In un attimo le sue labbra si unirono alle mie. Erano morbide, davvero morbide, ma cosa più importante, era il mio prima bacio. Sentivo nel mio stomaco uno stormo di draghi, altro che farfalle; il mio cuore batteva fortissimo.Ci staccammo dopo un tempo che mi sembro infinito, e solo allora mi resi conto di aver trattenuto il fiato per tutto questo tempo.
Era stato wow.
Ci guardammo negli occhi, immobili. Ed un attimo dopo lui si alzò, andandosene e sbattendosi la porta dietro.
"COSA È APPENA ACCADUTO?"
Io...Non ne ho idea....
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Andai in camera mia dopo dieci minuti, ancora scioccata da tutto questo, non per il bacio in sé, ma per il fatto che lui fosse scappato a gambe levate...letteralmente.
Che fosse colpa mia? E se avessi sbagliato qualcosa...se non fossi stata all'altezza...
Un vortice di pensieri iniziavano a brulicare nella mia testa, facendomi venire un gran mal di testa.
Mi serviva uno svago, una distrazione, per smettere di pensare.
Mi cambiai in fretta, indossando un felpone con un paio di jeans strappati in alcuni punti, poi presi un cappotto e uscii di corsa dalla porta, per dirigenti all'esterno.
Vestita in questo modo riuscivo a sentirmi me stessa, era come se fossi nascosta da tutti sotto quelle grandi felpe.
Quando finalmente uscii dall'istituto, un'ondata di aria gelida mi investì, facendomi rabbrividire immediatamente.
Mi guardai in torno, notando con piacere che l'esterno del collegio era molto spazioso, ma ciò che mi colpì di più fu un grosso albero, davvero grande ed alto, i suoi grandi rami secondo i miei calcoli davvero fatti alla cavolo, erano perfetti per arrampicarsi.
"Perché sento che non finirà bene"
Perché essendo un tutt'uno, ed essendo pessimiste, non ci si aspetta mai niente di buono.
"Speriamo..."
Iniziai ad arrampicarmi, facendo attenzione a non cadere col culo per terra.
Passo dopo passo, ramo dopo ramo, ero riuscita ad arrivare in cima, dove mi aspettava un panorama mozzafiato. Nel frattempo iniziò anche a nevicare.
Piano piano il terreno fu coperto da un manto bianco candito, come una coperta.
Osservavo l'edificio del collegio, poco distante dalla mia visuale, dove si potevano vedere i pochi bambini rimasti, giocare allegramente a palle di neve.
Quanto vorrei ritornare bambina, quando hai quella spensieratezza, quella ingenuità, che solo i piccoli posso avere.
Un'altra folata di vento mi colpisce, facendomi venire la pelle d'oca.
Okay, forse sono vestita in modo troppo leggero per questo tempo.
"Io inizierei a scendere, prima che la cosa diventi impossibile"
Giusto.
Cercando di non spaccarmi l'osso del collo, inizia la mia discesa, che risultò più tosto difficile a causa della neve.
Arrivata quasi alla fine, scivolati rovinosamente dal ramo, preparandosi psicologicamente e fisicamente alla caduta.
Ma ciò non successe. Aprii gli occhi ed osservai sotto di me, il corpo di Isak, che nel mentre si lamentava della botta.
«Cosa ci fai qui» dissi in modo freddo, quasi come la temperatura che c'era.
«Oh non c'è di ché! Sono felice che tu sia riconoscente dato che ti ho salvato la vita» rispose ironicamente.
«Non fare il drammatico, la neve avrebbe attutito la caduta. Più tosto rispondi alla mia domanda»
«Io...ti stavo cercando» pronunciò queste parole guardando in basso, come ad evitare il mio sguardo «Devo parlarti, sempre che tu sia consenziente» continuò.
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«Fai in fretta» gli dissi sedendomi nel divano della sala relax, oramai vuota.
«Ecco a proposito di oggi... potresti fare finta che nulla sia accaduto?» mi rispose guardandomi dritto negli occhi, dove colsi qualcosa. Qualcosa che mi stava nascondendo, qualcosa di grosso.
Inoltre come avrei potuto far finta di niente? È stato il mio primo bacio, da un ragazzo che sembra un Dio greco, in un momento da film. Ma ovviamente come sempre feci la cosa che mi riusciva meglio.
«Ma certo» mentì.
«Davvero?»
«Sei sordo per caso, ho detto che va bene»
"Sorriso finto: ON"
«Grazie mille Alma, davvero...»
In un attimo si creò un certo imbarazzo tra noi, come se non sapessimo cosa dire, ma fortunatamente ci pensò lui a distruggerlo.
«Ti va di...continuare il film?» domandò titubante.
Eh ora? Sinceramente non avevo la benché minima voglia di ritornare in camera sua, così proposi un'alternativa.
«E se andassimo in camera mia? La mia compagna di stanza non ci sarà tutto il giorno»
«Oh, okay»
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«Questi disegni sono tuoi?!»
Ah quanto pare non era stata proprio una buona idea invitarlo nella mia camera: stava curiosando ovunque.
«Em... si. Potresti posarli per favore»
Li poggiò sopra la scrivania, per poi dirigersi verso la cassettiera.«Ehy, cosa stai facendo!»
«Dato che mi annoio, osservo i tuoi vestiti.»
Iniziò aprendo l'ultimo cassetto, forse per intuito da parte sua, o forse per sfiga da parte mia, ed uscì tutti i miei vestiti situati al suo interno.
«Ma questa è tua?! È tipo quattro taglie più grandi te.» esclamò strizzando gli occhi.
«Mi piace stare comoda» gli risposi con un'alzata di spalle.
«Si ma qua dentro non ci nuoti neanche, ci affoghi direttamente!»
«Okay, okay, basta ficcanasare nelle mie cose» gli presi la mia felpa dalla mano, riposandola al suo posto.
«Mamma mia, neanche se fossi scooby doo. Comunque hai qualche altra idea? Cosa potremmo fare per far passare il tempo»
Sicuramente non quello che abbiamo fatto prima...
"Ottima idea"
«Carte?» risposi prendendole.
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Basta smettere di pensare
Teen FictionAlma è una ragazza di 16 anni che viene spedita in un collegio. Ci si può sentire liberi pur essendo circondati da mura? Per lei la libertà è tutt'altro da ciò che una ha in mente, è riuscire a sentirsi felici pur stando in un piccolo spazio, ma sop...