«Ehy! Ma dove stai andando adesso» mi rincorre.
«Vado in stanza, non mi sento tanto bene...ATCHOO»
«Salute»
Non lo ringrazio neanche; corro praticamente in stanza lanciandomi sul letto e lasciando la porta aperta. Tanto sicuramente mi avrà seguita.
Infatti, sento la porta chiudersi dopo un paio di secondi.«Mi spieghi cosa dovrei farci con un rastrello?»
«Non sai l'utilità di un rastrello Isak? Mi cadi proprio sulle cose più semplici!»
Mi metto in posizione eretta per guardarlo in faccia, e poi continuo:«Un rastrello caro Isak, serve per raccogliere le foglie, ma dato che hai un cuore d'oro, lo poserai per me. Grazie! Quando esci chiudi la porta» mi sdraio nuovamente poggiando la faccia sul cuscino.Poi sento uno sbuffo e la parte sinistra del letto abbassarsi sotto il peso di qualcuno.
«Sei ancora qui? Credo di averti espressamente detto di- ATCHOO!»
«Ti sei ammalata. Non ho intenzione di lasciarti qui sola» cerca di giustificarsi.
«È solo un comune raffreddore.»
Giro la testa dalla parte opposta alla sua per concentrarmi sull'orologio.
«Porca vacca! È tardissimo» mi alzo in fretta e furia, arraffando le prime cose che mi capitano, per poi chiudermi al bagno.
Con una mano mi lavo i denti mentre con l'altra cerco di vestirmi. Avevo completamente dimenticato gli allenamenti di ginnastica. Spero solo di arrivare in tempo.
Esco dal bagno non badando neanche ad Isak. Prendo la sacca con all'interno una bottiglietta d'acqua e un asciugamano ed esco dalla camera.
---
«PUNTE TESE!» urla la coach
In questo esatto momento sento che un atroce crampo si stia espandendo nel mio piede.
"Quanto esageri..."
«Tutte alle sbarre. Addominali!»
Corriamo da una parte all'altra della palestra come forsennate, senza badare a niente. Ormai sono due ore che facciamo così.
Mentre mi appendo come un salame alla sbarra un giramento di testa mi colpisce, facendomi fermare per qualche minuto.
«LAM, TIRA SU QUELLE GAMBE!»
Mi tiro su cercando di fare del mio meglio, nonostante il malessere.
«Care ragazze, in primavera avremo la prima competizione e pretendo il massimo da voi; quindi impegnatevi, dateci dentro, cercate di allenarvi anche in camera estendendo la vostra elasticità e muscolatura»
Come risposta ottiene un «Si» grugnito appena per i troppi sforzi che compiamo.
Uno due, uno due, su giù, su giù.
Sempre ininterrottamente solleviamo le gambe tese fino alla testa, per poi abbassarle lentamente. Una tortura per i nostri muscoli.
«Okay ragazze, basta così per oggi!»
Ci stacchiamo tutte con sollievo, dirigendoci verso gli spogliatoi.
I miei passi sono fiacchi e lenti.
Sono stanchissima e la testa gira ancora, come in una giostra. Ho anche un po' di nausea, ma credo sia dovuto al troppo sforzo.---
«ALMA!»
Qualcosa di morbido ma allo stesso tempo doloroso si scaraventa sulla mia faccia, facendomi svegliare di colpo.

STAI LEGGENDO
Basta smettere di pensare
Teen FictionAlma è una ragazza di 16 anni che viene spedita in un collegio. Ci si può sentire liberi pur essendo circondati da mura? Per lei la libertà è tutt'altro da ciò che una ha in mente, è riuscire a sentirsi felici pur stando in un piccolo spazio, ma sop...