10. Secret

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Capitolo Dieci

«$15,70.» Raggiungo Leila in cassa e mi metto al lavoro. Lei mi sorride, ma è troppo occupata per salutarmi come si deve. Il lavoro va a gonfie vele, e da quando la notizia di me e Nash si è sparsa, il locale guadagna più di prima facendomi portare a casa un capitale. Mi sento un po' a disagio, ma ignoro i commenti cattivi degli altri. Non m'importa niente di quello che dicono. Alcuni miei colleghi di lavoro hanno finalmente iniziato a parlarmi. Leila non era molto socievole, e facendo amicizia con lei, mi sono presentata ai loro occhi come l'amica dell'asociale e che di conseguenza mi ha fatto diventare asociale. «Dici che Robert lascerà il posto?» chiede con tono un po' preoccupato. Gli era stato offerto un lavoro di livello più alto e conoscendolo da poco, non so assolutamente niente di lui. «Non saprei. Io se fossi in lui coglierei l'occasione.» La mia risposta non la tira su. «Però è anche probabile che non lo faccia.» Li ho osservati in questi giorni passati, e ho le mie teorie. A Leila piace Robert, ma questo già si sapeva. Me lo ha confessato lei di persona. Lui però è strano. La tratta diversamente da come tratta noi altri, anche se adesso dedica molte attenzioni a me grazie al successo che sto portando. Ma di per sé il Burger King ha successo di suo. «Dubito. Cosa dovrebbe trattenerlo qua?» Te, avrei voluto rispondere, ma una bambina attira la mia attenzione facendomi sorridere. Chiudo la cassa prima che altri clienti mi possano vedere in fuga, e mi avvicino a Skylynn di soppiatto. «Bu!» Lei sobbalza e ride quando mi vede. Saluto Hayes che sembra in dolce compagnia. Una ragazza mora della sua età circa è seduta accanto a lui mentre la piccola Skylynn mi gironzola attorno. Hayes ed io ci scambiamo uno sguardo complice. Ho fatto da baby sitter a sua sorella già un paio di volte con Nash, e quindi so come intrattenerla. Me la porto in cucina mentre lui rimane al tavolo con il suo "bocconcino". Chiedo a Michael, uno dei miei nuovi "amici-colleghi" attratti dal mio rapporto con Nash, di servire il tavolo di Hayes al posto mio. Lui accetta entusiasta e va mentre io e Skylynn stiamo in cucina a guardare Chuck Il Cuoco al lavoro. Incasiniamo un po' anche noi con dell'insalata e della salsa barbecue cercando di non dare troppo fastidio. Alla fine del pranzo, Hayes richiama Skylynn a rapporto. «Grazie, Alex. Ti devo un favore.» «Di niente, Hayes, è stato un piacere.» Lui ride e prende sua sorella per mano. «Allora mi devi un favore, Alex.» Prima che capisca cosa intenda, Leila mi avvisa dell'arrivo di "qualcuno" sul retro. Immediatamente mi tolgo il grembiule e corro verso il corridoio che porta al retro del locale saltellando come una bambina di quattro anni che corre verso la giostre. A mia inaspettata sorpresa mi ritrovo Cameron davanti. Indossa una semplice maglietta bianca e dei pantaloni neri. Non ha un'espressione preoccupata o altro, e la cosa mi solleva, ma non spiega cosa ci fa qua e perché Nash non c'è. «Ciao» lo saluto come sempre. Solito bacio sulla guancia e abbraccio, stavolta meno esagerato del solito. Evitiamo giravolte e capriole per non rompere niente. «Che ti porta qui?» chiedo nascondendo la delusione dietro un'abbagliante sorriso. Mi aspettavo Nash visto che tra due giorni saremmo partiti per passare il weekend a nord. «Nash è andato in Orlando per incontrare un amico. Motivi di lavoro.» Non mi acciglio, ma la cosa mi fa insospettire. Amico e Lavoro non vanno bene insieme. «Mi ha chiesto se potevo farti compagnia al posto suo. Ed eccomi qua!» «Ah, ok.» Rimango un po' delusa per il fatto che Nash non mi abbia avvisato. Cameron sembra capire ciò a cui sto pensando. Mi alza il mento con le sue dita e porta i miei occhi color cioccolato fondente ai suoi occhi caramellati. «Non ha avuto tempo. È stata una cosa decisa all'ultimo momento. Te l'ho detto: non preoccuparti!» Cerco di mascherare la preoccupazione e sorrido.

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Siamo rimasti nel locale fino a tardo pomeriggio, fino a che non ho finito il turno. Cameron è stato gentile e ha avuto pazienza. Mi ha persino aiutato a servire i tavolo, ma penso che il suo fine sia stato di più rimorchiare. «Sono stanca morta!» esclamo entrando in macchina. Sono salita così tante volte nella sua jeep che mi è così famigliare ora. L'odore di lavanda emanato da qualche profumo nascosto fa sentire chi sale a proprio agio. I sedili in tessuto grigio si abbinano al tutto completando le portiere con dei pezzi in pelle. È tutto molto moderno. «Andiamo a casa mia. Mia madre ha lasciato della pizza pronta nel forno.» Annuisco e accendo lo stereo. Parte una canzone di cui non conosco né titolo né cantante. «Quella ragazza, Leila, è una tua amica? Sembra lesbica.» Mh? «Che dici, Cameron?» Lo guardo incredula. Non posso credere che me l'abbia chiesto. Sembra un maschio a causa dei suoi capelli cortissimi, ma non penso lo sia. E comunque ha detto che le piace Robert. Cameron ride, ma quando mi ha posto la domanda sembrava dire sul serio. «Non è lesbica, ne sono sicura.» Lui fa spallucce senza sembrare troppo convinto. Mi sorride ed io ricambio. Sento la mia pancia brontolare e realizzo di avere fame. «Non so. Si comportava strano. Ti guardava il culo!» afferma ridendo. «Evidentemente ho un culo così bello da far diventare le donne lesbiche.» «Quindi è lesbica!» Gli do istintivamente una pacca sulla spalla, forte, e lo azzittisco. «Non ti permettere. È la ragazza più dolce e simpatica che sia potuta capitarmi come collega. Non dire così!» lo ammonisco. Scrolla la testa. «Ciò non dice che non lo faccia per rimorchiare», lo sussurra ma io lo sento. Ignoro il commento e cerco di trattenere la fame. Mi mordo il labbro. «Hai pranzato?» chiede all'improvviso Cameron. Sgrano gli occhi e mi sembra di sentire la voce di Nash fare la domanda. «Sì, ho pranzato. Grazie per l'interesse.» «Prego.» Non dico niente. «Cosa hai mangiato?» «Te lo ha chiesto Nash di farmi da guardia del corpo, dell'anima e della mente?» chiedo con tono un po' divertito per non farlo sentire in colpa. Lui ride, e quando si accorge che io non mi piego alle sue risate, annuisce. «Ho mangiato dell'insalata» rispondo voltandomi verso il finestrino. «Insalata? Lavori in un fast food che serve i migliori panini con carne alla griglia del mondo, e mangi insalata?» Mi fissa con la luce rossa del semaforo riflessa negli occhi. «Sì» rispondo indifferente tenendogli testa. «Okay.» Mi scappa una risata e lui si unisce con la sua che a differenza della mia è orecchiabile come una melodia.

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