevo dirtelo gentilmente ma non capisci. Devi andartene perché io e Nicole dobbiamo parlare di una cosa molto importante. Nessuno qui ti vuole, quindi vattene!» Sembro prepotente? Quando non funzionano le buone maniere si va sempre a finire per usare quelle cattive. Mi guarda offesa, ma rimango seria. Nicole dietro di lei trattiene le risate. Una volta che se n'è andata sbattendo la porta, scoppiamo entrambe. «Che stronza che sei!» dice dandomi un pugno sulla spalla. «Ma perché stai con gente come quella?» «È la figlia del mio istruttore di tennis. Niente più lezioni di tennis gratis ora che l'hai trattata così!» «Io giocavo a tennis. Ti insegno io!» Ridiamo e ci sediamo a peso morto sul divano. «No, dai. Facciamo le serie ora.» Di solito quando dice così continuiamo a ridere comunque, ma quello che sto per dirle è importante e ho rimandato troppe volte. «Dai, siediti» le dico. Stranamente, obbedisce. Deve aver capito che sono veramente seria. «Che ho fatto?» chiede allarmata. «No, Nico. Tu, niente.» Tira un sospiro di sollievo. Mi siedo accanto a lei, proprio dove stava la ragazza di prima, e faccio un respiro profondo. «Ricordi quando mi hanno strappato la maglietta?» Annuisce. «Prima che la porta si chiudesse, sono riuscita a vedere chi è stato, e l'ho incontrato per strada mentre andavo da Cameron.» La sua reaIone è a dir poco omicida, ma mi sono preparata. «Non l'ha fatto apposta, te l'assicuro!» «Glielo ficco su per il naso il "non l'ho fatto apposta". Quando ho visto Justin Bieber l'estate scorsa, non gli ho mica strappato via la maglia. Volevo, ma non l'ho fatto.» «Quello è diverso. Justin si toglie sempre la maglietta alla fine di un suo concerto. Non c'era bisogno di spogliarlo.» I suoi occhi tornano quelli di prima, vivaci e anche a dir tanto curiosi. «Secondo me, non sa nemmeno chi sono io. La persona che gli interessava eri tu, Nicole.» Ha gli occhi sgranati per lo stupore. Poco dopo appare un mezzo sorriso tra le sue labbra, ma subito sparisce e viene sostituito da uno sguardo accigliato. «Che voleva da me?» Mi metto comoda sul divano e sorrido. La sua impazienza è evidente ma la lascio ancora un po' sulle spine. Amo questa sensazione di superiorità. La vedo che freme a causa della sua voglia di sapere. Alla fine scuoto la testa arrendendomi. «Il ragazzo in questione è Trent.» Termino di pronunciare il suo nome, ma Nicole non muove nessun muscolo. Che faccio? Sembra una statua. Ha un aspetto così fragile. Ho paura di farle male toccandola. «Nico» sussurro. I suoi occhi fissano i miei, ma sembro essere invisibile. La sua vista mi trafigge. «Nico, è Trent. Mi ha raccontato tutto: dopo che vi siete lasciati, lui ha continuato i suoi studi a Sacramento e si è laureato. Non vuole fare l'imprenditore, dice che non è portato per fare quello stile di vita.» Nessun segno da parte sua. «Nicole, si è messo contro il volere di suo padre per te.» A quelle parole torna. Scrolla la testa come se si fosse appena svegliata. Tira un sospiro che tratteneva da molto, e torna a guardarmi. Stavolta il suo viso è più luminoso e le sue labbra nascondono un sorriso a trentadue denti. «Che altro ti ha detto?» chiede con un filo di voce. «Non abbiamo parlato molto, ma da come mi parlava sembra davvero innamorato.» Le se illuminano gli occhi. Sento che sta per piangere e così le faccio una battutina stupida sulla ragazza di prima. Fortunatamente ride, ma in testa ha solo un pensiero: rivedere Trent. Le do il numero che Trent mi ha dato per contattarlo e la lascio sola in salotto. Sono così esausta per la giornata faticosa al lavoro e piena di emozioni a causa di tutti i racconti che ho fatto, e sono felice di essermi liberata di tanti pesi sulle spalle. Parlare con Cameron di Connor e Howard mi ha alleggerito. Lui mi capisce, sa sempre cosa fare in qualsiasi momento, e riesce sempre a trovare le parole giuste per tirarti su di morale. Mi chiedo ancora quale sia davvero il motivo del mio viaggio, a parte Nash. Qualcosa mi ha spinto a venire, e inizialmente ho pensato a Nash, ma c'è dell'altro. Chi sono Connor e Howard? E perché mia madre e mio padre non me ne hanno mai parlato? Quando ho chiesto di loro, non mi hanno saputo rispondere. Sono così cattivi? Così crudeli da essere dimenticati persino dai propri genitori?
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Life of the Party
FanfictionAlex attraverserà mezzo paese per un ragazzo che ha conosciuto attraverso internet. Sarà quello giusto? Sarà all'altezza? Non lo ha mai visto. Se ne pentirà?