Capitolo Trentaquattro
Mi alzo scaraventando Kyle a terra che mi guarda senza rabbia, ma solo con quella preoccupazione da amico, come de ci conoscessimo da una vita. Mi scuso con lui una decina di volte mentre mi avvicino all'uscita correndo all'indietro. La ragazza davanti a Nash mi guarda come se volesse mandarmi a rogo. Tiene la mano appoggiata a quella di Nash, e lui è sul punto di alzarsi, ma prima che possa fare altro, mi giro e corro via. Le lacrime scendono a dirotto, trattengo i singhiozzi nel petto ma fa così male che una volta raggiunta la strada, scoppio. Alzo lo sguardo ma vedo sfocato a causa delle lacrime, ma continuo ad avanzare barcollando come se avessi una ferita alla gamba, ma invece ce l'ho al petto. Chiedo scusa ai passanti con cui mi scontro fino a che qualcuno non mi prende per le spalle e mi stringe in un abbraccio famigliare. In quel momento crollo, in tutti i sensi. Ho dovuto subire uno sforzo pazzesco per ricordare, e ora mi sento morire.
Sono circondata da un'abbraccio mentre urli di dolore, fisico e morale, lasciano la mia bocca. Ogni muscolo del mio corpo ha perso le forze, e la voglia di vivere è pari a zero. Continuo a piangere con il viso nascosto dietro all'incavo del collo di qualcuno. Non voglio sapere chi è, mi sento troppo debole. Poi però, mi alza il viso e quando metto a fuoco, riconosco i suoi occhi, simili ai miei. Tiro un sospiro di sollievo, e mi abbandono nell'abbraccio di Howard.Howard's POV
La mia piccola Alex. La porto in camera mia tenendola in braccio stile sposa, e la gente mi guarda male, come se non conoscessero il dolore di questo mondo. Alcuni trasmettono compassione nei suoi confronti, ma si limitano a corrugare la fronte e spostarsi. La mia piccola Alex. L'ho trovata mentre stavo entrando nel suo albergo, stava correndo in mezzo alla folla. Sembrava persa e ferita, e confusa. Non ho mai visto nessuna persona al mondo trasmettere così tanto dolore in uno sguardo, e questo mi preoccupava. La poggio sul divano e corro a prendere un panno per asciugarle le lacrime e pulire il suo viso dal trucco che è colato. «Alex, sei al sicuro adesso. Basta», dico cercando di consolarla. Ovviamente non funziona, ma continuo fino a che lei distoglie lo sguardo e di rannicchia su se stessa isolandosi. Le do i suoi spazi e la lascio stare, intanto vado nell'altra stanza a svegliare Connor.
«Che vuoi?!» ringhia dopo essersi lamentato e rigirato sul letto numerose volte. Struscia le gambe per togliersi le lenzuola di dosso, e scende dal letto. «Alex è in salotto», mi guarda confuso e poi si affaccia alla porta per assicurarsi che non lo stessi prendendo in giro. Mi guarda e apre bocca per parlare, ma lo precedo dicendo: «Tra lei e Nash qualcosa non va, penso che dovremmo prima lasciarli chiarire e poi...» «No!» esclama. Gli faccio cenno di fare silenzio, ma lui m'ignora. «È ora il momento giusto! Ora lei è qui, e lui la cercherà. Howard, è la nostra occasione.» In quel momento mi pervade un senso di colpa profondo, più di quella volta che abbiamo ucciso quel uomo. Molto, ma molto più profondo. «Connor, io...» non faccio in tempo di finire la frase che lui mi prende per il colletto della maglietta e con un sogghigno mi spinge fino a che non sbatto di schiena contro la parete. Mi scappa un gemito, ma poi mi libera. «Scusa», dice alzando le mani. Ripete la parola, e infine si siede sul letto con le mani sui capelli. «Connor, Alex è vulnerabile, e ti ricordo che è tua sorella. Tu le vuoi bene, promettimi che non le farai male.» Silenzio. «Promettimelo!» Alza lo sguardo ma non mi guarda. Fa un cenno con la testa come per rispondermi, ma senza darmela vinta. Esco dalla stanza, e Alex è nella stessa posizione in cui l'ho lasciata. La prendo di nuovo in braccio come avevo fatto all'andata, e la porto in garage dove l'appoggio in macchina. Ha ancora il viso bagnato, ma sta dormendo con un respiro irregolare. Prima di mettere in moto, la osservo dormire. Muove le pupille ed è agitata, ma non posso farci nulla. Giro la chiave ed esco dal parcheggio facendo retromarcia.Nash's POV
Ho da un lato Laura che mi stringe la mano, e dall'altro Alex che mi guarda confusa, spaventata, terrorizzata, spaesata. No. Fa così male, ma lei deve stare peggio di come sto io e solo al pensiero mi viene voglia di buttare Laura in mare e correre verso Alex, ma prima che me ne accorga, lei è sparita proprio mentre mi sto alzando. Corro, ma Laura mi prende per la maglietta e mi tira. Indietreggio, e ringhiando le tolgo dalle mani il tessuto e inizio a correre. Uno volta nella hall, mi guardo intorno. È pieno di gente, e non riesco ad individuarla. Vado a caso e salgo le scale per raggiungere il piano superiore. È vuoto. La chiamo. Non risponde nessuno. Premo il bottone dell'ascensore per bloccarlo, ma quando le porte si aprono c'è una signora di mezz'età. Decido di andare alla reception e chiedere di lei. «Alloggia nella stanza 369, signor Grier.» Ringrazio e corro velocemente verso la stanza. Deve trovarsi al piano inferiore al mio, e infatti eccolo. 369. Busso. Busso di nuovo e la chiamo, ma non ricevo risposta. Ho il cuore a mille per le corse e le mille emozioni, ma ora più che mai mi faccio schifo. Come ho potuto lasciarla? Lasciarla sola, indifesa, debole, senza memoria. L'ho lasciata senza nemmeno salutarla, e senza... «Nash!» Mi giro e mi ritrovo davanti il mio migliore amico. «Cameron! Dov'è Alessandra?! Dov'è?! Ho fatto una stupidaggine a venire qua, e lasciartela, e lasciarla. Mi dispiace, ma ora ho bisogno di sapere dov'è!» Lui mi fissa confuso, e poi mi supera con gli occhi e guarda la porta dietro di me. 369. «Non sta in camera sua?» chiede. Scuoto la testa, ma non è convinto. Nemmeno io lo sono, ma sento che non è lì; e sto perdendo tempo. Mentre lui cerca di farsi aprire la porta da qualcuno, torno al piano inferiore, nella hall, ed esco dall'albergo per dirigermi lungo la strada. Chiedo in giro e mostro la sua foto a tutti, ma nessuno sembra averla vista. Dove sei, principessa?
Ecco qui, Lifers! Aggiornamento con triplice punto di vista, eehh. Vabbè, ecco un po' di pubblicità su ff di autori che nemmeno me l'hanno chiesto di pubblicizzare, ma amo così tanto le loro storie che penso se la meritano, punto e basta.
• presente nel passato di Directioner-boy97
• The love story of Hogwarts di ElisaQuartaOk, ricordate di votare e commentare che ne pensate. Ciau Lifers!
- AlessandraDiacos
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Life of the Party
FanfictionAlex attraverserà mezzo paese per un ragazzo che ha conosciuto attraverso internet. Sarà quello giusto? Sarà all'altezza? Non lo ha mai visto. Se ne pentirà?