Pensieri

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( Pow Amelia )

Continuammo a guardarci per qualche minuto dritti negli'occhi, cercai di studiare le sue emozioni in quel momento, ma non riuscivo a leggere un bel niente. Lo vidi avvicinarsi verso di me lentamente, io rimasi impassibile. Continuai a guardarlo fin quando non arrivò a qualche centimetro di distanza da me.

<< Tu non sei la vera donna che amo... Non è così? >>

<< Ti sbagli... Io sono questa persona, forse sei tu che non mi conosci bene >>

<< E invece no... Ti conosco da quando sei nata >>

Mi afferò le braccia senza stringere troppo forte e lo vidi ringhiare per il nervoso, feci la stessa cosa nei suoi confronti.

<< Chi sei maledizione? Come osi occupare questo corpo? >> disse in tono furente.

<< Vuoi dire il mio corpo? Mi spiace... Ma è lei la sconosciuta ad essere qui dentro e purtroppo non se ne vuole ancora andare >>

<< Io non ti permetterò di farle del male, vattene immediatamente >>

Mi tolsi dalla sua presa senza smettere di guardarlo, feci un ghigno per provocarlo ancora di più.

<< Ti comunico che sono io la sua malattia che l'ha portata alla morte ancora una volta, io esisto da sempre... È lei che mi ha rubato il posto >>

Rimase sorpreso dalle mie parole, lo vidi arrabbiarsi peggio di prima e questo mi fece divertire ancora di più.

<< Tu sei la causa di tutto quel dolore, maledetta... Sei un'essere incapace di amare >>

<< Ah ma davvero? Allora chi credi ti abbia amato in tutti quegli'anni? Di certo non la donna che ami >>

Lo vidi pietrificarsi dallo shock.

<< No... Non ti credo... >>

Alzai le mani scuotendo la testa e sorrisi.

<< Sei libero di credere alle tue convinzioni >>

Mi voltai per smettere di guardalo, cercai di rammentare per un'attimo il passato. Quel passato a cui non ho più memoria, a cui non davo più nessun peso, non ho nessuna voglia di provare a ricordare qualcosa. All'improvviso sentì una piccola fitta all'addome, misi una mano sulla pancia rimanendo pietrificata, che voleva dire? Notai lo sguardo preoccupato di Gabriele nei miei confronti, continuai ad avere delle lunghe fitte facendomi inginocchiare dal dolore.

<< Che diavolo mi succede? >>

Gabriele si avvicinò a me per abbracciarmi, mise una mano sul mio addome e rimase immobile a fissare un punto indefinito del villaggio.
Poco dopo il dolore passò, feci un respiro di sollievo e mi alzai da terra, lui fece lo stesso. Me ne andai via da lì senza dargli il momento di dire qualcosa, non riuscivo più a sopportare la sua presenza in quel momento e più stavo con lui, più ero nervosa. Tornai a casa ignorando mio padre che chiedeva dove fossi stata, avevo infranto la sua promessa e non me ne importava niente.

( Pow Amy )

Smisi di piangere per tutto quello che aveva fatto. La mia malattia, la persona che mi ha rovinato la vita senza un motivo ben preciso. Rimasi sorpresa di vederla nervosa davanti a Gabriele, come se cercasse di nascondere qualcosa nei suoi confronti e forse anche a me. Mi misi a riflettere per qualche minuto sui miei sentimenti e la risposta era sempre Lucifero, ma Gabriele? Possibile che io in tutti quegli'anni abbia sentito i sentimenti della mia malattia nei suoi confronti come se fossero miei? Non sembrava tanto assurdo, dopo tutto è sempre stata con me e sapeva tutto di me prima della mia morte. Decisi di non pensare più a quelle cose dato che stava per venirmi il mal di testa, misi una mano sull'addome per creare un piccolo contatto con il mio bambino e proprio in quel momento lo sento muoversi, mi scappò un piccolo sorriso di gioia.

Love Lucifer - The Perfect Angel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora