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2 mesi dopo

«Sbrigati è già tardissimo!» urla Zoe in Ansia.

Oggi abbiamo un esame importante, e noi giustamente siamo in ritardo. Ma sta volta la colpa non è mia.

«Zoe io sono pronta, sei tu che non lo sei»

Mentre lei continua a correre per la stanza come una furia io mi rilasso sopra il mio comodo letto.

«Ma va! Sono pronta!» si pianta davanti a me.

Io a stento trattengo una risata per come è conciata.
«Sembra che tu sia caduta dalla tromba delle scale»

«Grazie Alma, è sempre bello avere del sostegno da parte di un'amica, ma adesso andiamo!»

Mi trascina letteralmente fuori dalla stanza, mettendosi a correre per il corridoio.

«Dici che si arrabbierà il professore»

«Ma no, siamo solo in leggero ritardo»

"Dimmi tu se venticinque minuti sono leggero ritardo"

Shh.

Quando arriviamo davanti all'aula di fisica, Zoe bussa alla porta, tremando un po' per l'agitazione

«Avanti» tuona la voce potente del nostro insegnate.

«Buongiono Mr. Dray»

«Alla buon ora signorine» ci grida, assumendo un'espressione che mette in evidenza le sue rughe. Sembra un Bulldog.

«Dato il vostro disinteresse per la verifica, perché non andate a fare un giro dalla dirigente mentre ci siete»

«Non possiamo fare la verifica lo stesso? La prego.» lo supplico.

«Signorina Lam, la lezione è già iniziata e con essa la verifica, quindi no, andate» il professore indica la porta e noi ci affrettiamo ad uscire.

«Non è giusto...» dico sussurando.

«Come signorina?»

«Oh niente, arrivederci!» esco chiudendo velocemente la porta.

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«Dai però mi aspettavo peggio» dico con nonchalance.

«Per te o per me?»

«Per entrambe, alla fine tu dovrai sistemare solo le aule, a me tocca rastrellare tutto il giardino.

«Forse se non avremmo fiatato proprio, sarebbe stato meglio» pensa ad alta voce Zoe.

Scendiamo al piano inferiore, avendo ancora venti minuti di libertà, e ci dirigiamo verso la stanza relax.

«Tra poco sarà Natale, ci pensi?» mi dice entusiasta.

«Ora che me l'hai detto, si»

«Pensi che tornerai a casa per le vacanze?»

Se fosse per me, resterei qui per sempre.

«Non ne ho la più pallida idea»

«Capito..» Si alza dal divano andando verso la libreria alla sua destra ed iniziando a sfogliare qualche libro.

«Quando ero piccola adoravo questo libro» mi racconta, portandolo verso di me.

«Che libro è?»

«La bella e la bestia»

«Un classico»

«Non ti piace?» domanda, come se la cosa le suonasse strana.

«Ho smesso di credere alle fiabe da già mooolto tempo» le rispondo prolungando la O, per specificare la durata.

Basta smettere di pensareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora